Sul FOGLIO di oggi, 20/07/2013, a pag. 1, con il titolo " Restaurazione a Taharir" un breve aggiornamento della situazione.
Restaurazione a Tahrir II nuovo presidente promette repressione al Cairo e i generali lanciano un'operazione nel Sinai Roma. Il nuovo presidente egiziano nominato dai militari, Adli Mansour, giovedì sera ha fatto trasmettere alla tv di stato il suo primo discorso, preregistrato. "Soffocheremo i tentativi di gettare il paese nel caos, vogliono che questo periodo sia l'inizio della violenza", ha detto, leggendo un testo che gli è stato preparato da un ex speechwriter del presidente Hosni Mubarak deposto nel 2011. Un altro segno della restaurazione dell'asse ancien régime-militari. Il discorso di Mansour è stato un chiaro avvertimento diretto ai Fratelli musulmani che per ieri avevano invocato manifestazioni di massa, vantando uno sdegno democratico che suona improbabile ma che è formalmente impeccabile: "La gente ha votato Morsi, ma qui è in causa il sistema democratico in generale. Accetto che il presidente possa non avere fatto un buon lavoro, ma se il presidente francese non fa un buon lavoro non viene fatto cadere dall'esercito", dice Gehad el Haddad, portavoce del movimento, uno dei volti più noti (il suo vero nome è Jihad, poi cambiato maldestramente in Gehad per suonare più inoffensivo). Gehad dice che "milioni" di sostenitori del presidente sono pronti a scendere nelle strade e a "morire per la causa". Nel momento in cui questo giornale va in stampa, alcune decine di migliaia di persone sono scese in piazza al Cairo. La polizia ha risposto sparando gas lacrimogeni. Nello stesso giorno l'esercito egiziano ha cominciato una nuova operazione di sicurezza nella penisola del Sinai, dopo quella di facciata intrapresa l'anno scorso. Secondo il Washington Post, proprio il rifiuto del presidente Morsi di concedere ai militari di spazzare via gli estremisti che si sono raccolti nel Sinai e che hanno attaccato e ucciso anche soldati egiziani è stato uno dei fattori scatenanti del golpe. Questa volta l'operazione di sicurezza, chiamata "Fattah 2", non deve più sottostare a vincoli politici imposti dal Cairo. Il valico di Rafah che collega il paese con la Striscia di Gaza controllata da Hamas è stato chiuso e a Israele è stata fatta una richiesta - accolta - per aumentare il numero di truppe e mezzi egiziani sul posto.
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