Tutto il tempo che occorre Silvia Golfera
Lindau euro 18
Docente di Filosofia e Lettere, profonda conoscitrice della cultura ebraica e russa, Silvia Golfera torna in libreria con un nuovo libro edito da Lindau dal titolo Tutto il tempo che occorre.
Dopo il primo romanzo pubblicato nel 2011 da Discanti, “La solitudine dell’animale” nel quale, con accurato lavoro introspettivo, ci aveva condotto ad esplorare le pieghe più nascoste dell’animo umano, l’autrice conferma anche nell’ ultima opera una rara capacità di indagare nella psicologia dei personaggi, oltre che una profonda conoscenza dell’animo femminile.
Lea, la protagonista, è una giornalista ormai anziana, una “viaggiatrice eccentrica”, il “cui sguardo tradiva una debolezza che le rughe accentuavano”; costretta a una lunga attesa all’aeroporto di Praga - dopo aver trascorso le festività di Capodanno a Gerusalemme - vede la sua vita sgranarsi davanti agli occhi come una vecchia fotografia.
Lea è un personaggio indimenticabile che cattura immediatamente le simpatie del lettore per quel carattere caparbio, volitivo e per quell’ insicurezza di fondo che pagina dopo pagina lascia intravvedere, delineando una figura di donna dalle mille sfaccettature.
Da alcuni anni Lea trascorre le feste a Gerusalemme con le sue giovani amiche Lisa ed Ester, ma quest’anno il destino ha in serbo per lei una rivelazione inaspettata. Dopo aver raccontato su un giornale la vicenda dei nonni materni che, durante la seconda guerra mondiale avevano nascosto un ebreo, Daniele Paserman, viene contattata da Anna la figlia dell’uomo, emigrata con la madre in Israele all’inizio della guerra che desidera rivelarle quanto appreso dal padre nel corso della vita.
Lea giunge a Gerusalemme con la sensazione di ritornare in un luogo che le appartiene, una città piena di vita e di tensione.
Da qui prende avvio una trama appassionante che snodandosi nelle ore di attesa all’aeroporto di Praga, conduce il lettore a conoscere il passato misterioso di Lea: un tempo che racchiude bozzoli di sofferenza inespressa e nel quale riaffiorano, come germogli a lungo nascosti, ricordi e verità dolorose che ora acquistano un significato diverso ammantandosi di luce nuova.
Avvalendosi di un’alta cifra linguistica e con rara capacità introspettiva, Silvia Golfera innesta nel tessuto narrativo i fantasmi del suo passato: la madre Valeria, donna incapace di trasmettere affetto ai figli, prigioniera di un sentimento che non può rivelare, il padre, volontario nella Repubblica di Salò, considera i comunisti persone da evitare a tutti i costi, il fratello Giulio, l’unico col quale Lea riesce a stabilire un legame affettivo profondo fatto di complicità e segreti condivisi che solo una morte prematura riesce a spezzare. Ma nel dipanarsi della trama molto spazio è riservato agli uomini che hanno condiviso un pezzo di strada con Lea: uomini a volte egocentrici, immaturi, introversi, fragili, desiderosi di attenzioni ma quasi tutti incapaci di alleviare l’inquietudine che alberga nell’animo di Lea e che solo alla fine del romanzo troverà una spiegazione nel disvelarsi di un evento gravido di conseguenze per la sua vita di bambina e poi di donna.
Sullo sfondo della storia d’Italia raccontata nel periodo che va dal dopoguerra fino alla Seconda repubblica passando per gli anni di Piombo, l’autrice ci regala un romanzo di forte impatto emotivo che induce a profonde riflessioni sulla natura degli uomini, sulla fragilità di chi ha subito una ferita indelebile e sulla volontà di perdonare gli altri per il male ricevuto ritrovando quella serenità che spesso è l’unica via per venire a patti con il proprio destino.
Silvia Golfera è una scrittrice colta, capace di penetranti analisi psicologiche e di puntualissime descrizioni, sempre ricche di particolari, ma mai prolisse. Non ci sono parole superflue perché ciascuna di esse serve non solo a delineare i personaggi entrando nella loro psiche, ma a creare il lieve crescendo di una suspense – ancor più evidente nel suo primo romanzo – che fa sì che il racconto si sviluppi seguendo le necessità interiori del personaggio di volta in volta descritto.
E la conclusione, magistralmente architettata, lascerà stupefatto il lettore.
Giorgia Greco