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A superpollicino anonimo risponde Ugo Volli 19/06/2013

Pubblichiamo, in via eccezionale, questa mail che lettera non è, ma un lungo articolo. "Dite la vostra" ospita lettere brevi e non è palestra di dibattiti. Come scrive nella sua risposta Ugo Volli, se il nostro lettore vuole continuare a discutere, dovrà indicare nome cognome indirizzo per consentire a Ugo Volli di rispondergli.
IC redazione

Caro Volli,
spiace constatare che lei attribuisce, come spesso accade, le proprie tendenze agli interlocutori, in particolare sostenendo che ragionano in base ai propri desideri e non alla realtà, cosa che a me pare, numeri alla mano, faccia lei.
Se non ricordo male lei è docente di storia, io sono economista, quindi considero le cifre, i trend, gli indici e i calcoli come essenziali per comprendere gli scenari futuri.
Lei "risponde" all'obbiezione demografica (mentre non lo fa con le questioni geopolitiche, economiche e militari) usando numeri che, semplicemente, sono falsi. Non servono complessi indici matematici, basta l'aritmetica per mostrare che i suoi calcoli sono fantasia pura.
Lei sostiene infatti che tra il Giordano e il mare il rapporto numerico della popolazione sia stabile nei termini di 3/1. Prendiamo i dati israeliani: secondo l'ufficio centrale di statistica nella sola Israele vivevano, nel 2006, 1.450.000 arabi israeliani. Parlando di quasi 10 anni fa, e considerando un tasso di crescita annuo risibile (lo 0.5 % in realtà sappiamo entrambi che è molto più alto) nei 9 anni trascorsi siamo arrivati a superare il milione e mezzo nella sola Israele. Questo nello scenario più irrealisticamente favorevole all'etnia ebraica, avendo calcolato un ipotetico tasso risibile. A questo milione e mezzo dobbiamo aggiungere la popolazione di Gaza ( 1.645.000 di palestinesi di cui lei si deve essere inavvertitamente dimenticato) e arriviamo a 3.145.000 di abitanti, escludendo la Cisgiordania e i profughi.
Per la prima i dati ufficiali parlano di 2.140.000 ma lei sostiene che siano 1.5 milioni. Prendiamo ancora una volta questo dato fantasioso come reale, sommato agli altri arabi arriviamo a 4.5 milioni di palestinesi contro circa 6 milioni di ebrei. Già così il rapporto di cui lei parla (3 a 1) appare un sogno utopico, e ripeto ancora una volta, ho preso in considerazione il range più basso per i palestinesi e il più alto per gli israeliani.
Quindi aggiungendo i profughi, che sono palestinesi e dovranno trovare nello "stato palestinese" o nelle isolette da lei concepite, la loro casa, il rapporto si ribalta completamente.
Per quanto riguarda poi l'inadeguatezza dell'amministrazione Obama lei ancora una volta vede le cose con le lenti rosa dell'appartenenza. Per lei Obama sarebbe "adeguato" se supportasse Israele nella sua pretesa di essere l'unico stato e di cancellare i palestinesi, nonostante questo sia evidentemente
A) contrario agli interessi americani
B) impraticabile nel nuovo sistema multipolare ormai nato Mi rendo conto che, avendo lei un atteggiamento emotivo, fideistico e totalmente di parte sulla questione preferisca non vedere che, difatto, le premesse del sionismo non sono state raggiunte, se non in parte, e che il negare questo dato rischia di compromettere quanto fino ad ora ottenuto ma, essendo la scienza (e di conseguenza la conoscienza) predittive le dico quello che, in base ai miei calcoli, succederà.
Le propongo un veloce giro sulla mia personale macchina del tempo.... Non ci sarà nessuna partecipazione occidentale alla guerra in Siria, le armi occidentali non otterranno risultati (se non quello di armare nel mondo varie organizzazioni quadiste) si raggiungerà un faticoso compromesso, l'asse Iran Siria Hezbollah ne uscirà rafforzato, e con esso il macroasse Cina, Russia, Iran, Brics, mentre il sempre più trabballante "occidente" ne uscirà ulteriormente indebolito. Avendole prese in Iraq e Afganistan gli Usa non potranno attaccare l'Iran (osso ben più duro dei precedenti) anche per una radicale opposizione dell'opinione pubblica e si accorgeranno che le sanzioni non hanno alcun effetto e che sono dannose per l'occidente (Europa in particolare) sia perchè grazie ad esse lo sforzo iraniano ha prodotto una grande crescita della tecnologia autoctona, sia perchè, non essendo in grado di abbattere il regime, si limitano a unire sempre più un paese strategico come l'Iran all'asse avversario, rendendo la protezione e i rapporti con Cina e Russia solidissimi. In base a questo si reciterà una commedia che ho previsto mesi fa. In Iran vincerà un moderato, la stampa occidentale lo acclamerà come un segno di speranza, ci sarà una distensione, si raggiungerà un accordo sul nucleare che permetterà all'occidente di salvare la faccia e che metterà l'Iran nelle condizioni del Giappone (ufficialmente non potenza nucleare ma in grado, qualora lo decida, di armare diverse bombe in un tempo brevissimo). Questo cambierà ulteriormente i rapporti di forza in medio oriente, anche da un punto di vista militare. Nel frattempo Israele non si ritirerà dai territori e continuerà le costruzioni. Con esse aumenterà il boicottaggio, l'isolamento, e la condanna internazionale da parte delle opinioni pubbliche occidentali. Nel frattempo in vari stati eruopei ci saranno, a seguito della crisi, svolte politiche di sinistra populista ostili a Israele. Sarà quindi sempre più difficile (come ha mostrato lo scorso e plebiscitario voto all'ONU) per i governi occidentali supportare le politiche israeliane e, sempre di più, si imputerà la non nascita dello stato palestinese e di conseguenza della pace a Israele.
La situazione israeliana, poi, diverrà ingovernabile, perchè la popolazione sarà divisa in tre blocchi, una maggioranza di tel avivers, sempre più insofferenti per l'isolamento internazionale e la svolta autocratica israeliana, i religiosi, sempre più intolleranti verso la modernità laica dello stato, e gli arabi.
Dunque la governabilità e l'efficacia politica diminuiranno costantemente. A questo punto (secondo i miei calcoli in un lasso di tempo che può variare dai 3 ai 10 anni da ora) gli israeliani si renderanno conto dell'impossibilità di continuare in questo suicidio,(come previsto da Sharon) abbandoneranno la Cisgiordania, si accorderanno con i palestinesi per limitati scambi e si concentreranno nel tentativo non facile di garantire una maggioranza ebraica non per i prossimi 5 o 10 anni, ma per i prossimi secoli, e di consentire insieme l'esistenza di uno stato moderno laico e democratico.
Questa è l'ipotesi più rosea, tutte le altre portano a uno stato unico a maggioranza palestinese.

