La settimana dal 21 al 28 luglio 2013
Il commento di Astrit Sukni
Astrit Sukni
Il discorso di Obama al Cairo nel 2009 è stato una tale sciagura che tutt'ora ne paghiamo le conseguenze: direttamente e indirettamente.
L'Egitto è immerso in una guerra civile senza precedenti, al punto da farci dimenticare quella siriana in corso che conta più di 100 mila morti. Il generale Al Sisi 'raccoglie' il popolo nelle piazze e chiede il loro sostegno per l'esercito. I Fratelli Musulmani sono saliti al potere con l'inganno e la manipolazione delle masse. I giovani si sono ritrovati a dover fare i conti con una dittatura di stampo totalitarista, quella dei Fratelli Musulmani guidata da Morsi, che piano piano toglieva respiro e libertà. Ci è voluto un intero anno per capire che i Fratelli Musulmani non erano la risposta ai loro problemi; di certo non lo sarà la giunta militare. Le dittature militari non sono mai state delle democrazie e a malincuore mi trovo 'costretto' ad appoggiarla. La deriva islamista in Egitto non è tollerabile così come non è tollerabile in nessuno dei Paesi arabi. Infatti in Tunisia, la politica dei Fratelli Musulmani si dimostra spietata e ostile nei confronti dei laici e in meno di sei mesi è stato ucciso un altro leader laico dell'opposizione, Mohamed Brahmi, leader del partito Corrente Popolare. Lo hanno ucciso davanti alla sua abitazione a Tunisi. Il popolo non riesce ancora a destituire Ennahda dal potere, e forse non ci riuscirà, almeno non in questo frangente storico.
In Turchia i fanatici islamici fanno il bello e il cattivo tempo. Si trovano a loro agio. L'altra sera sono scese in piazza centinaia di donne per alle affermazioni del teologo Omer Tugrul Inancer, che alla tv pubblica ha affermato che non solo è «immorale» ma è anche «antiestetico» vedere per strada le donne in stato di gravidanza. La Turchia laica è un sogno. E c'è ancora chi la vorrebbe nella grande famiglia targata UE. Del resto, potrebbero anche farla entrare visto che l'agenda di Lady Ashton è filoislamica e antioccidentale. Una politica vergognosa che boicotta Israele e i cosiddetti territori contesi. Non solo reca un danno a Israele, ma soprattutto reca danno a quei palestinesi che nelle fabbriche e nelle industrie israeliane lavorano. Con Informazione Corretta ho avuto [il] modo di constatare questa realtà lavorativa dove parte dei lavoratori sono arabi palestinesi. E la fonte di sostentamento sono proprio le aziende israeliane, che danno loro lavoro e uno stipendio uguale per tutti, senza differenze di nazionalità. Ma la politica UE, vile, cieca e piena di odio nei confronti di Israele ha deciso di boicottarne l'economia; sia chiaro: non perché alla Lady Ashton importi qualche cosa dei palestinesi, ma per il semplice odio nei confronti di Israele.