Se Mc Donald's guadagna le simpatie degli ignoranti che scribacchiano contro Israele come fa Torelli, sul settimanale del Corriere
Testata: Corriere della Sera Sette Data: 12 luglio 2013 Pagina: 42 Autore: Stefano Torelli Titolo: «Un panino avvelenato»
Riportiamo da SETTE del CORRIERE della SERA di oggi, 12/07/2013, a pag. 42, l'articolo di Stefano Torelli dal titolo "Un panino avvelenato".
Invitiamo i nostri lettori a scrivere al direttore di SETTE (la e-mail è a fondo pagina) per protestare contro la disinformazione diffusa sul settimanale che dirige.
Stefano Torelli
La notizia non è nuova, era già stata diffusa dal Corriere della Sera del 28 giugno (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=49692). Riprendiamo il pezzo di Torelli per il tono compiaciuto con cui viene descritta la cosa : "McDonald's guadagna un punto a favore in termini di popolarità presso la causa palestinese". Ariel sarebbe " insediamento di coloni israeliani all'interno della West Bank, teoricamente sotto controllo palestinese". Consigliamo a Torelli un viaggio in Israele, così potrà vedere con i propri occhi che cos'è Ariel, città israeliana di 20.000 abitanti con tanto di università prestigiosa. Se invece non vuole informarsi dirttamente -nessuno vi è obbligato- almeno si informi prima di scrivere, Ariel è nella Zona C, sotto il totale controllo di Israele, Torelli si legga glik "Accordi di Oslo", firmati anche da Arafat. Si tratta di una di quelle città che, nell'ambito dei negoziati, rimarrebbe al'interno di Israele, scambiata con altri territori a popolazione in maggioranza araba. Il pezzo chiarisce, nel caso ce ne fosse bisogno, il vero obiettivo di quelli che Torelli definisce nella prima riga "movimenti alternativi". Non contano sul serio i diritti civili e il rispetto della democrazia, quanto la diffamazione, la delegittimazione e l'odio di Israele.
Burger Ranch, catena fast-food israeliana, aprirà un ristorante nel centro commerciale di Ariel Ecco il pezzo:
Solitamente nelle mire dei movimenti "alternativi' quale simbolo del mondo globalizzato, McDonald's guadagna un punto a favore in termini di popolarità presso la causa palestinese. E attira le ire di Israele. Tutto è nato dal rifiuto della catena di fast-food di aprire in un centro commerciale di Ariel, insediamento di coloni israeliani all'interno della West Bank, teoricamente sotto controllo palestinese. Il capo del franchising israeliano di McDonald's, Omri Padan, da sempre è attento a non infrangere alcune regole etiche, tra cui quella di non operare al di fuori dei confini israeliani del '67. Così, mentre Tel Aviv sostiene la nascita di nuovi insediamenti all'interno dei Territori palestinesi (giudicati illegali dal diritto internazionale), McDonald's si oppone. Nonostante la catena abbia 180 ristoranti in Israele, è ora accusata di politiche anti-israeliane. E non si è fatta attendere la contromossa di Burger Ranch, catena israeliana di fast-food aprirà un proprio ristorante ad Ariel "per la gloria di Israele"
Per inviare la propria opinione a Sette, cliccare sull'e-mail sottostante