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La Stampa Rassegna Stampa
11.08.2013 Continua in Usa il dibattito su privacy e sicurezza
cronache di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 11 agosto 2013
Pagina: 10
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Obama gioca la carta trasparenza: 'Ma spiare è giusto' - E Twitter si fa lobby. ‘Libertà su Internet’»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/08/2013, a pag. 10, gli articoli di Maurizio Molinari titolati " Obama gioca la carta trasparenza: 'Ma spiare è giusto' " e " E Twitter si fa lobby. ‘Libertà su Internet’ ".
Ecco i pezzi:

" Obama gioca la carta trasparenza: 'Ma spiare è giusto' "


Maurizio Molinari     Barack Obama

La Casa Bianca dà seguito all’impegno per una maggiore trasparenza sulla sorveglianza elettronica pubblicando due documenti della National Security Agency e del Dipartimento di Giustizia che descrivono l’operato dell’intelligence mentre i media si dividono nel giudicare le promesse di riforma del presidente Barack Obama.

Il primo documento è un memorandum della Nsa nel quale si dà una misurazione concreta della sorveglianza elettronica affermando che il sistema «sorveglia l’1,6 per cento del traffico mondiale di Internet», ne «esamina lo 0,025 per cento» e gli esperti approfondiscono i contenuti dello «0,0004 per cento».

L’intento è smentire la versione fornita da Edward Snowden, l’ex analista della Nsa autore della fuga di notizie sulla sorveglianza elettronica prima di ottenere asilo in Russia, secondo il quale il programma sarebbe assai più esteso. L’altro documento, del Dipartimento della Giustizia, descrive le basi legali che giustificano la raccolta dei «metadati telefonici» ovvero i numeri composti, la durata e gli orari «ma non i luoghi dove le telefonate vengono fatte». Anche in questo caso di tratta di una smentita delle affermazioni di Snowden. Si tratta infatti di «operazioni» che avvengono sotto la supervisione dei giudici delle «Foreign Intelligence Surveillance Court» e del Congresso a cui si può accedere «solo per specifiche indagini dell’antiterrorismo».

Dunque non è vero che qualsiasi analista della Nsa può accedere a qualunque informazione. «La grande maggioranza dei metadata telefonici non viene vista da nessuno perché non ha nulla a che vedere con le indagini - continua il testo - mentre le richieste specifiche aiutano il governo a identificare e bloccare trame terroriste». In tale cornice il ministero guidato da Eric Holder spiega che la raccolta dei «metadata telefonici» è «autorizzata dalla sezione 215 del Patriot Act nel rispetto del Primo e Quarto Emendamento» della Costituzione che proteggono la libertà di espressione e proibiscono al governo «perquisizioni e sequestri ingiustificati».

La lettura combinata dei documenti costituisce la risposta dell’amministrazione alle critiche finora ricevute da chi imputa alla sorveglianza elettronica la violazione dei diritti civili. In particolare, il memorandum della Nsa descrive come l’intelligence ascoltò alcune conversazioni fra uno dei terroristi dell’11 settembre 2001 e una base di Al Qaeda in Yemen, ma a causa degli ostacoli allora esistenti non fu in grado di «identificare che il terrorista parlava da San Diego», non potendo chiedere all’Fbi di sorvegliarlo. «La raccolta dei metadati telefonici è iniziata per far fronte a tali carenze» si legge nel testo, che in questa maniera giustifica la necessità di accedere anche ai dati delle chiamate fatte e ricevute negli Stati Uniti. Il Dipartimento di Giustizia puntualizza inoltre che se la Corte Suprema ha limitato il controllo dei gps delle auto «solo a chi è sotto inchiesta», le telefonate «non hanno le stesse caratteristiche di riservatezza».

La scelta di diffondere tali documenti nasce dalla volontà della Casa Bianca di difendere l’approccio del presidente di «tenere in equilibrio sicurezza e libertà», illustrato nella conferenza stampa di venerdì, davanti alle divergenti reazioni dell’opinione pubblica. Il «New York Times» infatti contesta a Obama l’esposizione di «un’agenda debole sulla riforma dello spionaggio»: «Ha proposto una serie di misure che girano semplicemente intorno agli abusi della sorveglianza - si legge nell’editoriale - e consentono alla raccolta dati di continuare». A difendere la Casa Bianca c’è invece il «Washington Post» che parla di «un approccio finalmente costruttivo al tema della raccolta di informazioni».

" E Twitter si fa lobby. ‘Libertà su Internet’ "

Twitter sbarca a Washington con un ufficio di lobbisti incaricati di difendere gli interessi della «libertà su Internet» nella battaglia legislativa che incombe al Congresso sulla definizione delle nuove regole sulla sorveglianza elettronica.

A oltre sette anni dalla nascita, Twitter ha tagliato il traguardo di 200 milioni di utenti e la scelta di aprire un ufficio sulla K Street si spiega, secondo il portavoce Jim Prosser, con la volontà di «battersi su questioni inerenti alla libertà dell’accesso al web, all’accesso ai dati da parte del governo, alla riforma delle norme dei brevetti e più in generale alla libertà di espressione». Il «Twitter#Pac», questo il nome della nuova società di lobbisti, è guidato dal repubblicano William Carty, veterano delle commissioni Commercio a Capitol Hill, al cui fianco c’è il democratico Nu Wexler, già portavoce del senatore del Connecticut Richard Blumenthal.

La composizione bipartisan ripete il modello scelto da gran parte degli uffici di lobbisti che si concentrano lungo la K Street. Fra le sigle dell’Information Technology quella più rappresentata è Microsoft, con 23 lobbisti, mentre Facebook e Google hanno team più ridotti anche se nel corso dell’ultima campagna elettorale, si sono distinti per gli ingenti finanziamenti versati a candidati di entrambi i partiti.

L’unico precedente di battaglia politica di Twitter risale al 2011 quando, davanti alla Commissione federale per le comunicazioni (Fcc) di Washington, si oppose alla legislazione che considera le aziende responsabili per i contenuti di pirateria elettronica pubblicati da terzi sui loro siti Internet. Inoltre Twitter fece appello contro l’ordinanza della polizia di New York che chiedeva la consegna immediata dei dati sugli users associati al movimento di protesta «Occupy Wall Street». Sono tali posizioni che hanno portato Twitter a essere accusata di eccesso di tolleranza nei confronti di contenuti offensivi.

Adesso l’agenda che incombe è relativa alla maggiore trasparenza delle agenzie di spionaggio sulle attività di sorveglianza svolte dal governo sul web e Twitter ha in più occasioni criticato gli «eccessi di segretezza» che accompagnano le richieste dell’intelligence di condurre operazioni di monitoraggio online.

Twitter vorrebbe, in particolare, che l’Amministrazione Obama facesse venir meno quei regolamenti che consentono alla National Security Agency di condurre sorveglianza elettronica sui dati di un particolare social network senza essere obbligata a specificare nel dettaglio di quali indagini si tratta né quale è la persona - o l’utente - oggetto dell’interesse delle forze della sicurezza.

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