Un libro forgiato all’inferno Steven Nadler
Traduzione di Luigi Giacone
Einaudi euro 30
Il titolo di questo saggio proclama subito il suo contenuto con un sonoro colpo di grancassa: "Un libro forgiato all'inferno". Quale mai libro potrà meritare un titolo che suona come un'invettiva? L'autore, Steven Nadler (Filosofia, università del Wisconsin) racconta e analizza uno dei testi che hanno fondato la modernità: Il Trattato teologico-politico di Baruch Spinoza. Nel 1670 Spinoza, ebreo di nascita, intagliatore di lenti per professione, diede alle stampe questo Trattato, opera che Nadler giudica: "appassionata, perfino rabbiosa, non si può fare a meno di notare un fervore, una sorta di urgenza che percorrono in modo impercettibile (ma a volte nemmeno così impercettibile) tutti i capitoli". L'autore aveva 38 anni, aveva già pubblicato alcuni lavori nessuno però che contenesse la forza dirompente del Trattato che, a parte ogni evocazione infernale, molti contemporanei giudicarono il libro più pericoloso mai pubblicato.
Spinoza sembra voler demolire, e in effetti contribuì fortemente a farlo, le fondamenta stesse della fede religiosa, "l'armonia sociale e politica e perfino la morale di ogni giorno". Sosteneva che la Bibbia non rappresenta alla lettera la parola divina. Una tesi che ha ormai ha ampia circolazione ma che allora (siamo, ricordo, nel 1670) si faticava ad accogliere. Si poteva leggere che la "divina provvidenza" altro non era che l'insieme delle leggi di natura. Tesi dalla quale il filosofo ricavò la famosa definizione "Deus sive Natura", Dio altro non è che l'onnipotente ordine naturale dal quale siamo governati. Vi si diceva che i profeti non godevano d'ispirazione celeste trattandosi solo di uomini "dotati di un'immaginazione particolarmente fervida". E ancora, che i cosiddetti "miracoli" sono considerati tali solo perché non si conoscono ancora tutte le leggi che regolano il funzionamento delle cose il che alimenta la superstizione. Nadler analizza questo libro descrivendo il contesto umano e storico nel quale è maturato. Lo fa con deciso piglio narrativo in modo da renderlo adatto, scrive, "al pubblico più vasto". Pagine lucide e appassionanti per un Trattato che, tre secoli e mezzo fa, pose le basi di buona parte di ciò che oggi chiamiamo "modernità". Un libro forgiato all'inferno
Corrado Augias
Il Venerdì di Repubblica