Un commento all'articolo "guerra al terrorismo: conta più la sicurezza della privacy".
Certo, all'uomo della strada, quello che legge solo le notizie sportive e i titoli degli articoli scritti a caratteri cubitali, tutta questa vicenda del terrorismo e dell'anti-terrorismo deve sembrare abbastanza logica: l'intelligence americana intercetta le conversazioni dei capi di al-Qaeda e, davanti alla minaccia di un attentato di grandi proporzioni, chiude per una settimana una ventina di ambasciate in medio oriente e manda i suoi droni a combattere i terroristi nello Yemen. Ragionando sui particolari, però, mi sembra che ci siano alcune incongruenze, difficili da bere anche tappandoci il naso.
Prima perplessità: i capi di al-Qaeda pianificano gli attentati con una conference call trasmessa via satellite... ?!
Anche uno spacciatore di fumo di settima categoria sa che al telefono non si deve mai parlare di niente che non diresti tranquillamente anche dentro una caserma di polizia. Quelli che non lo sapevano, sono stati arrestati dieci o quindici anni fa. E' possibile che un'organizzazione terrorista così potente e temibile come al-Qaeda sia così sprovveduta ed ingenua? O, forse, ci sta sfuggendo qualcosa e gli ingenui siamo noi?
Seconda perplessità: che senso ha chiudere una ventina di ambasciate per una settimana? Se volessero attaccare un'ambasciata americana, i terroristi dovrebbero solo aspettare che riapra. Forse gli americani pensano che il terrorismo islamico sia come un temporale estivo: aspettiamo che i venti cambino direzione e che la perturbazione islamica si sposti altrove, così potremo riaprire tranquillamente le ambasciate.
Terza perplessità: se i capi di al-Qaeda parlano di "qualcosa di grosso, di grande importanza strategica", mi sembra improbabile che parlino di un attentato ad un'ambasciata USA in medio oriente. Non che io voglia sminuire la cosa, ma un'azione di questo tipo per i terroristi islamici non è un evento eccezionale, è ordinaria amministrazione.
Quarta perplessità: non è una novità che lo Yemen sia la palestra dove si allenano i terroristi, lo sanno anche i muri. Ora, in questi giorni gli americani stanno usando i loro droni nello Yemen per disintegrare qualsiasi cosa si muova nel deserto (compreso un loro connazionale). In soldoni, devono aver speso parecchi milioni di dollari per uccidere 7 o 8 "presunti" terroristi di quarta categoria (non erano nemmeno nella lista dei ricercati pericolosi - chissà se poi erano davvero terroristi). Tutti i cittadini USA presenti sul territorio yemenita sono stati caldamente invitati a tornare in patria: questa non è una normale misura precauzionale, è una cosa che si fa in previsione di una guerra imminente. Ma non sembra che sia questo il caso, dal momento che il governo dello Yemen sta collaborando con gli USA nella lotta al terrorismo. Nel frattempo, basta leggere le notizie sui giornali on-line per capire che i terroristi islamici stanno accrescendo il loro potere in Pakistan e in Libia.
A questo proposito, un'altra perplessità: in Italia c'è solo un motivo per cui un carabiniere è legittimato a sparare alla schiena di un uomo che scappa: il reato di evasione. Durante la mega-evasione del 27 luglio dalla prigione di Al-Kuifiya (Bengasi), le forze speciali che sono intervenute avevano ricevuto l'ordine di non sparare sui carcerati. Molto delicati, rispettosi della vita umana, anche se si tratta di un terrorista che sta cercando di evadere, non si spara alla schiena di un uomo che scappa...
Ma, forse, sono io che sono troppo pignolo.
Walter
La sua analisi dovrebbe essere condivista dall'intelligence americano, se non fosse che gli 'esperti' americani sono tutto tranne che esperti. E' bene saperlo, per nonstupirsi dopo dei loro errori.
IC redazione