" Forza e coraggio, Padre Nadaf! "
da Israele, Deborah Fait
Deborah Fait
a destra, una soldatessa araba israeliana
In questo mondo alla rovescia essere coerenti, onesti ma soprattutto non odiare Israele è controproducente e pericoloso, in tutti i settori , quelli religiosi compresi.
Come tutti saprete, amici, in Israele vive più di un milione di arabi che , come dovrebbe essere in ogni paese democratico, godono dei diritti di tutti i cittadini dello stato. Israele però ha una particolarità non comune in altri paesi democratici, Israele è in guerra e sempre minacciato di annientamento dai suoi vicini arabi. Israele è l’unico paese al mondo di cui si dice che “ha il diritto di esistere”. Questa frase mi fa agghiacciare il sangue nelle vene ogni volta che la sento perché dire che “ Israele ha il diritto di esistere” significa ammettere che potrebbe anche essere vero il contrario.
Di quale altra nazione del mondo si oserebbe fare una simile affermazione? Potrebbe qualcuno dire che l’Italia ha diritto ad esistere? Esiste qualche capo di stato in visita nel Bel Paese che potrebbe esordire con una frase del tipo “L’Italia ha diritto di esistere”?
Nascerebbe uno scandalo enorme, roba da rompere le relazioni diplomatiche con il paese il cui inviato dicesse una simile oscenità.
L’Italia esiste e basta, piaccia o no, sia simpatica o meno, esiste e non si tocca! Lo stesso vale per ogni paese del mondo , dal Polo Nord al Polo Sud, sia in guerra o sia in pace, sia democrazia o dittatura, ogni Nazione del mondo, di questa palla che è il globo terraqueo, ha il diritto inalienabile all’esistenza, senza che nessuno osi metterlo in dubbio.
Con un’unica eccezione, Israele.
Tutti, e ribadisco, TUTTI, nessuno escluso , ogni capo di stato, ogni ministro degli esteri, politico, diplomatico che sia, ogni rappresentante di paesi che non siano islamici o islamizzati, se visita Israele, nel suo discorso ufficiale, all’inizio o alla fine o durante, pronuncia questa terribile frase, la dice sempre sorridendo soddisfatto e convinto di essere bravo e amico, democratico e lungimirante “....ma si ragazzi miei, Israele può esistere, ma certo..... ne ha il diritto....ve lo permettiamo perché siamo buoni...” e ogni volta a me viene la solita nausea alla bocca dello stomaco e gliele farei rimangiare quelle parole, gliele risbatterei in gola come un cipollone indigeribile.
Benché sia circondato da nemici mortali che ne auspicano l’annientamento, nonostante tanti falsi e ipocriti “amici” occidentali dicano che “ si, è vero che Israele rompe le scatole, è vero che se non ci fosse andrebbe tutto meglio e gli arabi islamisti sarebbero liberi di fare il bello e il cattivo tempo in tutto il Medio oriente e nel mondo , è vero che sia pieno di ebrei, ma, si sa, nessuno è perfetto.... noi, che siamo buoni e generosi, gli permettiamo di esistere...”
Nonostante tutto ciò Israele è talmente democratico che non solo da i diritti civili, come è giusto che sia, a tutti i cittadini arabi, quindi anche possibili nemici in casa, ma fa molto di più, rende facoltativo per questa parte della popolazione, sia il servizio militare (obbligatorio per gli ebrei , i drusi, i circassi , i beduini israeliani) che il servizio civile (alternativo per tutti coloro che rifiutano le armi).
Padre Nadaf
E veniamo a Padre Nadaf, un prete greco ortodosso di Nazaret, che si batte perché gli arabi cristiani si integrino sempre più e sempre meglio nella società israeliana. Lui appoggia e incoraggia tutti i giovani arabi cristiani a arruolarsi nell’IDF o a fare il servizio civile presso le proprie comunità e villaggi.
Il risultato di questo suo coraggioso tentativo di integrare gli arabi nella società in cui vivono gli sta costando moltissimo. È stato messo al primo posto nella lista degli indesiderabili dagli arabi più integralisti della Knesset che stanno facendo pressione sul Patriarcato ortodosso affinché punisca il povero Nadaf allontanandolo dal Patriarcato.
