"Abu Mazen getta benzina sul fuoco "
da Israele, Deborah Fait
Deborah Fait
"Nella risoluzione finale, non vogliamo vedere la presenza neppure di un singolo israeliano, civile o militare, sulle nostre terre".
Ecco qua, Abu Mazen ha servito su un piatto d’argento il nocciolo della sua politica di “pace”. Non è certo la prima volta che lo dice ma questa volta lo fa proprio all’inizio degli incontri per un nuovo e poco credibile processo di pace .
Scrive Khaled Abu Toameh, corrispondente per gli affari palestinesi del Jerusalem Post : ‘Tra i palestinesi è impossibile trovare una sola persona, un solo movimento che abbia espresso gioia o soddisfazione per l’inizio dei colloqui di pace” “.
Anche questa è roba vecchia, i palestinesi, educati all’odio dal primo vagito nella culla, non hanno nessun interesse alla pace, sono stati inventati per essere usati come arma umana contro l’entità sionista e hanno come minimo comun denominatore il terrorismo.
Ammazzare ebrei, questo si fa. La pace non serve e non placherà mai questo odio isterico che nasce, per gli arabi, nella notte dei tempi.
Abu Mazen, anziché convincere il suo popolo che potrebbe essere arrivato il momento della riconciliazione col nemico di sempre, come farebbe qualsiasi statista degno di questo nome, continua a gettare benzina sul fuoco, continua a comportarsi da terrorista e da antisemita quale è sempre stato.
Ogni santo giorno accusa Israele, dove vive 1.300.000 arabi con tutti i diritti di cittadini, di apartheid e poi dice ufficialmente che nessun israeliano potrà vivere in una futura Palestina.
Abu Mazen
Incongruenza ? No, normalità, la loro normalità.
Del resto cosa ci si potrebbe aspettare da un luogotenente di Arafat che ha scritto una tesi di laurea negando la Shoà, tesi diventata libro con in copertina una stella di Davide trasformata in svastica?
Abu Mazen è un terrorista, lo è sempre stato e continua ad esserlo ma c’è di peggio, e nessuno lo dice forte e chiaro: il suo mandato è scaduto da 5 anni e nessuno parla di elezioni nell’ANP, nessuno le pretende tra la popolazione...elezioni, parola sconosciuta.
Quindi siamo alla tragicommedia: un presidente decaduto, rappresentante illegittimo di un paese che non esiste, si presenta ai colloqui di pace con una nazione sovrana e vincitrice di tutte le guerre mosse contro di essa dagli arabi, e osa porre delle condizioni: nessun israeliano dovrà vivere nei nostri territori, Gerusalemme est sarà capitale di Palestina, retrocessione di Israele dietro le linee armistiziali del 49 e far entrare in Israele cinque milioni, milione più milione meno, di eredi degli originari 600.000 profughi di 70 anni fa.
Sembra di sognare, no? Incubi su incubi.
Non è Israele che pone precondizioni, no sono loro, quelli dei no, quelli degli eroi terroristi o dei terroristi eroi, quelli delle bombe umane dentro il territorio israeliano, quelli degli sgozzamenti di intere famiglie di israeliani, quelli che tagliano la gola a bambini di tre mesi, quelli che festeggiano per le strade alle notizie degli sgozzamenti, quelli che nei decenni successivi alla loro invenzione come “popolo” sono stati capaci di creare solo miseria , terrorismo e violenza nei territori che hanno occupato o che Israele gli ha regalato, quelli che sono maestri della corruzione, dell’odio, quelli che insegnano ai bambini che gli ebrei sono scimmie, quelli che lanciano caramelle per le strade ad ogni ebreo ammazzato, quelli che hanno madri che urlano di gioia se un loro figlio si fa saltare in mille pezzi pur di ammazzare ebrei. Quelli che hanno fatto morire qualsiasi colloquio di pace, quelli che hanno rifiutato offerte talmente enormi che hanno fatto stare noi israeliani col fiato sospeso: Gerusalemme capitale , 100% dei territori (Olmert), rientro di un numero imprecisato di sedicenti profughi.
Hanno detto no a questo, capite?
Hanno detto no perché comunque un pezzettino di Israele restava agli israeliani.
Su quali basi allora si terranno questi colloqui appena iniziati?
