Grecia, il partito neonazista Alba Dorata sempre più forte tra insulti, minacce e inni a Hitler
Testata: Il Foglio Data: 21 giugno 2013 Pagina: 2 Autore: Dimitri Deliolanes Titolo: «Alba dorata nazisteggia dentro e fuori il Palazzo, Atene non sa fermarla»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 21/06/2013, a pag. 2, l'articolo di Dimitri Deliolanes dal titolo " Alba dorata nazisteggia dentro e fuori il Palazzo, Atene non sa fermarla ".
L'ascesa di Alba Dorata, partito neonazista, in Grecia non è un caso isolato in Europa. Poster antisemiti come quello nella foto sopra sono stati affissi per le strade in Ungheria. Che cosa fa l'Unione Europea di fronte all'antisemitismo dilagante? Ecco l'articolo:
Alba Dorata
Atene. Alba dorata non è solo l’unico partito ad avere salutato con entusiasmo la chiusura della tv pubblica Etr, ma è anche l’unico partito greco in crescita: da quasi un anno i sondaggi la piazzano tra il 13 e il 14 per cento con tendenza all’aumento. Ma anche senza i sondaggi la sua presenza è evidente. Le aggressioni agli immigrati sono cronaca quotidiana, con punte di particolare ferocia. Come il volto di un 14enne orfano afghano deturpato da bottiglie rotte in pieno giorno e in pieno centro di Atene. Sempre più frequentemente i deputati neonazisti esibiscono spavaldi la pistola (detenuta legalmente), in un’occasione perfino di fronte al sindaco della capitale greca. La tempesta sta travolgendo anche il Parlamento, sempre più spesso trasformato in ribalta per le prodezze albadorate. Insulti a 360 gradi, minacce, inni a Hitler. Più insulta e più minaccia, tanto più Alba dorata si accredita come “vera” forza antisistema che “contesta nei fatti” il “marcio parlamentarismo”. Musica per le orecchie di una società stremata, delusa e arrabbiatissima. Il fenomeno ha allarmato la sinistra greca, in particolare quella governativa, i socialisti del Pasok e la Sinistra democratica. Il leader socialista Venizelos da tempo aveva proposto misure legali per porre freno all’attività di Alba dorata, magari mettendola fuori legge, ma la Costituzione ellenica non permette la messa al bando di formazioni politiche parlamentari. Si voleva ovviare introducendo nella legislazione greca la delibera del Consiglio d’Europa del 2008 che punisce il razzismo, anche verbale, e la negazione del genocidio. Il ministro della Giustizia Antonis Roupakiotis (Sinistra democratica) ha presentato il relativo progetto di legge a fine aprile. La legge doveva perseguire penalmente anche i membri del Parlamento: in caso di condanna, avrebbero perso il seggio e i diritti politici. La legge era stata approvata unanimemente al Consiglio dei ministri, ma dopo qualche settimana il premier Antonis Samaras ha fatto marcia indietro: bastano le norme vigenti. Cioè la legge antirazzista del ’79, mai applicata se non in un’unica occasione: nel 2005, su denuncia della comunità israelita contro il teorico del fascismo greco Kostas Plevris per un suo libro ferocemente antisemita. Non solo Plevris fu assolto, ma il pm si prodigò in lodi della sua “eccellente opera di denuncia”. Secondo l’opposizione di sinistra, la retromarcia di Samaras è dovuta alle pressioni del suo staff, composto da “ultranazionalisti” ed “ex estremisti di destra”. In effetti, qualcuno dei consiglieri del premier, come il brillante Failos Kranidiotis, ha più volte cercato di costruire ponti verso Alba dorata, considerata “parte dello schieramento conservatore”. Anche a sinistra si sono levate voci contro la nuova legge. I comunisti stalinisti del Kke l’hanno collegata con le mozioni “antitotalitarie” del Parlamento di Strasburgo che associano il fascismo al comunismo. Ma anche alcuni intellettuali e giornalisti si sono schierati contro. “E’ la confessione dell’incapacità di affrontare Alba dorata in termini politici”, ha scritto l’editorialista Stavros Lygeros. Una deputata di Sinistra democratica, Maria Repoussi, ha avuto da ridire perché si fa riferimento al genocidio degli armeni e dei cristiani in Anatolia, che lei, come Ankara, “non riconosce”. Altri hanno sollevato questioni di “legittimità delle opinioni”, per quanto aberranti siano. Tre vertici di maggioranza non sono riusciti a trovare una soluzione. Spazientito, il Pasok ha annunciato che presenterà una sua legge, mentre Syriza s’inserisce nel contrasto e accusa Samaras di fare l’occhietto all’estrema destra per ragioni elettoralistiche. E Alba dorata continua a mietere consensi.
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