Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 3007/2013, a pag 16, con il titolo "L'ira di Gerusalemme contro i grillini 'nella loro missione ci hanno snobbati', l'articolo di Tommaso Ciriaco, con la protesta dell'Ambasciatore di Israele Naor Gilon per il comportamento dei 6 depuatati 5 stelle in Israele. Ecco i nomi, non che contino, sono solo pedine manovrate dal loro Führer. Dei primi due riportiamo anche alcune dichiarazioni:
Bernini: "il sionismo è una piaga"
Di Stefano: " buongiorno Palestina"
Sibilia,Vignaroli, Carinelli, Spadoni.
La Morgantini crede di aver messo a segno un buon colpo, ma non ha fatto altro che confermare la natura squisitamente totalitaria del partito 5 Stelle. Chi li ha votati la prima volta, per protesta, sarà bene che rivolga altrove il proprio voto.
Ecco la cronaca:
Il capo-gregge Naor Gilon, Ambasciatore d'Israele
ROMA— Poco diplomatico e ben assestato, lo schiaffo ai grillini è annunciato su carta intestata dell’ambasciatore israeliano Naor Gilon. Ed è diretto ai sei deputati del Movimento cinque stelle volati solo pochi giorni fa in Israele e nei territori dell’Anp. «Quando si vuole affrontare una situazione complessa è sempre opportuno ascoltare le posizioni di entrambe le parti. Purtroppo — è il rimprovero rivolto agli uomini di Grillo dall’ambasciatore — così non è stato in questo caso». L’accusa, pesante, è di aver dato retta solo alle ragioni dei palestinesi. Di non aver neanche tentato di incontrare i parlamentari israeliani. E di avere per di più viaggiato al fianco di un’attivista che nega «lo stesso diritto all’esistenza dello Stato d’Israele».
La missiva che certifica il caso
diplomatico è diretta al capogruppo del M5S Riccardo Nuti. E, per conoscenza, anche alla Presidenza della Camera. Nel testo, l’ambasciatore Gilon ricorda di aver appreso dai media della missione dei sei grillini. Li elenca uno ad uno: Carlo Sibilia, Alessandro Di Battista, Manlio Di Stefano, Stefano Vignaroli, Paola Carinelli e Maria Edera Spadoni. Poi parte l’affondo: se si è trattato di «un viaggio di lavoro, al fine di conoscere la realtà sul campo, non mi resta che esprimere rammarico per l’occasione sprecata».
Ma il passaggio più duro arriva qualche riga dopo: «Il viaggio è stato organizzato dalla signora Luisa Morgantini, attivista ben
nota per le sue posizioni estremiste », che negano allo Stato d’Israele il diritto ad esistere. «È superfluo dire — aggiunge con ironico rammarico l’ambasciatore — che il viaggio da lei organizzato non prevedeva alcun incontro con alcun esponente ufficiale o non ufficiale» israeliano. Neanche l’ombra di un summit con i parlamentari israeliani della Knesset, rimprovera Gilon.
Un focus è dedicato al deputato Paolo Bernini. Il cinquestelle — che però della delegazione non ha fatto parte — è messo sul banco degli imputati a causa di alcune dichiarazioni pubblicate sabato scorso, nelle quali si indica il sionismo come «una piaga».
«Una simile affermazione, che nasce probabilmente dalla mancanza delle minime nozioni di storia — si infuria l’esponente della diplomazia israeliana — supera la linea rossa che costituisce il
discrimen
tra una critica costruttiva e una vera e propria istigazione e negazione della legittimità di esistenza dello Stato d’Israele ».
Difficile che la frattura possa ricomporsi. Gilon, comunque, ricorda l’incontro avuto con i grillini di palazzo Madama, poi invita i deputati a un «viaggio conoscitivo in Israele». Ma l’ultimo monito suona definitivo. E senza appello: «In questo momento storico è importante incoraggiare proprio le forze che sostengono la pace e il dialogo, evitando invece di fiancheggiare esponenti estremisti, aventi come obiettivo quello di infiammare l’odio e la violenza».
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