lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
28.06.2013 Jacob Frankel, alla guida della Banca centrale d'Israele
Un ritratto

Testata: Il Foglio
Data: 28 giugno 2013
Pagina: 3
Autore: MichiMas
Titolo: «Lavori part-time e amicizie del neo banchiere centrale di Israele»

Sul FOGLIO del 26/06/2013, a pag.3, con il titolo " Lavori part-time e amicizie del neo banchiere centrale di Israele", MichiMas traccia un ritratto del nuovo banchiere centrale d'Israele Jacob Frenkel, succeduto a Stanley Fischer.

a sin. Stanley Fischer, Jacob Frenkel

Roma. Ex tagliatore di diamanti, falco anti inflazione, allievo di Milton Friedman ma ammiratore anche di Keynes. Jacob Frenkel, 70 anni, che si appresta a tornare governatore della Banca centrale di Israele, è uno degli economisti più influenti al mondo e probabilmente quello col curriculum più variegato. Attualmente a capo di Jp Morgan Chase International, Frenkel tornerà  il mese prossimo a guidare la Banca centrale del suo paese dopo la fine del mandato di un altro nome mitico dell'economia mondiale, Stanley Fischer, maestro di Mario Draghi, a cui il presidente della Banca centrale europea ha reso omaggio il 19 giugno scorso a un convegno organizzato a Gerusalemme. Frenkel, meno noto alle masse ma con legami a livello internazionale forse più influenti di Fischer, è pure legato a Draghi dall'appartenenza al Gruppo dei Trenta (G30), un think tank che raduna appunto trenta leader di banche centrali e private; un'appartenenza che nel caso di Draghi era stata usata come arma di feroci critiche dalla stampa tedesca alla vigilia dell'elezione del banchiere italiano a Francoforte. Frenkel del G30 è presidente onorario (dopo essere stato presidente esecutivo), nomina che simboleggia un cursus honorum unico tra privato e pubblico: già  a capo di Merrill Lynch; numero due del colosso assicurativo Aig; capo della ricerca al Fondo monetario internazionale; vicepresidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo; presidente della Inter- American Development Bank. Ma soprattutto Frenkel è stato già  governatore della Banca centrale israeliana per due mandati, dal 1991 al 2000. Dieci anni in cui tutti concordano nell'attribuirgli la fruttuosa lotta alla iperinflazione che affliggeva Israele  passata dal 20 per cento annuo all'1 per cento attuale. La stampa di sinistra l'ha spesso paragonato a Margaret Thatcher per la sua spinta alla privatizzazione e alle liberalizzazioni e i drastici tagli alle imprese di stato. Parlando da Gerusalemme la settimana scorsa al convegno in onore di Fischer a cui era presente anche Draghi, Frenkel ha detto di non buttare via i vecchi manuali di economia, perchè potrebbero tornare utili un giorno, riferendosi al pericolo di un ritorno inflattivo sui mercati globali, che se al momento non è alle porte, non è da escludere in futuro. Tuttavia chi conosce bene Frenkel sa che non è un ideologo, è al contrario uno degli economisti più pragmatici in circolazione. La sua storia di studente insegna: a parte il lavoro di tagliatore e pulitore di diamanti part-time per pagarsi i corsi, il giovane di Tel Aviv divenne subito uno degli allievi prediletti di Milton Friedman, padre della scuola neoclassica di Chicago. Nonostante l'aver studiato nella culla del liberismo, Frenkel non è mai stato un purista della moneta: nel suo studio ha un busto dell'arcinemico di Chicago, John Maynard Keynes. E se spesso la sua intransigente politica di alti tassi di interesse gli ha fatto dare dell'affamatore, così come per il suo appoggio alle ricette del Fmi per la disastrata economia israeliana degli anni Novanta, la sua politica è sempre abbastanza imprevedibile: criticò per esempio l'azione del Fmi nel caso dell'Argentina, perchè la privatizzazione  non è¨ un mantra che risolve tutto. Sostiene l'euro, una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi, e recentemente ha apprezzato le politiche della Bce targata Draghi, e pure l'acquisto illimitato di titoli (Omt) predisposto da Francoforte per placare lo spread. Armi che secondo lui non sono punizioni, non comportano alcuno stigma, ma al contrario sono parte della soluzione del problema. Il suo pragmatismo è apprezzato e riconosciuto, così come i suoi contatti internazionali. Secondo il suo compagno a Chicago Stanley Fischer, Jacob conosce tutti. Azzardando un paragone improbabile, si potrebbe dire che Frenkel è il Gianni Letta dei banchieri centrali. Coincidenza curiosa, Frenkel e l'ex sottosegretario sono stati insigniti della onorificenza di Cavaliere di Gran Croce nella stessa tornata (2001-2002), da Carlo Azeglio Ciampi. Del resto Frenkel ha ottimi rapporti (anche) in Italia, dove siede nel board dello Aspen Institute e nel Consiglio per le relazioni fra Italia e Stati Uniti.

Per inviare al Foglio la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT