La politica monetaria centrale la fanno i tedeschi. L'euro è il loro strumento. Nel caso della Grecia è stato Schauble ad essere intransigente. Nel caso di Israele l'influenza tedesca sul veto è stata enorme, ma effettivamente non mancavano gli altri gregari di sempre. Se non fossimo in regime di politica monetaria vincolata (euro) una decisione come quella adottataa contro israele non sarebbe stata possibile. Uscire dall'euro o rifiutarlo e restare nell'unione, come ha fatto l'Inghilterra, è il mezzo per sottrarsi all'autorità di decisioni tedesche come queste. A prescindere quindi da valutazione monetarie di equilibrio, che sono ponderazioni di politica economica da ragionare sulla fame incipiente dei salariati europei non rispetto al nostro caso, l'interesse oggettivo di Israele ad una autonomia nazionale della politica monetaria è proprio quello di impedire soluzioni centralizzate come questa, che continueranno ad esserci anche quando ci sarà una banca centrale reale, perchè la politica monetaria la fa l'organo politico non quello bancario e l'organo politico è pangermanistico e non accenna a cambiare, vantando il consenso di vecchi ragionieri sparsi in tutti i paesi membri sempre sull'attenti davanti ai tedeschi, come lo furono Mussolini il re ed i gerarchi fascisti finanche sulla legislazione razzista. L'errore non è quindi nell'euro, perchè è solo una unità di conto, ma nemmeno della assenza di una banca centrale. L'errore è il primato politico ed economico tedesco; potrei dimostrare matematicamente che la contrattazione del tempo relativa alla formazione delle quote di mercato sulla merceologia comunitaria (acciaio, latte dcc.) riportò una minusvalenza patrimoniale a danno dell'Italia che misurata in soldi oggi potrebbe sanare un quarto del disavanzo pubblico: i tedeschi imposero, tanto per fare un esempio, quote latte ponderate smisuratamente favorevoli alla loro produzione in cambio di una maggiorazione virtuale della quota acciaio con il centro sideerugico di Gioia Tauro e lo fecero ben sapendo che quel centro non avrebbe mai funzionato. E così è stato, il centro non è mai stato aperto, sicché la sola plusvalenza oggettiva delle quote acciaio finì per beneficiare famiglie come i Falk che vennero indennizzati con emolumenti impressionanti per chiudere acciarie già praticamente chiuse.
Vitaliano Bacchi |