Pakistan: cristiano condannato all'ergastolo per aver mandato un sms 'blasfemo' E' una notizia per il Vaticano ?
Testata: Libero Data: 16 luglio 2013 Pagina: 14 Autore: Simona Verrazzo Titolo: «Cristiano condannato all’ergastolo per un sms blasfemo»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 16/07/2013, a pag. 14, l'articolo di Simona Verrazzo dal titolo "Cristiano condannato all’ergastolo per un sms blasfemo".
Una manifestazione contro la legge sulla blasfemia in Pakistan
Interessante, questo articolo di Simona Verrazzo che descrive la vicenda di un giovane cristiano pakistano condannato all'ergastolo per aver mandato un sms 'blasfemo'. Chissà che cosa ne pensa il Vaticano di questo islam verso il quale si dimostra molto aperto. La notizia è stata diffusa su Avvenire, ma non sull'Osservatore Romano. Chissà perché. Ecco il pezzo:
Condannato all’ergastolo non per omicidio o crimini che hanno portato alla morte come lo spaccio di droga, ma per aver inviato un sms: uno di quei messaggini che tutti noi inviamo dai cellulari, soltanto che se capita di mandarlo in Pakistan e viene considerato blasfemo, cioè offensivo verso la religione islamica, per colpa di poche parole si finisce in prigione, con condanna a vita. Ed è una fortuna, visto che per il reato di blasfemia la Giustizia di Islamabad prevede anche la pena capitale, in virtù di una legge che ignora completamente i diritti umani. È così che a un cristiano pachistano è stato inflitto il carcere a vita. Sajjad Masih, 28 anni e membro della chiesa Avventista del Settimo giorno, è stato condannato all’ergastolo nella provincia centrale del Punjab, la più popolata del paese e il cui capoluogo è Lahore, con l’accusa di aver inviato sms considerati blasfemi ad alcuni leader religiosi musulmani locali. È quanto si legge sui siti Internet della sempre più perseguitata minoranza cristiana, come www.christiansinpakistan. com e www.pakistanchristianpost. com, che spiegano come la sentenza sia stata pronunciata sabato e il giovane sia stato anche condannato da un tribunale del distretto di Toba Tek Singh al pagamento di una multa di 200.000 rupie (circa 1.500 euro). I fatti risalgono a circa due anni fa, a quando Masih è stato arrestato, nel dicembre 2011, con l’accusa di aver inviato smsa leader religiosi di Gojra con testi ritenuti offensivi. Contro il ragazzo, in questi mesi, hanno testimoniato varie guide musulmane della zona. Durante le indagini gli inquirenti hanno ricostruito che tutto è nato da una lite per gelosia tra Masih e una ragazza pachistana che vive in Gran Bretagna, Roma Ilyas, che aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio per sposare un altro uomo, Donald Bhatti, anche lui cristiano. Secondo l’accusa, infuriato dalla scelta di quest’ultima nonostante fosse innamorata di lui, Masih aveva pensato di vendicarsi inviando con una scheda Sim intestata a Roma sms blasfemi. Come sottolinea Fides, l’agenzia cattolica del Pontificio Consiglio per la Missione nel Mondo e la Propagazione della Fede, si tratta del primo caso di “blasfemia via SMS” registrato dalla polizia in Pakistan. Nel novembre del 2010, sempre nel Punjub, per la prima volta una donna venne condannata a morte per il reato di blasfemia: Asia Bibi, cattolica e madre di cinque figli, che da allora è in carcere.
Per inviare la propria opinione a Libero, cliccare sull'e-mail sottostante