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Ugo Volli
Cartoline
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Antisemitismo finanziario 10/07/2013

Antisemitismo finanziario
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

il complotto giudaico massonico

Cari amici,

di antisemitismo non è possibile cessare di parlare: a ogni "giornata della memoria", a ogni 25 aprile, ogni volta che ricorre l'anniversario di una deportazione, inevitabilmente il tema centrale è l'antisemitismo. Ma apparentemente, di antisemiti non ce ne sono più. A parte qualche squallido residuo fascista, in apparenza più ridicolo che pericoloso,  chi direbbe oggi che ci sono le razze e magari quelle inferiori e quelle superiori, che gli ebrei, tutti, anche quelli di oggi e di domani, sono colpevoli di "deicidio", che ammazzano i bambini cristiani per usarne il sangue nei loro riti pasquali o via continuando con atroci calunnie che hanno provocato lutti immensi per secoli e secoli? Nessuno avrebbe il coraggio oggi di scrivere un libro intitolato "Bagattelle per un massacro" come ha fatto Céline, nessuno si proclamerebbe apertamente antisemita, come facevano movimenti e partiti fino a metà del Novecento, nessuno organizzerebbe campagne contro gli ebrei come fece per un secolo "La Civiltà Cattolica", organo dei gesuiti i cui articoli sono sempre rivisti e approvati dalla segreteria di Stato del Vaticano.

Eppure i dati raccolti dall'unione europea mostrano che un 44% dei cittadini dell'Europa dev'essere definito antisemita. La principale spia per questa constatazione sono gli atteggiamenti nei confronti di Israele, che è largamente demonizzato dai mezzi di comunicazione. Israele è l'ebreo fra gli Stati, ha ereditato l'odio che una volta si rivolgeva contro le comunità e i singoli ebrei, con l'aggiunta di pregiudizi politici (possono dirsi antisraeliani non solo i fascisti, ma anche i comunisti, per ragioni ufficialmente ideologiche e di schieramento) e nazionali (gli arabi non sopportano che nella "loro" parte del mondo vi sia un potere non islamico). Di questo tema vi ho parlato molte volte e non voglio ripetermi.

Ma oltre all'odio contro Israele, esplicito e militante, vi è un altro sintomo di antisemitismo, un modo di pensare che ricalca vecchi modelli e vecchie accuse, ma che si ripropone ancora oggi con regolarità. E' l'idea che gli ebrei dominerebbero l'economia mondiale, naturalmente allo scopo di affamare il popolo e di prendere il potere mondiale, o forse piuttosto affamerebbero il popolo per dominare l'economia: sarebbero cioè strapotenti e crudeli, affamati di potere e nemici di tutti gli altri. La globalizzazione e la crisi in cui viviamo non sarebbero altro che i frutti attuali di questa congiura. La responsabilità delle difficoltà, per essere più precisi, sarebbe delle banche e della finanza mondiale, ma non in seguito a errori dei vari soggetti, investimenti sbagliati, speculazioni miopi e leggi inadeguate, soprattutto all'emergere di paesi una volta ininfluenti e oggi potentissimi, come la Cina, come probabilmente  è accaduto. No, dietro a questi atti ci sarebbe una sorta di direzione strategica unificata, ben decisa a  impoverire il mondo per arricchirsi, che è un paradosso piuttosto evidente: come fa un sistema finanziario a svilupparsi, in prospettiva, senza un'economia che funzioni bene, lo alimenti e ne richieda i servizi?


Complottismo

E questa direzione strategica, notate bene non sarebbe dei grandi attori molto noti che hanno il potere di influire sul mercato globale e anche sulla politica, come la Cina che detiene buona parte del debito pubblico americano o gli sceicchi del petrolio (pensate a quel che ha fatto il Qatar negli ultimi anni). No, sarebbe della “finanza ebraica”, o addirittura direttamente degli “ebrei”, sulla base di vecchi stereotipi e nomi come “i Rotschild”, che non sono certo più fra i gruppi finanziari più potenti o “la banca Goldman Sachs”, che non appartiene più da decenni ai suoi fondatori ebrei. In Italia, in Germania, in America, per non parlare dei paesi emergenti, è piuttosto raro trovare degli ebrei fra i proprietari delle ricchezze veramente grandi.

Ma non importa, dove i fatti non ci sono, regge il mito, l'antica immagine dell'ebreo usuraio - e non importa affatto che il mestiere di prestare denaro durante il medioevo fosse imposto agli ebrei europei insieme a pochi altri rifiutati dalla popolazione, come il robivecchi e il rigattiere, perché tutto il resto, in particolare l'agricoltura e l'artigianato, era loro proibito. Oggi l'antisemitismo finanziario è mitico e infondato quanto l'antisemitismo antisionistico - e altrettanto diffuso nei media, su Internet nelle chiacchiere della gente e anche fra forze politiche che pure hanno una responsabilità istituzionali. Lo trovate abbondantemente diffuso non solo sui siti esplicitamente antisemiti, ma anche sul blog di Grillo.


Paolo Polidori, Lega Nord

Di recente, per fare un solo esempio, c'è stata una polemica a Trieste in cui è stato coinvolto il capogruppo della Lega Nord al consiglio provinciale Paolo Polidori contro la comunità ebraica. Polidori aveva dichiarato a un congresso del suo partito che “il presidente del consiglio dei ministri Mario Monti e il governo [allora] in carica sono espressione del potere giudaico-massonico” e di fronte alle proteste della comunità ebraica aveva dichiarato “ribadisco che il potere finanziario mondiale è in mano al sistema giudaico-massonico”. La cosa era finita sui giornali, era seguita una querela, un rinvio a giudizio per l'esponente leghista, una controquerela in cui il consigliere provinciale si era dichiarato “gravemente minacciato” da un post apparso sul profilo Facebook dell'avvocato Kostoris che l'aveva denunciato, in cui non era nominato ma si diceva che gli ebrei non tacciano più ma reagiscono se li si insulta. Sono dettagli insignificanti? Opinioni legittime? Maldicenza poco significativa? Niente affatto. Anche in Germania negli anni Trenta si sostenevano queste cose, anche Mussolini parlava dei complotti demo-giudo-massonici. E' giusto reagire, denunciare, come hanno fatto gli ebrei triestini. E sarebbe giusto che Maroni, oggi segretario della Lega Nord dopo aver fatto il ministro degli interni, che quindi dovrebbe conoscere bene i rischi dell'antisemitismo, intervenisse su questa faccenda, se non altro per differenziarsi dai deliri di Stormfront e compagnia.

Ugo Volli


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