" Il 'razzismo umanitario' delle anime belle "
Lettera da Gerusalemme, di Angelo Pezzana
Shimon Gapso Nazareth Illit
Il sindaco di Nazareth Illit - da non confondere con la Nazareth della tradizione religiosa cristiana – si chiama Shimon Gapso e ha pubblicato un intervento su Haaretz che è stato titolato “ Se sono un razzista, sono in buona compagnia”. Ne scrivo perché non credo susciterà alcun interesse nella stampa internazionale, stampato e dimenticato al proprio destino, ma che forse farà riflettere qualche lettore del quotidiano israeliano, anche se ne dubito.
Il sindaco di Nazareth Illit si auto-proclama razzista, e scrive ad Haaretz proprio perché sul sito web del giornale gli viene costantemente attribuita l’etichetta di razzista, appunto, ma non solo, gli danno del nazista, lo paragonano a Hitler, e altri epiteti da plotone di esecuzione. Shimon Gapso, allora, risponde e spiega. Lui è il sindaco di una città ebraica, e vuole che continui ad esserlo. Se questo è razzismo, allora è in buona compagnia. Tralascio tutte citazioni bibliche sulla Terra Promessa, anche perché credo non ce ne sia bisogno per legittimare il diritto di Israele alla terra, quindi niente patto di Dio con Abramo, niente Genesi, niente Numeri, dove Dio consiglia Mosè su come conquistare la Terra dopo l’uscita dall’Egitto. Veniamo ai tempi moderni, Theodor Herzl – ricorda il nostro sindaco – ha scritto “Lo Stato Ebraico”, non “Lo Stato di Tutti i suoi Cittadini”, razzista anche lui ? Lord Balfour, con la promessa del “Focolare Ebraico” in Palestina, razzista ? David Ben Gurion, con tutti i fondatori della “Agenzia Ebraica”, che posero le basi per la costruzione dello Stato, anche loro razzisti ? Lo furono anche le Nazioni Unite, quando votarono sì allo Stato degli ebrei ? E i kibbutzim, villaggi popolati esclusivamente da ebrei che avevano a cuore la rinascita dello Stato ma erano nello stesso tempo custodi della sua sicurezza ? Razzisti anche loro ? E l’inno nazionale, l’ Hatikva - la speranza – non parla certo della presenza di minoranze, pure razzista ? Shimon Gapso si rivolge poi direttamente ai lettori di Haaretz, “ illuminati dal cuore tenero, disconnessi dalla realtà, che commentano i fatti seduti nei caffè di Tel Aviv, che non vedono i pericoli che minacciano il paese..” che ce l’hanno con un sindaco che preferisce che la sua città, che è vicina alla più popolata città araba d’Israele, rimanga con una maggioranza sicura di ebrei. Dovrebbe essere definito razzista, quando Abu Mazen, che ha dichiarato ancora in questi giorni che nel futuro Stato di Palestina non ci sarà posto neppure per un solo ebreo, nessuno l’ha definito tale, meno che mai è stato definito razzista ?
Eppure nella città di cui è sindaco un quinto dei cittadini è arabo, tutti godono dei pieni diritti municipali e nazionali. Magari, scrive, gli ebrei rimasti nei paesi arabi fossero trattati come gli arabi di Nazareth Illit.
Qualcuno si è chiesto come mai Haaretz abbia pubblicato una auto-difesa senza dubbio convincente. Certo, le aggressioni sono uscite dal sito internet del quotidiano, ma la spiegazione è forse un'altra, come ci ricorda un vecchio proverbio yiddish,
“..quando serve, anche il maiale può avere una zampa kasher”.
Angelo Pezzana