Spett. IC, Dato che la professoressa Zinci ha raccontato un episodio a lei capitato voglio raccontare anch'io le mie personali esperienze in fatto di islàm. Ho frequentato anni fa un corso di orafo e la mia vicina di banco era una ragazza libanese, simpatica. Un giorno entra in classe tutta felice raccontando che i suoi avevano vinto in Madagascar e felice che i suoi amici, una decina, aspettavano tutti un bambino. Bello, ho pensato, la nascita di un bambino ma sul Madagascar nessuno di noi si è voltato indietro. Non avevo idea allora di che cosa fosse l'islàm ma alla sua felicità mi sono chiesta:" Ma che gliene frega di cosa succede in Madagascar?" Non sapevo allora nemmeno la differenza fra Sunniti e Sciiti. Poi ho studiato l'islàm e ho capito tutto. Un altro episodio successo nel 1995 qualche anno dopo la guerra in yugoslavia. Mio padre stava male e c'era una infermiera musulmana scappata dalla Yugoslavia senza permesso di lavoro in Italia. Preciso che mio padre era ( perchè ora non c'è più, pace all'anima sua) di religione ebraica e i miei nonni paterni sono stati deportati nel lager di Djiakovo e Jasenovac in Croatia dove sono morti. L'abbiamo presa perchè ci aiutasse ad accudire mio padre che non ci ha mai insegnato ad odiare nessuno dicendo sempre che buoni e cattivi ci sono dappertutto. Bene, lei ci ha raccontato che, quando lei tornava a casa, doveva togliere le scarpe e lavare i piedi di suo padre e che, ultimamente, nel suo paese era arrivata gente da lontano che nessuno conosceva. Come se non bastasse ci ha raccontato che Milosevic voleva trasformare il campo di Jasenovac dove è morto mio nonno in un monumento agli eroi croati cioè gli assassini di mio nonno. Se uno più uno fa due da questi racconti si possono dedurre molte cose.
Stella |