Dai checkpoint israeliani alla burocrazia italiana. Di Erika Farris. Questo è l'articolo apparso sul Fatto Quotidiano, dove si racconta la vicenda di un ragazzo arabo palestinese fatto passare per israeliano, ma non lo è, che riesce a studiare benissimo (da verificare!) ma non a prendere il permesso di soggiorno. Questo incoveniente burocratico viene paragonato ai checkpoint israeliani che impediscono una normale vita di convivenza.
Per vostra conoscenza, un caro saluto.

Guido Schiesari -Vicenza

Un riassunto troppo breve per capire la situazione di quello studente, che israeliano non deve essere. Non essendo israeliano non deve stupire che non abbia un permesso di soggiorno, succede anche per studenti italiani in altri paesi. Che poi il FATTO ci metta di mezzo i controlli sulla sicurezza in un paese che da sempre subisce attentati da parte arabo palestinese, beh,ci stupiremmo del contrario, consigliamo il nostro lettore a scrivere a Furio Colombo, atorevole collaboratore, potrebbe scrivere la sua opinione su questo fatto, anche se sono lontani e dimenticati i tempi in cui pubblicava
IC redazione