Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/07/2013, a pag.15, con il titolo " Siria, prete italiano rapito dai ribelli ", l'articolo di Marco Sartorelli.
Padre Paolo Dall'Oglio è sempre stato un prete coraggioso, non ha mai fatto mancare la sua voce contro la dittatura siriana. Il suo rapimento da parte dei ribelli, o meglio da una parte, Al Qaeda, fa capire la confusione nella quale si trova la guerra civile in Siria. Ci auguriamo che possa ritornare presto libero.
Un consiglio ai deputati grillini, e già che ci siamo anche alla ministra degli esteri UE Catherine Ashton, perchè non andate a verificare quel che accade in Siria ? Non è che l'idea vi spaventa ?
Ecco l'articolo:
Miliziani legati ad Al-Qaeda hanno rapito un prete italiano in Siria, il gesuita Paolo Dall’Oglio, nella città di Raqqa nell’est del Paese, controllata dai ribelli. Dall’Oglio è conosciuto per essere contrario al regime di Damasco, tanto che fu espulso lo scorso anno. Secondo fonti dell’opposizione il gruppo si chiama Stato Islamico dell’Iraq e del Levante e avrebbe sequestrato il sacerdote mentre camminava per le strade di Raqqa.
Romano, 58 anni, Paolo Dall’Oglio è noto per essere il rifondatore, negli Anni 80, del monastero cattolico siriaco Mar Musa (Monastero di san Mosè l’Abissino), a Nord di Damasco, e per il suo impegno nel dialogo interreligioso con il mondo islamico. Proprio il suo attivismo gli ha causato l’ostracismo del governo siriano, che ne decretò l’espulsione durante il soffocamento della proteste popolari scoppiate nel 2011. Dall’Oglio fu espulso il 12 giugno 2012.
Intanto è ancora in evoluzione lo scontro tra governo e ribelli: proprio ieri la televisione di Stato ha annunciato che i militari di Assad hanno espugnato l’area di Khaldiye, quartiere chiave della città di Homs, considerato finora un caposaldo dei ribelli. Poi la nota ufficiale secondo la quale «le forze armate hanno riportato la sicurezza e la stabilità in tutto il quartiere di Khaldiye». Ora il regime ha in mano praticamente la città, restano solo alcune zone minori da riconquistare, soprattutto nella Città Vecchia.
L’offensiva contro Homs era cominciata un mese dopo la caduta di Qusayr, nella stessa provincia, dove però c’era voluto quasi un anno per piegare i ribelli. Proprio a Qusayr avevano esordito apertamente al fianco delle truppe governative i miliziani Hezbollah libanesi.
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