Al momento l’unica cosa certa è la richiesta immorale degli USA, su pretesa palestinese, di liberare assassini grondanti sangue dei nostri morti.
Bibi Netanyahu ha scritto una bella e triste lettera di spiegazioni agli israeliani ma l’immoralità rimane tutta.
Mai, non è mai accaduto che una Nazione liberi migliaia terroristi assassini ( ormai sono migliaia quelli che Israele ha liberato ad ogni inizio di colloqui mai portati a termine) per avere meno di un pugno di mosche in cambio, nient’altro che una frase: “La Palestina sarà Judenrein”.
C’è di che preoccuparsi, Abu Mazen ha accettato soltanto perché sono alla bancarotta, un miliardo e quattrocento milioni di dollari di deficit, probabilmente Kerry ha promesso il saldo dei debiti, saldo inutile poiché i soldi andranno in tasca ai soliti corrotti da Abu Mazen in giù, e poi punto e a capo.
C’è di che preoccuparsi perché il mediatore sarà Martin Indik, noto per essere anti israeliano.
C’è di che preoccuparsi perché le pressioni di Obama su Netanyahu sono enormi e probabilmente il presidente vuole guadagnarsi un secondo premio Nobel.
Il primo, dato a scatola chiusa, così tanto per gradire, quando aveva appena finito il giuramento di insediamento alla Casa Bianca.
Spero che non riceva il secondo per aver distrutto Israele.
Quando Israele, sotto pressione internazionale si è ritirata dal Libano, si è beccata sulla testa i missili di Hezbollah che hanno colpito mezza Israele, a nord.
Quando Israele si è ritirata dalla Striscia di Gaza si è beccata sul groppone i missili di Hamas che hanno colpito l’altra metà del paese, a sud.
Ogni volta che Israele ha iniziato colloqui di “pace” è stata colpita dal terrorismo. Oggi grazie alla barriera difensiva, è molto più difficile per i terroristi entrare e colpirci.
Ma cosa succederà se Israele regalerà altri territori ai palestinesi? 15 km dal mare alle alture della Giudea, 2 km da alcune città Israeliane ai confini con una futura nazione terrorista.
Gli basterà una cerbottana per colpire Tel Aviv o l’aeroporto Ben Gurion.
“Nessun israeliano....Palestina judenrein”.
Cosa diranno quelli che accusano Israele di apartheid?
Avete presente il nulla? Ecco quello che diranno: niente!
La storia dei nulla è lunga.
Arafat, furbo come il demonio, ha preso in giro il mondo intero piagnucolando della “pace dei coraggiosi” organizzando in contemporanea la peggiore ondata terrorista che si ricordi, dentro Israele, traumi di cui soffriamo ancora oggi.
Yasser Arafat
Arafat, dopo aver abbandonato i colloqui di pace nel 2000, arrivò a Gaza urlando di volere la Jihad per conquistare Gerusalemme.
Il mondo rimase interdetto per un brevissimo istante.
Arafat allora corresse il tiro e disse ai suoi sudditi occidentali “ma io parlavo di una jihad di pace”.
Ahhhh, bene, disse il mondo, rassicurato, Arafat, il Mazzini palestinese secondo Craxi, porterà tutti alla pace, qualche sacrificio israeliano, robetta, e via colle colombe bianche.
Il mondo gli fece pat pat sulla spalla, felice e innamorato del suo brutto muso.
Nel frattempo in Israele si saltava per aria ogni giorno, avevamo paura di non rivedere più i nostri figli che andavano a scuola. Scuole e asili protetti dai soldati.
Il nulla! Per il mondo, il nulla!
Arafat portato in trionfo mentre Israele era coperto di sangue e reagiva coraggiosamente alla disperazione continuando a riempire, tra un kamikaze e l’altro, le strade , i locali pubblici, i teatri, i supermercati, gli autobus.
Il nulla ci circondava, un nulla fatto di indifferenza, un nulla riempito soltanto dall’odio di quella parte di mondo “impegnato”, quello intelligente, sapete, quello del “Palestina libera, Israele a morte” , quel mondo che accusava Israele di volersi difendere e poi andava ad abbracciare il mostro.
Nessuno può sapere cosa accadrà questa volta, io spero che non costi altro sangue israeliano e che non ci porti a dire “L’ultimo spenga la luce”.