Tunisia: laici contro gli islamisti di Ennahda ma qualcuno crede ancora alla 'primavera'
Testata: La Stampa Data: 02 luglio 2013 Pagina: 13 Autore: Redazione della Stampa Titolo: «Contrasti insanabili fra Ennahda e i partiti laici in Assemblea»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 02/07/2013, a pag. 13, la breve dal titolo "Contrasti insanabili fra Ennahda e i partiti laici in Assemblea".
Nella prima riga si legge "Anche la Tunisia, il Paese che ha dato il via alla Primavera araba, rischia uno stallo di tipo «egiziano» mentre le tensioni fra la società laica e gli islamisti salafiti continuano a salire". Ancora con la favola della Primavera araba? Tunisia, Egitto e Libia sono passati da dittature laiche a dittature islamiche. Nessuna 'primavera'. Quella che viene definita genericamente 'opposizione' poche righe sotto, è l'ultimo barlume di laicità presente in Tunisia, quella che si oppone agli islamisti e ai salafiti, quella che viene scarsamente considerata dai media internazionali. Ecco la breve:
Anche la Tunisia, il Paese che ha dato il via alla Primavera araba, rischia uno stallo di tipo «egiziano» mentre le tensioni fra la società laica e gli islamisti salafiti continuano a salire. L’Assemblea costituente tunisina ha confermato ieri le sue divisioni apparentemente insanabili sulla nuova bozza della Costituzione che ha iniziato a esaminare. Ratificata il mese scorso dal presidente dell’Assemblea costituente, la bozza è stata discussa da una sessione plenaria di cui facevano parte anche l’ex presidente della Repubblica Foued Mbazaa, il leader del partito islamico di maggioranza «Ennahda» Rached Ghannouchi, il ministro della Giustizia Nadhir Ben Ammou e il presidente della prima Assemblea costituente del 1956 Mustapha Filali. Durante la presentazione di Habib Khedher sono state numerose le contestazioni della bozza da parte dell’opposizione, tanto da costringere il presidente dell’Assemblea, Mustapha Ben Jaafar, a interrompere la seduta e a rinviarla sine die. Il responsabile dell’Assemblea Meherzia Laabidi ha condannato l’opposizione, accusandola di «contrastare l’interesse generale del Paese».
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