Nadaf è rimasto solo, da mesi ormai è escluso da ogni sito cristiano, non può entrare nella Basilica dell’Annunciazione di Nazaret, è stato escluso da ogni attività religiosa della sua città.
Una totale “calata di brache” del Patriarcato greco ortodosso di Israele, terrorizzato dai musulmani.
Quelli che stanno orchestrando la fine della sua carriera religiosa....e speriamo solo questo.... sono la famigerata Hanan Zoabi, quella che era a urlare contro Israele sulla Mavi Marmara, quella che Israele, in tutta la sua democrazia, non ha sbattuto fuori dalla Knesset. Basel Ghattas del partito Balad, deputato arabo greco-ortodosso della Knesset. Il deputato Muhammad Barakei del partito Hadash ( che comprende ebrei di sinistra e arabi contro Israele). Primo fra tutti, a guidare questa masnada di razzisti antisemiti, è Jamal Zahalka, capo assoluto del Balad.
I rappresentanti arabi della Knesset, da lestofanti quali sono, non si limitano a distruggere Padre Nadaf a causa delle sue idee di integrazione sociale, ma minacciano e intimidiscono quei giovani arabi cristiani israeliani che vogliano servire lo stato in cui vivono.
Le minacce sono molteplici, dalle punizioni corporali del tipo di brutali aggressioni, alla ghettizzazione dalla propria comunità di chiunque pensi di fare il soldato o di occuparsi di attività sociali ( non tra gli ebrei, attenzione, attività presso le loro stesse comunità, cioè occuparsi di bambini, anziani, malati arabi).
Per le ragazze c’è una minaccia in più, se facessero le soldatesse per Tzahal, nessuno più le sposerebbe e si sa che nella società araba, sia cristiana che musulmana, il matrimonio è il punto d’arrivo nella vita di ogni ragazza che si rispetti. Chi non si sposa è out.
Il Patriarcato di Nazaret sta cedendo alle minacce islamiche in una disputa che ha origini antiche e che è culminata nella capitolazione dei cristiani ( e anche , è giusto dirlo, di Israele, che permise lo scempio) quando i musulmani decisero di costruire un’ enorme moschea proprio davanti alla Basilica dell’Annunciazione. Una moschea che adesso domina la città , nascondendo la Basilica, le mezzelune davanti alle antiche Croci ormai diventate invisibili .
Di fronte alla violenta prepotenza islamica i cristiani di Nazaret hanno assunto un basso profilo, nessuno li vede o li sente più, chi può se ne va in zone di Israele dove i musulmani sono in minoranza o all’estero.
Circa una settimana fa un gruppo di giovani arabi cristiani ha avuto il coraggio di ribellarsi facendo una dimostrazione a Yafia, villaggio di Padre Nadaf, gridando di vivere in un Stato ebraico e democratico, di avere i diritti che nessuno dei loro correligionari ha nei paesi islamici, nell’ANP, a Gaza, in Siria, in Iraq, In Giordania.
Gridavano di voler diventare parte integrante di Israele come i Drusi, i Circassi, i Beduini.
Il risultato di questa manifestazione è stata la rabbia scomposta dei capi islamici di Nazaret e degli arabi della Knesset, sopra citati, che hanno subito chiesto il licenziamento e l’allontanamento di Padre Nadaf.
Un altro risultato, alla faccia della Zoabi e soci, è che nel 2010 solo 30 arabi cristiani di Nazaret avevano chiesto di firmare per il servizio militare. Oggi sono 94, nella sola cittadina. Un numero enorme tenendo conto delle intimidazioni cui sono sottoposti .
I deputati arabi della Knesset vogliono impedire che la popolazione araba di Israele si integri perché questo toglierebbe loro forza e potere e non potrebbero più continuare con la loro indecente propaganda anti israeliana e con le loro piagnucolanti e ipocrite lamentazioni che gli arabi siano cittadini di serie B.
Nel momento in cui un giovane arabo o una giovane araba fa il servizio militare o civile diventa parte integrante della società non solo nei diritti ma anche nei doveri che ogni cittadino deve al proprio Paese. Tutto questo provoca a Zoabi , Zahalka, Barrakei e Tibi dei grandi travasi di bile.
Forza e coraggio, Padre Nadaf, siamo tutti con Lei!