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Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
19.07.2013 Una Gaza dipinta di rosa
la solita disinformazione di Stefano M.Torelli

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 19 luglio 2013
Pagina: 56
Autore: Stefano M.Torelli
Titolo: «Nuove note di protesta»

Un articolo tutto colorato di rosa, la solita disinformazione mediorientale di Stefano M.Torelli, su SETTE, il magazine del CORRIERE della SERA di oggi, 19/07/2013, a pag.56, con il titolo " Nuove note di protesta".
Tutto il pezzo è una sviolinata pazzesca su Gaza, dove tutto va bene, garantisce un cantante inglese lì immigrato e convertito all'islam. E' inutile citare frasi, la musica è la stessa in tutto il pezzo.
Attento, cantante rapper inglese, vatti a ripassare la misera fine del povero Arrigoni, anche lui ha fatto il tuo percorso, per finire ammazzato come un animale.
Ma Torelli queste cose non le sa, gli sfuggono. a Gaza va tutto bene.
Altro aspetto è l'ignoranza che Torelli rivela sull'argomento che tratta.

Continuiamo a stupirci come SETTE possa ospitare articoli che nemmeno il Manifesto pubblicherebbe.  Quella Gaza semplicemente ce l'ha in mente solo lui.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere a Pier Luigi Vercesi, direttore di SETTE,direttamente alla sua mail: pvercesi@corriere.it


il sogno all'inizio                              il sogno eliminato

Cultura hip hop e giovani palestinesi di Gaza: è questo il connubio creato dal cantante inglese Dai Dream. Giovane rappresentante della scena hip hop britannica, Dai Dream si è talmente immedesimato nella lotta del popolo palestinese e delle giovani generazioni arabe in generale che ha voluto portare un contributo materiale ai cantanti arabi. L'idea è stata quella di finanziare un centro di registrazione nella Striscia di Gaza, per produrre canzoni e dischi. Dai Dream viene da Liverpool, ma è rimasto affascinato dalla forza del movimento della cosiddetta "Primavera araba", che nel 2011 ha scalzato dal potere i vecchi dittatori in Tunisia, Egitto e Libia e ha provocato sommovimenti in tutto il mondo arabo. Secondo il cantante britannico, infatti, i movimenti di protesta arabi rappresentano una nuova nascita per il movimento hip hop, le cui radici sono da rintracciarsi nei movimenti dei "musulmani neri" di Malcolm X e delle Pantere nere negli Stati Uniti degli Anni 70. Dalla considerazione che il meglio di questa cultura musicale 111 viene sprigionato durante momenti di battaglie per i diritti e di protesta, Dai Dream ha dunque cercato e individuato nuovi talenti di questo genere nei Paesi arabi. E ne è rimasto affascinato, anche perla profondità dei testi e delle tematiche: impegno politico e sociale e mai riferimenti a droghe o criminalità. Dopo i contatti con alcuni cantanti arabi, Dai Dream è dunque partito per Gaza, dove è divenuto presto famoso grazie alla collaborazione con MC Gaza, rapper locale molto popolare. Dopo mesi di frequentazione del luogo e di conoscenza delle battaglie dei palestinesi della Striscia, si è anche convertito all'Islam e ha realizzato il suo sogno: aprire un centro di registrazione mobile, la cui attrezzatura potrà essere usata in diversi luoghi, dalle scuole ai centri di cultura che ne facciano richiesta. Quando la musica è davvero itinerante.

Per inviare la propria opinione a Sette, scrivere al direttore Pier Luigi Vercesi:  pvercesi@corriere.it


sette@corriere.it

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