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Le dittature islamiche finiranno come quelle comuniste 01/07/2013

L'articolo da voi proposto sul tema della "grande guerra" tra sunniti e sciiti è molto interessante. Io vedo questa lotta intestina come una lotta per l'egemonia nel mondo musulmano in cui, per varie ragioni, gli occidentali non hanno nulla da guadagnare.
Ciò su cui tuttavia non sono d'accordo è il fatto che sia impossibile influire sulla vicenda.
Si può influire sul grado di ostilità antioccidentale che avrà il vincitore.
Mi spiego:
pur sapendo che voi per ovvie ragioni non potrete condividere le mie premesse credo che, dalla caduta dell'impero ottomano, i popoli mediorientali siano stati, di fatto, sotto una sorta di neo-colonialismo american-europeo (in cui inizialmente la componente dominante era europea e successivamente americana). Non è difficile motivare questa affermazione. Per gli Usa nel contesto della guerra fredda prima e poi della lotta ormai persa contro il multipolarismo, il medio oriente è sempre stato un territorio essenziale. Per la sua posizione strategica e le sue immense risorse naturali gli Usa hanno sempre voluto mantenere " questa zona , per quanto possibile, sotto il controllo americano. Dunque gli occidentali hanno sempre "interferito" per usare un eufemismo, nella libertà degli arabi, finanziando guerriglie e opposizioni ai regimi non amici, mantenendo con le loro armi despoti consenzienti agli interessi di Washington (ad esempio la famiglia reale saudita, i vari emiri tra cui quello del Qatar, sempre apprezzati e appoggiati dall'America, o quello del Kuwait, che dopo l'invasione irachena che lo aveva deposto fu rimesso al potere dagli americani, che pure in altri casi hanno fatto guerre in nome della "democrazia" , senza chiedere nessuna riforma democratica etc).
Quando non era possibile imporre governi o dittatori amici con le buone si usavano le cattive, attraverso colpi di stato come quello sponsorizzato dagli Usa in Iran, contro un governo legittimo e laico, o con la guerra, come in Iraq dove un dittatore è stato spodestato (con costi umani ed economici immensi) nonostante non fosse una minaccia per nessuno, non avesse armi di distruzione di massa, non controllasse neppure il proprio territorio e non fossero in atto violenze o uccisioni indiscriminate. Altri dittatori invece, se amici, sono stati addirittura foraggiati e difesi, come Mubarak in Egitto. Dunque l'intera politica occidentale in quei paesi è stata mirata a creare stati vassalli che concedessero le proprie risorse strategiche agli Usa. Questo ha portato gli arabi e i musulmani a comprendere che, per liberarsi dell'imperialismo americano, dovevano unirsi. In questo momento sono due i macro-blocchi. il primo capeggiato dall'Iran, caratterizzato da una politica ambiziosa e pragmatica al tempo stesso, e il secondo capeggiato da Arabia saudita e Qatar, distinto da una forte influenza finanziario-mediatica.

Il terreno di scontro in questo momento è la siria.

Io credo che a uscire vittorioso sarà l'Iran per due ragioni. La prima è la profonda intelligenza politica del gigante persiano, che ha saputo creare una serie di alleanze politico-diplomatico-militari in funzione antiamericana (mentre l'altro gruppo oscilla tra un odio antiamericano folle e una inconfessabile alleanza con gli Usa). Paradossalmente poi io ritengo che per l'occidente sia meglio la vittoria del primo fronte. L'Iran infatti aspira a un ruolo di potenza regionale e a divenire una sorta di punta di diamante del mondo musulmano, e ha le risorse economiche, tecnologiche, culturali e geografiche per divenirlo e per avviare una politica di autonomia della regione dall'Occidente. Insomma l'Iran può portare i paesi musulmani fuori dal dominio occidentale ma, una volta autonoma, la persia tornerebbe a essere colta e moderata. Accadrebbe insomma qualcosa di simile a quanto accaduto tra Usa e Regno Unito. Le ex colonie raggiunta l'indipendenza potrebbero cioè instaurare nuovi e positivi rapporti alla pari con l'ex colonialista. Nel caso di una vittoria dell'altro asse invece, magari con l'aiuto occidentale, il mondo arabo-musulmano sarebbe unificato in nome di un'ideologia arretratissima, tribale, e di profondo odio per l'occidente, gestita da sovrani feudali ricolmi di ricchezze. Per Israele le cose saranno ovviamente difficili in entrambi i casi, anche perché a quanto pare lo stato ebraico rifiuta di comprendere che la pace con i palestinesi (basata su un rapporto paritario, quindi o su uno stato binazionale paritario o su due stati che abbiano dimensioni accettabili e non su una serie di microscopiche entità separata da un lato e uno stato vero e proprio dall'altro) è una sua esigenza improcrastinabile.

So che questa idea vi fa orrore, ma solo con una politica distensiva, che faccia nascere innanzitutto l'ormai proclamato stato di palestina sul territorio al dilà della linea verde (eventualmente con piccoli aggiustamenti) e che rinunci a un controllo economico e politico degli stati mediorientali strategici da parte delle potenze occidentali si potrà raggiungere una pace e una collaborazione proficua. Se questo non accadrà gli stati musulmani arriveranno a un'alleanza strategica con la cina e la russia, con un disimpegno europeo (a proposito che ne dite della immane crisi diplomatica tra EU e USA? ricordate quando dicevo che l'alleanza atlantica era destinata a raffreddarsi molto?) e con i nuovi soggetti geopolitici come brasile, stati sudamericani, sud africa etc. In questo scenario non solo finirebbe l'ormai comatosa egemonia americana, ma gli usa si ridurrebbero a essere un grosso canada negli equilibri mondiali, prevedo dunque che, una volta compreso che non è più possibile ignorare la volontà di emancipazione dei musulmani cercheranno di avere con loro buoni rapporti, e a cominciare dall'Iran ci saranno riavvicinamenti impensabili.

Superpollicino

Dopo la prima guerra mondiale, ma anche prima, non vi è mai stato nessun colonialismo americano in Medio Oriente, ma europeo. Partendo da questo errore, tutta la sua analisi crolla. Vede , caro anonimo superpollicino, lei sbaglia anche quando scrive che Saddam Hussein non era un pericolo per nessuno, dimenticando che si era annesso il Kuweit ed avrebbe fatto altrettanto con l'Arabia Saudita senza l'intervento armato degli alleati, chiamati proprio da Kuweit e Arabia Saudita.
Lei poi ignora che Saddam Hussein aveva sterminato migliaia di curdi, con quale arma crede l'abbia eseguito se non con quella chimica ? Lei poi confonde colonialismo con la difesa ovvia per qualunque stato dei propri interessi economici. L'America non è mai stata colonialista ! Nè ha mai conquistato altri stati, non la confonda con la ora defunta Urss.
L'altro errore che commette è confondere i musulmani con i regimi che li opprimono. Le primavere arabe erano nate come una rivolta contro i loro regimi dittatoriali, le giovani generazioni volevano la libertà che c'è nei paesi occidentali, altro che America colonialista o Israele sionista !

Dificile dire come andrà a finire, ma una cosa ci auguriamo, che la sua previsione sul futuro dell'Iran - che lei presenta come uno Stato pieno di pregi - non si avveri. Questo per il futuro della democrazia, non solo in Iran, ma in tutto il mondo arabo-musulmano. E' andata cosi' per quanti aspettavano la vittoria del comunismo - e oggi plaudono ai valori dell'America- cosi' sarà anche per le sue previsioni.
IC redazione


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