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L'articolo da voi proposto sul tema della "grande guerra" tra sunniti e sciiti è molto interessante. Io vedo questa lotta intestina come una lotta per l'egemonia nel mondo musulmano in cui, per varie ragioni, gli occidentali non hanno nulla da guadagnare. Il terreno di scontro in questo momento è la siria. Io credo che a uscire vittorioso sarà l'Iran per due ragioni. La prima è la profonda intelligenza politica del gigante persiano, che ha saputo creare una serie di alleanze politico-diplomatico-militari in funzione antiamericana (mentre l'altro gruppo oscilla tra un odio antiamericano folle e una inconfessabile alleanza con gli Usa). Paradossalmente poi io ritengo che per l'occidente sia meglio la vittoria del primo fronte. L'Iran infatti aspira a un ruolo di potenza regionale e a divenire una sorta di punta di diamante del mondo musulmano, e ha le risorse economiche, tecnologiche, culturali e geografiche per divenirlo e per avviare una politica di autonomia della regione dall'Occidente. Insomma l'Iran può portare i paesi musulmani fuori dal dominio occidentale ma, una volta autonoma, la persia tornerebbe a essere colta e moderata. Accadrebbe insomma qualcosa di simile a quanto accaduto tra Usa e Regno Unito. Le ex colonie raggiunta l'indipendenza potrebbero cioè instaurare nuovi e positivi rapporti alla pari con l'ex colonialista. Nel caso di una vittoria dell'altro asse invece, magari con l'aiuto occidentale, il mondo arabo-musulmano sarebbe unificato in nome di un'ideologia arretratissima, tribale, e di profondo odio per l'occidente, gestita da sovrani feudali ricolmi di ricchezze. Per Israele le cose saranno ovviamente difficili in entrambi i casi, anche perché a quanto pare lo stato ebraico rifiuta di comprendere che la pace con i palestinesi (basata su un rapporto paritario, quindi o su uno stato binazionale paritario o su due stati che abbiano dimensioni accettabili e non su una serie di microscopiche entità separata da un lato e uno stato vero e proprio dall'altro) è una sua esigenza improcrastinabile. So che questa idea vi fa orrore, ma solo con una politica distensiva, che faccia nascere innanzitutto l'ormai proclamato stato di palestina sul territorio al dilà della linea verde (eventualmente con piccoli aggiustamenti) e che rinunci a un controllo economico e politico degli stati mediorientali strategici da parte delle potenze occidentali si potrà raggiungere una pace e una collaborazione proficua. Se questo non accadrà gli stati musulmani arriveranno a un'alleanza strategica con la cina e la russia, con un disimpegno europeo (a proposito che ne dite della immane crisi diplomatica tra EU e USA? ricordate quando dicevo che l'alleanza atlantica era destinata a raffreddarsi molto?) e con i nuovi soggetti geopolitici come brasile, stati sudamericani, sud africa etc. In questo scenario non solo finirebbe l'ormai comatosa egemonia americana, ma gli usa si ridurrebbero a essere un grosso canada negli equilibri mondiali, prevedo dunque che, una volta compreso che non è più possibile ignorare la volontà di emancipazione dei musulmani cercheranno di avere con loro buoni rapporti, e a cominciare dall'Iran ci saranno riavvicinamenti impensabili. Superpollicino Dopo la prima guerra mondiale, ma anche prima, non vi è mai stato nessun colonialismo americano in Medio Oriente, ma europeo. Partendo da questo errore, tutta la sua analisi crolla. Vede , caro anonimo superpollicino, lei sbaglia anche quando scrive che Saddam Hussein non era un pericolo per nessuno, dimenticando che si era annesso il Kuweit ed avrebbe fatto altrettanto con l'Arabia Saudita senza l'intervento armato degli alleati, chiamati proprio da Kuweit e Arabia Saudita. |
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