sabato 19 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
18.07.2013 Talebani scrivono a Malala una lettera di 'scuse' per averle sparato
commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 18 luglio 2013
Pagina: 18
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La vittoria di Malala: i talebani le chiedono scusa»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 18/07/2013, a pag. 18, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "La vittoria di Malala: i talebani le chiedono scusa ".
Ma sui media italiani viene presentato come un "gentile regalo" !


Fiamma Nirenstein            Malala Yousufzai

Che gran furbastro, il leader talebano che chiede scusa a Ma­lala e così riesce a ottenere titoli in tutto il mondo. La notizia è di ieri: Malala Yousufzai fra tanti messaggi di affetto e di congratu­lazioni giunti dopo il 12 luglio giorno del suo 16simo comple­anno, ne ha ricevuto uno davve­ro speciale. Malala aveva svolto all’Onu un discorso commoven­te e di grande impatto, ricordan­do come i talebani le avessero sparato perché, nonostante la di­scriminazione che imperversa in Pakistan, voleva andare a scuola e istruirsi. La ragazzina, che ha incitato tutti i bam­bini a non accetta­re il divieto all’istru­zione e a non farsi prendere dalla pau­ra, ha ricevuto grandi applausi (forse l’Onu ha dimenticato per una vol­ta che si tratta di una criti­ca al mondo islamista) e in­coraggiamenti. Ed ecco che, con copia consegnata anche al Channel Four News in In­ghilterra, arriva una lettera stra­na: è scritta proprio dal leader dell’organizzazione pakistana che ha rivendicato l’attacco a Malala, «Tehriru Taliban».
Il leader si chiama Adnan Rashid, ed un tipo piuttosto deci­so: dopo essere riuscito a evade­re in primavera a cavallo di una ri­volta di massa da un carcere, ha subito minacciato con un video di assassinare Musharraf, l’ex presidente del Pakistan tonato dall’esilio: «Ho formato una squadra di assassini per uccider­lo, così non tornerà alla politi­ca ». Rashid scrive a Malala una frase strappacuore e che fa spa­lancare gli occhi: le spiega che ri­mase scioccato dall’attacco (
che definisce un «incidente»), che ha sentito rimorso per quello che è accaduto, che ambedue ap­partengono alla stessa tribù de­gli Yousufzai, che avrebbe volu­to che non fosse mai accaduto, le dice anche che quando era in pri­gione (ci è rimasto otto anni) le voleva chiedere di non svolgere attività antitalebane. Un consi­glio mafioso, a giudicare dal se­guito della lettera, perché dopo aver dimostrato a Malala frater­na amicizia e compassione, la riempie di con­sigli: «Attenzione, i talebani non ti hanno attaccata perché andavi a scuola o ti volevi istruire. Non sia­mo contro l’educazione di nes­sun uomo, donna o ragazza. I ta­lebani pensarono che tu stessi in­tenzionalmente conducendo una campagna di diffamazione contro i loro sforzi di stabilire un sistema islamico a Swat e che i tuoi scritti fossero provocatori». Più avanti il dispiacere di Adnad Rashid diventa ancora più pelo­so, perché senza smentire affat­to la sua biografia, piena di Sha­ria fino alla punizione capitale di chi contravviene, fino appunto a sparare o a usare il vetriolo, arma epidemica contro le donne, il ca­po talebano giustifica a pieno i peggiori gesti di violenza del suo gruppo: «Perché facciamo esplo­dere le scuole? » Adnan lo spiega: con la scusa dell’istruzione di­ventano luoghi di controllo e di sorveglianza contro i talebani.
Rashid chiede dunque a Mala­la di abbandonare le sue ambi­zioni culturali e le costruisce il programma per il futuro: «Torna a casa, adotta la cultura islamica e pashtoon, e unisciti a una ma­drassa islamica femminile ». Co­sì il capo talebano, evidentemen­te­consapevole del fatto che la ra­gazzina ha suscitato una poten­te onda di disapprovazione ver­so la sua organizzazione e le di­scriminazioni islamiche contro le donne in generale, si preoccu­pa di ristabilire una buona fama per i talebani, adesso molto lan­ciati in una strategia globale che comprende la presenza in Siria e un dialogo con gli americani in Afghanistan. Stabilisce una pole­mica con la bambina di 16 anni cui ha fatto sparare alla testa. È una mossa ambiziosa ma anche
un segnale di debolezza interna. Casca l’asino quando cerca di spiegarle che è meglio esser at­taccata dai talebani che dagli americani: «Sii onesta, se fossi stata colpita da un drone il mon­do­avrebbe mai potuto avere no­tizie sulla tua salute? Saresti sta­ta mai chiamata all’Onu? ». Man­ca solo che Rashid chieda a Ma­lala di ringraziarlo per le pallotto­le che le colpirono la testa, il viso, il collo mentre andava a scuola il 9 ottobre 2012,e per cui rimase al­l’osp­edale in condizioni gravissi­me per tre mesi. A giudicare dal­le parole di Rashid, si prepara un futuro molto duro per le donne quando gli americani se ne an­dranno dall’Afghanistan.
www.fiammanirenstein.com

Per inviare la propria opinione al Giornale, cliccare sull'e-mail sottostante


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT