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Medio Oriente: si ritorna al vecchio equilibrio regionale ? (Traduzione di Angelo Pezzana) http://www.jpost.com/Middle-East/Middle-East-Back-to-the-old-regional-equilibrium-319749 La cacciata del Presidente Morsi riuscirà a restaurare gli equilibri regionali dell’era Mubarak ? Malgrado il fatto che i Fratelli Musulmani non siano ancora sconfitti e la crisi sia ben lontana dall’essersi risolta, le relazioni tra l’Egitto e l’Arabia Saud ita si stanno rallacciando, lo stesso sta avvenendo con gli Emirati del Golfo co n l’eccezione del Qatar. Questi stati si sono impegnati a versare 12 miliardi di dollari per salvare l’economia egiziana, ma anche per dimostrare il sostegno al nuovo regime nella lotta alla Fratellanza. La vecchia e pragmatica alleanza con tro l’Iran sta riprendendo forma, mentre il Qatar, dopo decenni di alleanza con i Fratelli, si trova oggi isolato. La caduta di Mubarak e l’avanzata della Fratellanza aveva messo fine a un sistema di alleanze che erano durate trent’anni. Il fronte dei paesi pragmatici con al la guida l’Egitto e l’Arabia Saudita – e il sostegno degli Usa - aveva cessato di esistere. Con l’Egitto alle prese con i problemi interni, l’Arabia Saudita si era trovata sola contro l’Iran. Ma il peggio doveva ancora arrivare. I Fratell i Musulmani avevano cercato -senza successo- di riallacciare i rapporti con l’Iran. Dopo tutto, Hassan al Banna, il fondatore del movimento, non era contro gli sciiti, infatti proponeva l’unificazione di tutto l’islam. Il primo passo lo compì Morsi, includendo Teheran nel Forum arabo/islamico del comitato dei quattro, con Egitto, Turchia, Arabia Saudita, per arrivare a un compromesso che mettesse fine alla tragedia siriana. Ma Iran e Arabia Saudita la pensavano in maniera opp osta su molti aspetti, l’Iran mirava alla leadership sulla regione del Golfo, il programma nucleare e il coinvolgimento nella guerra in Siria, per cui il comita to non vide mai la luce. Morsi decise poi di fare il primo passo con il ristabi lire relazioni diplomatiche con l’Iran. Ma non ha funzionato. I Salafiti egizian i, dato il loro un odio radicato verso la componente sciita dell’islam, hanno ma ndato a monte il progetto, incitati dll’Arabia Saudita, da cui arriva loro la ma ggior parte dei finanziamenti. Non a caso, Riyad ha preso le distanze dall’Egitt o dopo l’elezione di Morsi alla presidenza. Dovendo contribuire alla solidarietà araba, i Sauditi hanno promesso all’Egitto due miliardi di dollari, ma solo la metà della somma - e con riluttanza – è stata consegnata. Eppure, nel passato, la monarchia aveva collaborato con la Fratellanza. Nel 1961, Said Ramadan, già s egretario di Hassan al Banna, aveva proposto a Re Saud di dare vita a una “Lega Mondiale Islamica”, per diffondere il Wahabismo, la versione arabo-saudita dell’ islam, in Occidente. Con i finanziamenti sauditi si sono costruite moschee, cent ri colturali diretti da Fratelli Musulmani nei paesi europei e negli Stati Uniti . L’Arabia Saudita accolse poi i Fratelli espulsi da Nasser negli anni ’50 e ’60 , in molti si stabilirono nel regno. Poi ci fu l’11 settembre, e l’Arabia Saudit a visse come uno shock il fatto che 16 dei 18 terroristi che attaccarono le Torr i Gemelle erano di nazionalità saudita. Un aspetto che avrebbe potuto deteriorar e l’importante rapporto con gli Usa. Il regno reagì di fronte al pericolo. I Fra telli Musulmani avevano introdotto la Jihad nel paese e allevato una generazione di terroristi che stavano operando in tutto il mondo. Il Re espulse i Fratelli Musulmani, e nessuna delle due parti l’ha dimenticato. Il Qatar ha una storia differente. La Fratellanza si è stabilita nel piccolo pa ese beduino da più di 50 anni, quando vi trovarono rifugio i suoi militanti in f uga dal pugno di ferro di Nasser. Il loro sostentamento, allora, derivava essenz ialmente dalla pesca delle perle. Furono bene accolti dai beduini, che apprezzav ano il loro islam wahabita, dalle rigide regole. I Fratelli ricambiarono, costru endo un ministero dell’educazione e uno della religione per indottrinare i giova ni. Fu in quegli anni che Yusuf al Qaradawi, che sarebbe poi diventato il leader religioso del movimento, arrivò in Qatar. Fondò due importanti istituzioni: l’“ Unione Mondiale dei Sapienti dell’Islam”, con il compito di spiegare gli editti religiosi ai fedeli in tutto il mondo, e i l “ Congresso Europeo per la Fatwa e la Ricerca”.
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