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Ugo Volli
Cartoline
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Palla per palla 18/06/2013

Palla per palla
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

avete presente quei pupazzi che si trovano in certi stand dei luna park, dove ti danno cinque palle per un euro e tu puoi provare a tirargliele addosso per farli finalmente cadere nella polvere? Le facce sui pupazzi cambiano a seconda dei tempi, della politica, del target, ma il gusto dell'odio sfogato resta quello. Bene, vi siete mai chiesti che sentimenti nutrirebbero, se potessero pensare, quei poveri pupazzi? Paura? Frustrazione? Sfida? Misantropia? Desiderio di vendetta? Il tentativo di diventare inappuntabilmente “buoni” nella speranza di non essere più presi di mira? O solo un'infinita rassegnazione per la malvagità della condizione umana, il desiderio di trovare un magazzino dove riposare in pace senza subire più le ingiurie o i colpi? La conversione ai valori di chi tira le palle? La più vile acquiescenza ai colpi subiti e la volonterosa abitudine di dar ragione ai propri carnefici, magari indicando come colpevoli gli altri pupazzi nel tentativo di sottrarsi alle palle? oppure fierezza della propria prossima autodifesa?

Nel tempo che passo ogni giorno a trovare documentazione su Internet per scrivere queste cartoline, spesso mi capita di identificarmi con i pupazzi del Luna Park. Le palle sono di tutti i tipi, militari, politiche, diplomatiche, religiose, per lo più solo propagandistiche. E il pupazzo si chiama ebreo - o israeliano o sionista, le cose non cambiano. Leggo antiche calunnie, dichiarazioni di odio, volontà di sterminio, vedo preparazioni terroristiche, sento voci sardoniche, sermoni ispirati, bambini che ancora balbettano, e tutti dicono che bisogna uccidere gli ebrei. Poi apro la posta o i messaggi di Facebook e trovo immancabilmente qualche anima bella che dall'alto della superiore civiltà che gli viene dall'essere discendente degli italiani che ci hanno dato il fascismo e appoggiato le leggi razziali, mi fa la lezioncina: voi colonialisti, voi nemici della pace, voi razzisti contro gli arabi, voi che non sorridete quando da pupazzi vi prendete le palle in faccia o da esseri umani non vi fate tagliare la gola elegantemente, senza protestare, senza far rumore...

Eccoli qui i palestinesi che opprimeremmo, eccoli insegnare a bambini delle scuole elementari come si rapiscono gli israeliani e gli si ammazza: http://www.youtube.com/watch?v=orGbGyw7P_w&feature=youtu.be . Perché rapire soldati israeliani è cosa buona e giusta (http://www.timesofisrael.com/hamas-to-abbas-abducting-soldiers-is-at-the-heart-of-our-culture/ ) e bisogna preparavisi fin da piccoli.

Eccoli qui gli arabi contro cui peccheremmo di razzismo, che spiegano come noi mangiamo le azzime impastate col sangue dei bambini cristiani: http://elderofziyon.blogspot.it/2013/06/egyptian-politician-smiles-as-he-says.html . E' un politico egiziano e questo invece è un religioso dello stesso paese che spiega che il nostro comportamento si spieghi leggendo “I protocolli dei savi di Sion”, il vecchio falso fabbricato un secolo fa dai servizi segreti russi, che ispirò tanto Hitler (e anche i fascisti italiani “colti”, tipo Evola, che ne scrisse una appassionata prefazione della serie non è vero ma ci credo lo stesso: http://elderofziyon.blogspot.it/2013/06/egyptian-cleric-recommends-viewers-read.html .

Ed ecco un altro arabo che si dice palestinese e fa una lunga professione di dignità delusa e di onore infranto per trarne la conclusione, a suo dire religiosa, che bisogna uccidere tutti gli ebrei: http://elderofziyon.blogspot.it/2013/06/jordanian-newspaper-lets-kill-jews.html . Poi c 'è la solita storia delle scimmie e dei maiali, di cui noi pupazzi saremmo gli eredi (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/162940#.Ub8QwaJM-Sq ), che non è una dichiarazione di evoluzionismo, ma al contrario di razzismo magico. il solito incitamento ai bravi bambini perché imparino dalle precedenti generazioni il terrorismo e distruggano finalmente Israele e ammazzino gli ebrei (http://myemail.constantcontact.com/Fatah-s-Facebook--Glorifying-terror--inciting-hatred--and-erasing-Israel.html?soid=1101929139886&aid=nHEgVIiGJbw )...

Si potrebbe andare avanti a lungo, perché ogni giorno di queste cose ne viene fuori una nuova e identica ai precedenti: una variante truculenta della massima per cui le mamme dei cretini sono sempre incinte. Il punto che vorrei sottolineare è però un altro. Continuamente, dalle anime belle, dalle articolesse dei giornali, dai solenni ammonimenti dei governanti europei e americani, si ripete il monito a mostrare apertura, a fare concessioni, a dimostrare di essere pacifici e disponibili. Lo si dice ai pupazzi, non a quelli che lanciano le palle. L'affidabilità democratica viene negata a Israele, non alla Turchia che mostra ora il suo volto autoritario con migliaia di feriti e di arrestati per la difesa di un parco cittadino, e neppure alla Siria, dove avviene la strage che tutti sappiamo, ma di cui si parla sempre meno.

Ma anche i pupazzi, nel loro piccolo, si possono stancare, ed è questo il senso di Israele: un posto dove gli ebrei hanno saputo difendere non solo la loro vita ma anche la dignità, dove non sono più pupazzi. Ora il pupazzo è diventato lo stato di Israele, ma anch'esso è ben deciso a difendersi, a restituire le palle -leggi missili e attentati terroristici- che gli tirano addosso. Anche sul piano delle relazioni diplomatiche e politiche qualche cosa è cambiato, negli ultimi anni, dopo un momento in cui era prevalsa l'idea che essendo “buoni” e gentili, comportandoci “bene” come il mondo chiedeva, non sarebbero più arrivate le palle. Che invece venivano regolarmente  gettate con maggior frequenza e intensità, dopo ogni atto di compromesso e di buona volontà. Da una decina d'anni, con le buone maniere del caso, senza esagerare, senza arroganza Israele sta continuando a dire di non aver nulla da imparare in fatto di pace e di democrazia dagli assassini di Hamas e di Hezbollah né dai ladri e complici di assassini che governano Ramallah. L'elettorato ha capito che non bisogna sperare granché dalle trattative diplomatiche, da quel meccanismo barocco che si chiama processo di pace. Bisogna starci, perché questa è la logica della politica mondiale. Ma badando bene a rispondere palla per palla, e se la palla è troppo grossa, diciamo atomica, bisogna trovare il modo di prevenirla. Questo faceva a suo tempo Ben Gurion, questo fa oggi Netanyahu. Per capire la loro politica bisogna pensare un po' ai pupazzi del Luna Park.

Ugo Volli


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