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La Stampa Rassegna Stampa
12.08.2013 Obama a caccia di al Qaeda in Yemen e nel Sinai
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 12 agosto 2013
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Scatta la vendetta di Obama. Le cellule di Al Qaeda braccate in Sinai e Yemen»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/08/2013, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Scatta la vendetta di Obama. Le cellule di Al Qaeda braccate in Sinai e Yemen".


Maurizio Molinari

Elicotteri egiziani nel Sinai e droni americani in Yemen sono protagonisti di una doppia offensiva contro le cellule jihadiste meglio organizzate e più pericolose del Medio Oriente.

Nella penisola del Sinai le forze di sicurezza egiziane hanno adoperato gli elicotteri per attaccare gruppi di jihadisti concentrati nel piccolo centro di Sheik Zeweyid. Il blitz è iniziato nella notte di sabato, terminando solo all’alba: almeno 12 jihadisti sono stati uccisi, secondo fonti locali, mentre altrettanti sarebbero riusciti a fuggire. L’azione segue l’attacco portato da un drone israeliano contro una cellula dei jihadisti Ansar Gerusalemme, indicando una crescente cooperazione sulla sicurezza fra Israele ed Egitto dall’indomani della deposizione del presidente Mahmud Morsi. «Apprezziamo le azioni intraprese dall’Egitto contro i terroristi e rispettiamo la sua sovranità territoriale», ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, confermando le intese col Cairo.

Il Sinai è un secondo fronte di offensiva contro le cellule jihadiste che si aggiunge alla martellante campagna di attacchi condotta dai droni americani in Yemen. Nella provincia di Lahj è avvenuto ieri il nono attacco in due settimane, portando a 38 il numero dei miliziani di Al Qaeda eliminati. L’offensiva vede Pentagono e Cia far decollare i droni dalle basi a Gibuti ed in Arabia Saudita mentre sul territorio sono le truppe regolari yemenite a intervenire nei villaggi, puntando a sradicare la presenza jihadista nel deserto. Al Qaeda è riuscita comunque a mettere a segno un attacco al gasdotto di Balhaf, nel SudEst, uccidendo cinque soldati.

L’intento dell’amministrazione Obama è di mantenere la pressione militare sugli jihadisti facendo leva sulla cooperazione di Egitto e Yemen. A Sana’a però iniziano a serpeggiare malumori nella popolazione a causa della moltiplicazione di attacchi e sorvoli di aerei spia: per questo il ministro della Difesa, generale Mohammed Nasser Ahmed ha chiesto di vedere i diplomatici americani sottolineando la necessità di un «migliore coordinamento».

Il terzo fronte della controffensiva anti-jihadista da parte degli Stati Uniti è l’Iraq, perché dopo gli attentati che nella giornata di sabato hanno causato oltre 60 vittime, il Dipartimento di Stato ha annunciato di aver messo una taglia di 10 milioni di dollari su Abu Bakr al-Baghdadi, il leader di Al Qaeda in Iraq che si ritiene abbia firmato la recente evasione di massa dal carcere di Abu Ghraib e poi abbia trovato rifugio in alcune regioni della Siria controllate dai miliziani jihadisti di Al Nusra.

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