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La Repubblica Rassegna Stampa
13.08.2013 Ungheria: morto il criminale nazista Laszlò Csatàry
responsabile della morte di 15.700 ebrei nei campi di sterminio

Testata: La Repubblica
Data: 13 agosto 2013
Pagina: 17
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: «Morto il criminale nazista Csatàry. Ungheria, allarme per i funerali»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 13/08/2013, a pag. 17, l'articolo di Andrea Tarquini dal titolo " Morto il criminale nazista Csatàry. Ungheria, allarme per i funerali ".


Come riportanel suo articolo Andrea Tarquini, Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal, "
ha parlato di terribile vergogna e frustrazione: la giustizia del mondo non ha saputo acciuffarlo e quei suoi lunghi decenni di libera vita tranquilla sollevano pesanti interrogativi.". Come sia possibile che criminali nazisti  siano riusciti a condurre una vita relativamente normale scampando a processi e pene, ha dell'assurdo.


Il criminale nazista Laszlò Csatàry

Ecco il pezzo:

BERLINO — È morto a 98 anni, di cui 68 vissuti come eterno fuggitivo. L’addio alla vita, alle prime ore di ieri mattina in un ospedale di Budapest, è stato ironicamente per Laszlò Csatàry, il criminale nazista contro l’umanità più ricercato del mondo, l’ultimo successo di fuggiasco. Anche soccombendo alla polmonite, si è sottratto alla giustizia. Non a caso Efraim Zuroff, direttore del Centro internazionale Simon Wiesenthal per la caccia ai responsabili ed esecutori della Shoah, ha parlato di terribile vergogna e frustrazione: la giustizia del mondo non ha saputo acciuffarlo e quei suoi lunghi decenni di libera vita tranquilla sollevano pesanti interrogativi. Non è finita: il timore è che i neonazisti antisemiti ungheresi vogliano celebrare all’ex alto ufficiale della Magyar Kiralyi Rendorség (la polizia della dittatura antisemita di Horthy al potere dal 1919 al 1944, principale alleato militare di Hitler in Europa) un funerale da eroe nazionale. Sarebbe uno scandalo. Fu il Centro Wiesenthal, ricorda spesso Zuroff, a scovare Csatàry già anziano a Budapest nel 2011. Viveva tranquillo in un piccolo appartamento a Buda, la riva ovest del Danubio nella splendida capitale magiara. Era tornato in patria nel 2005 dopo che dal 1945 aveva vissuto in Canada sotto falsa identità. Solo nel 2005 appunto le autorità di Ottawa lo avevano scoperto. Senza impedirgli di scappare e rimpatriare. Correvano gli anni tra il 1941 dell’Operazione Barbarossa, l’attacco nazista all’Urss, e il 1944 dello sbarco anglo-americano-polacco in Normandia. Csatàry era alto ufficiale di polizia a Kosice, seconda città slovacca (Kassa in ungherese), allora occupata dagli horthysti. Zelantissimo eseguì gli ordini della Soluzione finale decisi alla Conferenza di Wannsee a Berlino e passati dal famigerato Ufficio Centrale di sicurezza del Reich: cancellare dal mondo il popolo ebraico. Fu Csatàry a consegnare a Waffen-SS, Gestapo, gendarmi magiari 15.700 ebrei, soprattutto bambini, donne, anziani. Partirono tutti per Auschwitz, Treblinka, Sobibor, Majdanek, non tornarono vivi dalle “docce” col gas Zyklon-B, passarono tutti per il camino. Riuscì a scappare, diventò fuggitivo per vocazione: Canada, poi Ungheria. Vergogna grave, ha vissuto indisturbato anche a Budapest, accusa Zuroff. Il governo Orbàn sotto pressing aveva deciso infine di processarlo, ma tenendolo solo agli arresti domiciliari, la Slovacchia ne aveva chiesto l’estradizione.

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