superpollicino@hotmail.com

 P.S. mentre le invio questa mail ho appena appreso che il g8 si è piegato alle richieste russe sulla siria, nel documento non si farà cenno alla necessità che assad abbandoni. Come sono lontani i "bei tempi" in cui bastava che gli usa affermassero senza prove che uno stato avesse (non usasse) armi di distruzione di massa per una bella guerra!

Risponde Ugo Volli:

 Gentile economista sconosciuto (la chiamo così perché continua a non dire il suo nome, il che è un suo diritto, ma non è un bel modo di discutere soprattutto se lei vanta previsioni realizzate che non c'è modo di verificare),
 In primo luogo la prego di prendere atto che io non insegno storia ma semiotica e che non rappresento affatto lo stato di Israele o il sionismo, le mie idee sono solo mie.
In secondo luogo la invito a essere un po' più attento nella ricerca dei suoi dati. Lo stato di Israele ha un'anagrafe che funziona e ogni anno al giorno dell'indipendenza fa un bel riassunto che è facile trovare sul web, perfino in wikipedia. Nelle statistiche del 1 marzo 2013 (http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Society_&_Culture/newpop.html)
la popolazione ebraica era di 6.042.000 persone, cui vanno aggiunti 318,000 israeliani non riconosciuti come ebrei ma assimilabili dal punto di vista socioculturale, per un totale di 6.360.000.
Gli arabi erano 1,658,000 (inclusi drusi e tribù beduine fedeli a Israele).
La fertilità delle donne ebree è del 2,98, in crescita, quelle delle donne arabe al 3,51, in forte decrescita (era del 3,75 nel 2010, oltre il 4 nel 2005 ecc.).
I dati demografici palestinesi non sono affidabili (trova un'analisi delle contraddizioni delle dichiarazioni dell'Anp qui: http://www.meforum.org/2124/the-politics-of-palestinian-demography)
e si può ritenere che in definitiva valgano oggi 1,5 milioni nei territori controllati dall'Anp (come si sostiene qui: http://www.algemeiner.com/2012/03/14/blindfolded-palestinian-demography/.
il totale fa 6 milioni 380 mila contro 3 milioni 158 mila, cioè i miei due terzi contro un terzo, in prospettiva stabili.
Gaza non c'entra e per questo non l'ho citata.
I miei articoli riguardavano la situazione in Giudea e Samaria, se vuole in Cisgiordania, dove ci sono insediamenti ebraici.
A Gaza non ci sono e nessuno pensa che Israele voglia o possa prenderne di nuovo il controllo.
Fin qui il discorso sui dati. Per quanto riguarda il resto, noto solo che il suo modo di discutere è bizzarramente asimmetrico (e dunque, me lo consenta, intellettualmente disonesto): le sue previsioni, che si ispirano ai luoghi comuni della sinistra, sarebbero oggettive, logiche e inappuntabili. Le mie invece emotive, fideistiche e di parte.
E' buffo che lei non si accorga di essere a sua volta fideistico e di parte, presentando i suoi desideri come se fossero la realtà.
Le ripeto: non credo alle sue profezie globali, penso che prima o poi l'America e anche l'Europa si accorgeranno di essere ancora sotto attacco e reagiranno come hanno fatto coi fascismi e con il comunismo.
Penso anche che le cotraddizioni dell'alleanza terzomondista che lei immagina siano troppo grandi per costituire un blocco omogeneo, insomma credo che la dialettica politica sarà assai diversa da quel che lei immagina.
Dato che sul futuro non si possono portare prove, non ci resta che stare a vedere. Ultima cosa: Se intende continuare questa discussione lo dovremo fare privatamente, perché la politica editoriale di Informazione Corretta esclude i dibattiti prolungati nella rubrica delle lettere

prof. Ugo Volli


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