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La Stampa Rassegna Stampa
17.06.2013 G8 e politica estera di Barack Obama
analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 17 giugno 2013
Pagina: 1
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il vertice in salita di Barack»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 17/06/2013, a pag. 1-32, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Il vertice in salita di Barack ".


Maurizio Molinari               Barack Obama

 Barack Obama affronta oggi in Irlanda del Nord un summit del G8 tutto in salita, con Putin e Merkel nel ruolo degli interlocutori più difficili e 48 ore di confronti duri su Siria, commercio e «Datagate».
Il maggiore ostacolo è il capo del Cremlino, perché la sua difesa a oltranza del regime di Bashar Assad rischia di impedire al G8 di trovare una posizione unanime nel sostegno della «soluzione politica».

Obama preme per una dichiarazione finale del summit che auspichi le «dimissioni di Assad» e la «transizione» con il coinvolgimento di «tutte le parti», ma Putin è pronto a far mancare l’unanimità perché a suo avviso la fuoriuscita del Raiss non può essere una precondizione. «L’attuale situazione nella quale Assad non è oggetto delle dovute pressioni internazionali affinché lasci il potere - afferma Ben Rhodes, consigliere strategico di Obama - favorisce il rafforzamento degli estremisti in Siria, dunque è nell’interesse della Russia unirsi a noi per spingere Assad a dimettersi anche perché non c’è possibilità che torni a guidare il Paese».

Ma alle pressioni Usa, Mosca «continua a risponderci che non vuole favorire la spirale di caos e instabilità», spiega Rhodes. Per tentare di superare i «niet» del Cremlino oggi pomeriggio nel resort di Lough Erne Obama vedrà Putin in un bilaterale che anticipa l’apertura formale del summit. Il presidente russo non ha gradito l’annuncio Usa sulle armi ai ribelli e non ha celato l’irritazione per le accuse ad Assad di aver usato i gas.

«Dopo la caduta di Qusayr, i ribelli hanno minacciato di disertare i colloqui di Ginevra sulla transizione se gli Stati Uniti non avessero iniziato a fornire armi», spiega una fonte diplomatica a Washington. A complicare il dialogo Obama-Putin sulla Siria ci sono i disaccordi: dallo scudo antimissile in Europa alle tensioni sull’antiterrorismo evidenziate dalle indagini sull’attentato di Boston. L’unico terreno di convergenza che Rhodes riesce a identificare è «la cooperazione russa sull’Afghanistan» ma è ben poca cosa rispetto al braccio di ferro sull’inserimento nel comunicato finale del G8 della necessità che Assad abbandoni il potere.

Per raggiungere un compromesso con Putin, Obama conta sulle pressioni congiunte di Europa, Giappone e Canada ma è una dinamica indebolita dalle tensioni che si registrano con la cancelliera tedesca su due fronti: il «Datagate» e il tema della crescita. Lo scandalo innescato dalle rivelazioni dell’ex analista dell’intelligence Edward Snowden sulla sorveglianza elettronica americana ha suscitato forte irritazione a Berlino perché la Germania è risultata essere il Paese alleato più spiato dagli americani. «Obama spiegherà l’importanza di questi programmi di sorveglianza ai fini dell’antiterrorismo, soffermandosi sulle garanzie che ne impediscono gli abusi», assicura Rhodes, sottolineando che l’attenzione per la Germania non deve sorprendere «in quanto area da dove fu organizzato l’11 settembre».

Angela Merkel resta l’interlocutore più difficile di Obama sui temi economici, perché Washington vuole ottenere dal G8 un sostegno a «crescita globale e creazione di posti di lavoro», mentre la cancelliera, attesa dalle elezioni in settembre, non vuole allontanarsi troppo dalla difesa delle politiche di austerità assai popolari fra i connazionali. Per smussare le tensioni con Merkel, Obama farà mercoledì - dopo il G8 - una tappa a Berlino, dove parlerà all’Europa dando le spalle alla Porta di Brandeburgo, a quasi 50 anni dal discorso in cui John F. Kennedy si definì «un berlinese».

A complicare ulteriormente il viaggio europeo ci sono i ritardi nell’inizio formale del negoziato Usa-Ue per la libera circolazione di beni e investimenti. Il motivo sono le richieste di Parigi di escludere dall’accordo l’industria dei media - per difendere anzitutto il proprio cinema - e Caroline Arkinson, sherpa G8 della Casa Bianca, afferma: «Guardiamo con attenzione a cosa sta avvenendo in Europa e sappiamo che in Germania c’è molto sostegno all’accordo di partnership commerciale». Come dire, su questo tema la Merkel sta con Obama mentre il nodo da sciogliere è con Hollande, alleato di ferro sulla Siria.

Nel tentativo di guardare oltre le divisioni, questa mattina Obama andrà sul lungomare di Belfast per pronunciare un discorso in cui indicherà nella riconciliazione fra cattolici e protestanti in Irlanda del Nord l’esempio a cui richiamarsi per superare i conflitti etnici.

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