La Polonia vieta la macellazione rituale
commento di Federico Steinhaus
Federico Steinhaus
La Polonia, su richiesta delle associazioni animaliste, ha vietato la macellazione rituale ebraica e musulmana. E’ una decisione di una gravità senza precedenti, per diversi motivi:
a) è la prima volta dopo la seconda guerra mondiale che uno stato europeo mette al bando la macellazione rituale
b) il divieto proviene da uno stato direttamente implicato nella deportazione e nel massacro dei propri cittadini di religione ebraica
c) il divieto colpisce una comunità ebraica che, dopo aver perso tre milioni di persone nei campi di sterminio dislocati in Polonia, sta ora cercando faticosamente di ricostituirsi
d) la Polonia non è uno stato “qualsiasi” anche perché è la mèta di milioni di persone che ne visitano i luoghi del dolore e della morte (un milione e mezzo all’anno sono i visitatori di Auschwitz-Birkenau).
Questo riguarda nello specifico la Polonia ed il suo difficilissimo rapporto con gli ebrei. Ma il divieto è esteso anche ai musulmani, e dunque non lo si può tacciare di antisemitismo. Questo divieto è invece una testimonianza di imbecillità, di mancanza di rispetto per due delle massime religioni monoteiste, in una parola riassuntiva di razzismo.
Non è una novità che fra le associazioni animaliste (come tra i pacifisti: vedasi cosa ne ha scritto pochi giorni fa Sergio Romano sul Corriere della Sera!) trovino ospitalità ed opportunità anche degli estremismi patologici e delle faziosità in genere antiebraiche e/o antiisraeliane. Ma il fatto che un governo ceda alle loro pretese cambia i parametri della valutazione che dobbiamo darne.
Le regole alimentari ebraiche e musulmane sono molto rigorose ed hanno uno strettissimo legame con l’insieme del culto e dell’osservanza dei dettami religiosi. Chi vuole essere un ebreo o musulmano osservante deve anche sottostare alle rispettive regole alimentari, antiche come le due religioni stesse (quelle ebraiche sono scritte nella Torà e nel Talmud). Il divieto “politico” di osservarle costituisce dunque un impedimento preciso e deliberato all’osservanza delle due religioni; sotto il profilo puramente tecnico, invece, questo divieto costituisce un impedimento che colpisce gli ebrei ed i musulmani con minori disponibilità economiche, in quanto chi lo potrà farà venire la carne macellata secondo il proprio rito dall’estero, con i conseguenti rincari astronomici.
Dunque, imbecillità e razzismo sono due valutazioni di cui si dovrà tener conto in futuro, dato che anche altrove in Europa e nella stessa Unione Europea questi imbecilli e razzisti di tanto in tanto provano ad imporre la loro volontà. Intanto prendiamo atto che il cristianesimo, una religione altrettanto antica, la terza delle tre religioni monoteiste che hanno generato le più nobili ed imporanti tradizioni spirituali e culturali dell’Occidente, è l’unica che non prevede regole alimentari vincolanti per il rapporto del cristiano con la sua religiosità, e che dunque è lecito supporre che questa peculiarità abbia avuto una qualche influenza sulle decisioni dei paesi europei che finora hanno vietato la macellazione rituale.