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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
16.07.2013 La rivoluzione in Egitto ha modificato tutti gli equilibri in Medio Oriente
commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 16 luglio 2013
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Così l’Egitto sconvolge il Medio Oriente»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 16/07/2013, a pag. 12, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Così l’Egitto sconvolge il Medio Oriente ".


Fiamma Nirenstein

Abbiamo esaurito le escla­mazioni di stupore. Quello che (a quanto sembra) è suc­cesso il 5 luglio, quando noti­zie non confermate ci dicono che Israele abbia attaccato un deposito siriano di armi, tra­scende le sorprese cui ormai il Medio Oriente ci ha abituato. Non solo Israele avrebbe elimi­nato a Latakia, sulla costa siria­na, missili Yakhont di fabbrica­zione russa che, se in mano di Assad o degli Hezbollah, cam­bierebbero l'equilibrio strate­gico della zona. Il fatto è che, se­condo il Sunday Times , gli ae­rei israeliani, e qui possiamo spalancare la bocca, sarebbe­ro decollati da una base turca. Questo significherebbe che l'inimicizia della Turchia ver­so la Siria e anche il suo distac­co dalla Russia, sono più forti dello scontro micidiale con Israele di cui Erdogan ha fatto una bandiera. La Turchia nega e Netanyahu, come sempre gli israeliani, non parla: questo non cambia l'impressione che un Medio Oriente davvero nuovo e contrario a ogni aspet­tativa stia emergendo con la guerra siriana e la rivoluzione egiziana. La mappa oggi ci mo­stra un Medio Oriente fatto di vincitori e vinti tutti nuovi, e persino la consueta divisione tra sunniti e sciiti non funzio­na più. La danza è aperta.


Mohamed Morsi

L'ex presidente egiziano Morsi tentò un'alleanza inusi­tata con l'Iran, visitò Teheran nell'agosto 2012, e Ahmadi­nejad
lo ricambiò nel febbraio successivo, la prima volta dal 1979, anno della pace con Isra­ele e della rivoluzione irania­na. Ma la grande avventura era destinata a una rapida conclu­sione. L'Iran ha condannato la cacciata di Morsi, e ha suggeri­to che sia frutto di «mani stra­niere»; ma il nuovo Egitto gli ha espresso «estremo disap­punto.. che dimostrano la mancanza di conoscenza pre­cisa » degli eventi. Eguali rim­brotti ha ricevuto la Turchia per la disapprovazione espres­sa dal governo per la soppres­sione del potere costituito. Al­tra alleanza svanita, dopo che Erdogan si è fatto sostenitore aperto dei Fratelli Musulma­ni.
I Sauditi, dopo un periodo di gelo, riformano il famoso «blocco pragmatico»: il Golfo, con l'Egitto, torna a far fronte, spiega Mazel, contro l'Iran. I sauditi adesso sono i maggiori sponsor. La settimana scorsa hanno concesso al Paese del Nilo un finanziamento di 8 mi­liardi di dollari. Risvegliati alla
consueta lotta del loro reame per l'egemonia del mondo ara­bo, sono certo contenti della grande novità: la messa fuori giuoco del Qatar, che ha soste­nuto con grandi somme e con il trapano ideologico di Al Jaze­era tutte le rivoluzioni di cui i Fratelli Musulmani hanno por­tato la bandiera. Il Qatar è sta­to in questi anni rivoluzionari il bambino prodigio, lo spirito moderno dell'islamismo smart. Ha travestito l'islami­smo da rivoluzione democrati­ca. Un genio dei media a galla su un mare di petrolio. L'Ara­bia Saudita non l'ha presa be­ne, Al Jazeera ha reso sexy la Fratellanza musulmana in Tu­nisia, in Libia, in Egitto e anche in situazioni più periferiche.

Il Qatar ha finanziato con 7 miliardi anche Hamas, ma l'in­vestimento non funziona più: l'organizzazione di Gaza subi­sce i colpi del nuovo governo militare egiziano che gli dà la caccia nel Sinai, che non gli consente più di esportare armi e uomini in Egitto. Hamas, membro dei Fratelli, ha perso il fratellone egiziano, e il Qatar non si sente tanto bene. Anche Hezbollah non è più l'asso pi­gliatutto in Libano: avendo combattuto con migliaia di uo­mini a fianco di Assad, di fatto ha creato disgusto all'interno del Libano. I ribelli siriani rag­giungono con attentati la Mili­zia Sciita amica di Assad fino a Beirut, e si ricompongono vec­chie amicizie sunnite-cristia­ne anti Hezbollah e Siria. Per Assad vedremo. Ogni giorno una sorpresa nuova.
www.fiammanirenstein.com

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