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Libero Rassegna Stampa
17.07.2013 L'Egitto ha un nuovo governo, continuano gli scontri
cronaca di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 17 luglio 2013
Pagina: 16
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Anche una cristiana nel nuovo governo. Altra strage al Cairo»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 17/07/2013pag. 16, l'articolo di Carlo Panella dal titolo " Anche una cristiana nel nuovo governo. Altra strage al Cairo".


Carlo Panella                 Hazem al Beblawi, premier egiziano

Tre donne ministro, tra le quali una cristiana copta: questa è l’unica notizia positiva venuta ieri dal Cairo, dove ha giurato il governo. Per il resto le tensioni continuano ad addensarsi sul Paese come indica il triste bollettino delle vittime degli scontri di piazza nella notte di lunedì: 7 morti, 141 feriti e ben più di 400 arresti. Tutte le vittime sono seguaci del deposto presidente Morsi, segno che neanche il Ramadan è servito - come speravano i generali egiziani - a rallentare la pressione della “piazza dei martiri”. I Fratelli Musulmani infatti non hanno nessuna intenzione di scendere a patti col governo che considerano - non senza ragioni - “golpista”, rifiutano la profferta di alcuni ministeri fatta dal premier Hazem al Beblawi e intendono continuare la pressione della piazza.
LA BATTAGLIA DEL SINAI
Non solo, si fa sempre più forte il sospetto che i Fratelli musulmani egiziani siano i veri ispiratori e registi della battaglia che si sta svolgendo nel Sinai tra bande di terroristi islamici e reparti dell’esercito egiziano, con la attiva partecipazione di «centinaia di miliziani palestinesi di Hamas». Tesi sostenuta tre giorni fa da un alto ufficiale che ha convocato la stampa internazionale per un briefing «di chiarimento sulle situazione interna egiziana» che ha detto: «I Fratelli Musulmani ci dicono: “li - berate Morsi e non avrete più problemi nel Sinai…”». E i “problemi” nel Sinai sono enormi, tanto che, come prescrive il trattato di pace tra i due Paesi, l’Egitto ha chiesto a Israele (che ha alzato al massimo il livello d’allarme al confine) l’autorizzazio - ne, subito concessa, per spostare due battaglioni nel Sinai e ha inviato a al Arish il generale Ahmed Wasfi, comandante della seconda Armata per dirigere la battaglia che sinora ha fatto una ventina di vittime tra i militari egiziani e «centinaia di vittime tra i terroristi, molti i palestinesi di Hamas ». Nel silenzio dei pacifisti e delle anime belle di tutto il mondo questa battaglia del Sinai dimostra - ora dal versante arabo - che non solo la Gaza di Hamas è un santuario di terroristi, ma soprattutto che si schiera contro le forze liberali dell’Egitto, il movimento di piazza Tahrir, a favore delle forze più oscurantiste. Si conferma che la Gaza di Hamas è un pericolo per la pace in tutto il Medio Oriente, perché rifiuta ogni mediazione politica, conosce solo la logica delle armi e non si fa scrupoli di aggredire, dopo Israele, anche l’Egitto.
LA STRATEGIA ISLAMISTA
Sta di fatto che la strategia dei Fratelli Musulmani (Hamas è la loro sezione palestinese) è comunque supportata fortemente sul piano internazionale, in primis dalla Turchia che considera illegittima la deposizione di Morsi, tanto che ieri Erdogan ha addirittura rifiutato di incontrare il vice presidente el Baradei. Uno schiaffo pesantissimo. Ma anche il “nuovo Egitto” mena fendenti ai suoi potenziali alleati: al governo Usa e della Germania che hanno chiesto tre giorni fa la «immediata liberazione di Morsi» ha infatti risposto incriminandolo subito con accuse pesantissime (incluso il “disastro economico” e l’evasio - ne con la complicità di terroristi di Hamas nel 2011). Non solo, i rappresentanti del movimento dei “Ribelli” e il partito islamista al Nour (che ai primi è stranamente alleato), hanno rifiutato di incontrare al Cairo l’in - viato di Obama, il sottosegretario di Stato William Burns. Altro schiaffo. Oggi sarà al Cairo la rappresentante Ue Catherine Ashton ed è facile prevedere che anche la pavida Europa verrà presa a schiaffi dal “vecchio” come dal “nuovo” Egitto.

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