Israele, 10.000 alberi in ricordo del Cardinal Martini cronaca di Cecilia Zecchinelli
Testata: Corriere della Sera Sette Data: 28 giugno 2013 Pagina: 37 Autore: Cecilia Zecchinelli Titolo: «10.000 alberi per il cardinale»
Riportiamo da SETTE del CORRIERE della SERA di oggi, 28/06/2013, a pag. 37, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo "10.000 alberi per il cardinale".
Cardinal Martini
Amava profondamente la Terra Santa, Carlo Maria Martini. Qui a Gerusalemme, dove si trasferì nel 2002 appena conclusa la lunga fase trascorsa a Milano come suo arcivescovo, il grande biblista gesuita che molti avrebbero voluto vedere papa passò sei anni intensi e sereni di studio e di contemplazione, di preghiera per la pace. E di impegno nel migliorare i rapporti tra le fedi, un punto chiave nella cultura teologica del "cardinale del dialogo" scomparso quasi un anno fa, che costruì ponti verso i non credenti, verso l'islam e tutte le grandi religioni, ma soprattutto verso i "fratelli maggiori", gli ebrei. Non è così un caso se ora in sua memoria, e come omaggio nei suoi confronti, sta per sorgere nel Nord di Israele, vicino al biblico lago di Tiberiade, una foresta che porta il suo nome. «I primi alberi, dei carrubi, sono stati piantati due settimane fa, su una collina ventosa che domina la vallata, sotto il cielo limpido, uno spazio e un'atmosfera che ben si prestavano a quella cerimonia», ricorda l'ambasciatore italiano a Tel Aviv, Francesco Maria Talò, che ha partecipato all'evento. «F molto profondo il senso della tradizione biblica di mettere nella terra una pianta, già un salmo di Davide che alcuni hanno citato la ricorda. Quello è stato un momento importante del pellegrinaggio compiuto dal nostro gruppo numeroso di ebrei e cattolici, proseguito poi nel pomeriggio al Yezreel Valley College di Nazareth Incontri dl fede Nella foto grande, nei pressi di Tiberiade, la posa delle prime piante di quello che diventerà il bosco dedicato a Carlo Maria Martini. Qui accanto, l'ambasciatore italiano a Tel Aviv Francesco Maria Talò. per il primo seminario sul dialogo tra le due fedi - altri ne seguiranno - dedicato sempre a Martini. Che non fu solo un grande uomo di Chiesa, ma un grande italiano». Tra i "pellegrini" in Galilea, molti furono a lungo vicini all'arcivescovo di Milano, come il cardinale Francesco Coccopalmerio e monsignor Gianantonio Borgonovo. E come rav Giuseppe Laras, già rabbino capo di Milano e ora presidente onorario dell'Assemblea rabbinica Italiana, presente solo con un messaggio per gravi motivi di salute, ma alla base del progetto. F stata sua infatti l'idea di dedicare al grande amico scomparso quella foresta, così come fu Laras a guidare la recitazione dei salmi in piazza Fontana il giorno dei funerali, il 3 settembre dello scorso anno, e a far giungere da Israele due sacchetti di terra posti poi nella tomba dell'arcivescovo insieme a due pergamene, una in ebraico e l'altra in latino. L'idea di quella foresta - in Israele ne esistono dedicate a tre papi cattolici ma anche a personalità come John Kennedy - è diventata poi realtà grazie alla sottoscrizione aperta dal Fondo nazionale ebraico e dalla Fondazione culturale San Fedele, a cui si è quindi aggiunta la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano: in tutto 5omila euro che permetteranno di piantare diecimila alberi, il doppio di quelli previsti inizialmente.
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