Eh sì, c'è molto in comune, almeno sul piano della prassi, fra l'espansione cristiana dal IV secolo in poi e quella islamica. Molti re furono costretti ad abbracciare il cristianesimo e per il principio "cuius regio eius religio" tutti i loro popoli dovevano convertirsi. I recalcitranti venivano spesso posti di fronte al dilemma: sopravvivere abiurando o morire. Ciò è accaduto pure con le ultime sacche di resistenza pagane: quanto sangue è stato versato per debellare le religioni degli "dei falsi e bugiardi", per distruggere i santuari pagani dove molti ancora si recavano sinceramente fedeli alla religione dei loro padri.
E così i cristiani si illusero di fare anche con gli ebrei, ma non riuscirono nell'intento. Alla faccia della libertà religiosa oggi tanto conclamata dal Concilio Vaticano II e dai papi!
L'Islam si è espanso nello stesso modo, ma con una sottigliezza in più: chi non si convertiva doveva pagare un'imposta speciale, quella sui dhimmi, che si paga tutt'oggi. Molti cristiani preferirono non pagarla, si dettero non al martirio, ma alla conversione.
Non così gli ebrei, che preferirono pagare. Per questo numerose e consistenti comunità ebraiche prosperarono nei Paesi arabi fino alla metà del XX secolo, quando la rinascita dello Stato degli ebrei che si erano legittimamente riacquistata dai latifondisti ottomani la loro terra con denaro sonante, diede fastidio ai musulmani, in quanto una terra islamizzata non può più essere deislamizzata
Per questo, c'è ancora chi sogna di riappropriarsi della Sicilia, della Spagna e persino di qualche pezzo di Francia perché un tempo conquistate per periodi più o meno lunghi. Pochi sanno che il sagrato del Duomo di Milano è divenuto islamico da quando un folto gruppo di musulmani lo ha usato come luogo di preghiera nel corso di una manifestazione rivendicativa.
La negazione della presenza ebraica in Palestina l'ho contestata io stesso ad un "archeologo" palestinese a Shkem. La sua ricostruzione storica dei luoghi ammetteva l'esistenza di popolazioni cananaiche, persino samaritane, ellenistiche, romane, bizantine, ma con un buco nero riguardo alla sovranità ebraica e alla trimillenaria presenza degli ebrei in quella regione.
Gli obiettai che stava mettendo i piedi su un lacerto riguardante il palazzo reale di Samaria nato dalla scissione del Regno di Israele nel Regno del nord, sotto la sovranità di Geroboamo, e quello di Giuda al sud, sotto la sovranità del figlio di Salomone Roboamo. Fu costretto ad ammettere che era così.
Gerusalemme è tornata ufficialmente ad essere la capitale di Israele dal 1950 ed è una città unificata dal 1967 e sanzionata con provvedimento legislativo dal 1980. Chiunque può risiedervi ovunque. Gli ebrei la terra se la sono riacquistata palmo a palmo dai latifondisti ottoimani a caro prezzo.
Che Gerusalemme sia la città capitale di Israele, lo sancisce anche il Corano: andare a leggere per credere.
Shalom
Maurizio Del Maschio
Ma per chi sostiene ciecamente le narrative pro-palestinesi la storia non conta, nè contano i fatti. E' l'ideologia che domina la scena scomparirebbe se solo i nemici di Israele conoscessero la storia. Purtroppo, come diceva Albert Einstein, è più facile rompere un atomo che un pregiudizio.
IC redazione