venerdi 18 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






 
Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
<< torna all'indice della rubrica
Anti-semitismo e anti-Israele in Germania 17/08/2013

Anti-semitismo e anti-Israele in Germania
Manfred Gerstenfeld intervista Susanne Urban

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Manfred Gerstenfeld, Susanne Urban

Susanne Urban, storica tedesca, autrice di molti libri, è a  capo della sezione di ricerca storica dell’ International Tracing Service (ITS) di Bad Arolsen. Ha lavorato cinque anni a Yad Vashem.

“ L’anti-semitismo è stato delegittimato ufficialmente in Germania dopo la sconfitta del 1945. Questo avvenne subito in politica, economia, cultura, arte, più tardi nella società civile. I dibattiti pubblici  in molti ambienti dimostrano però che, almeno dagli anni’90, l’anti-semitismo sta di nuovo emergendo apertamente con molte varianti. L’anti-semitismo di oggi ha una solida base nella tradizione tedesca”

“Negli ultimi anni, diversi studi hanno approfondito il livello di penetrazione dell’anti-semitismo tedesco. Nel 2008, tutti i partiti presenti in parlamento promossero una indagine conoscitiva per capire fino a che punto l’anti-semitismo  era penetrato nella società tedesca, al fine di poterlo combattere con più efficacia. Ai dieci esperti nominati vennero anche chieste indicazioni utili per insegnati ed educatori.

“ Questo compito mirava anche a verificare quanto l’anti-semitismo poteva  fosse collegato alla stabilità democratica della Germania. Un’altra richiesta era collegata all’anti-semitismo post-Shoah e a quello islamico.

“ Il rapporto venne presentato nell’agosto del 2011 e mise in evidenza quanto fosse importante esaminare quello che venne definito ‘anti-semitismo secondario’, cioè il rifiuto della gente a sentirsi responsabile  verso la Shoah. Le spiegazioni erano varie, inclusa quella che la Germania era la vittima – persino l’ostaggio – dei sopravvissuti, e che il denaro che veniva loro versato veniva denunciato come un furto su commissione degli “ebrei”

“ Questa opinione arriva ai giorni nostri da quei tedeschi che si dichiarano a loro volta vittime, e che si esprime così  ‘anche noi siamo stati vittime, ma non abbiamo mai ricevuto alcun compenso’. Vittime e carnefici invertono così le parti. Nel 2008, più dei due terzi della popolazione tedesca si dichiarava infastidita – a diversi livelli – dal ricordo dei crimini nazisti e dalle loro vittime.

“ La ricerca rivelò anche nel 2010, che l’antisemitismo secondario era condiviso dal 40% dei tedeschi. La stessa percentuale riteneva che Israele si comportasse oggi come la Germania nazista. Questo anti-semitismo secondario non appartiene solo alla Germania, ma è presente con alte percentuali in Polonia e Ungheria, mentre i numeri scendono di molto per Inghilterra e Olanda.

“ L’anti-sionismo quale variante dell’anti-semitismo spesso si manifesta come ‘critica alla politica israeliana, alle sue strategie e azioni’, ed è presente in tutta la società tedesca, di sinistra e di destra, musulmana e cristiana. Anti-sionismo e anti-semitismo secondario spesso si sovrappongono nel paragone tra la politica nazista e quelle israeliana, fra le vittime della Shoah e i palestinesi. Viene anche usato per negare le responsabilità tedesche nelle commemorazioni  delle vittime. Non ci sono differenze ideologiche tra destra, sinistra e liberali.

“ Più l’interlocutore è anziano, più è forte l’anti-semitismo in genere e quello secondario. I pregiudizi anti-semiti decrescono più aumenta il livello scolastico. Gli uomini hanno più pregiudizi delle donne, su entrambi gli anti-semitismi, mentre sull’anti-sionismo le differenze sono poche.

“ Tra immigrati e non, la differenza è minima per quanto riguarda anti-semitismo e anti-Israele. La ricerca rivela che l’anti-sionismo è sempre fortemente passionale, mentre coloro che esprimono queste posizioni si giudicano razionali e obiettivi. Manca ogni riferimento in queste discussioni piene di odio  alle stragi che avvengono in Siria o genocidi come in Ruanda.

“ Una seconda edizione della ricerca venne pubblicata nell’ottobre 2012 dalla Fondazione Friedrich-Ebert, legata al partito socialdemocratico, che affrontò l’anti-semitismo tradizionale più in profondità, identificando l’anti-semitismo come un problema al centro della società tedesca. L’anti-sionismo fu invece affrontato solo superficialmente, anche se venne sottolineato che l’anti-semitismo si esprime anche contro Israele con immagini e stereotipi.

“ Una gran parte delle risposte, in vari modi, condivideva l’opinione che “ senza la Shoah, Hitler sarebbe stato giudicato un grande statista,  il nazional-socialismo conteneva buoni propositi,  i crimini nazional-socialisti  sono stati gonfiati dagli storici, l’influenza degli ebrei è troppo alta”

“ La maggioranza degli intervistati  era d’accordo – in modo parziale o totale – con altre affermazioni, quali “ gli ebrei usano la Shoah per i loro fini, i compensi non aiutano le vittime ma l’industria della Shoah, non ne posso più di essere interrogato sui crimini della Germania contro gli ebrei, mi dà fastidio quando sento che i crimini contro la Germania come i bombardamenti alleati e le espulsioni sono sempre inferiori alla Shoah”

“In conclusione, gli autori delle due ricerche concordano che l’insegnamento della Shoah può essere uno strumento importante contro l’anti-semitismo tradizionale, ma non contro l’anti-semitismo secondario e l’anti-sionismo”
Susanne Urban aggiunge: “ La storia lascia delle tracce nelle generazioni successive, che non è possibile definire nei dettagli. L’impegno maggiore rimane come migliorare l’educazione, come parte di una battaglia contro i pregiudizi attraverso lo studio.  Rafforzare la conoscenza degli studenti contro l’anti-semitismo e l’anti-sionismo contemporaneo dovrebbe essere incluso nei corsi per insegnanti”

Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni.
Nel 2012 ha ricevuto il " Lifetime Achievement Award" dal Journal for the Study of Anti-semitism" Collabora con Informazione Corretta.


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT