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Il bieco anti-sionismo dei trozkisti francesi (Traduzione di Angelo Pezzana)
Simon Epstein insegna alla Hebrew University di Gerusalemme, è stato direttore del “Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo Studio dell’Anti-semitismo”.Dal 1982 ha pubblicato libri e analisi su razzismo e anti-semitismo. “ Per molti decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, i comunisti sono stati in Francia i principali diffusori dell' anti-sionismo. “ L’anti-sionismo dei trotzkisti francesi è nato negli anni’20 e non è mai stato moderato da un periodo pro-Israele, come successe ai comunisti nel 1947/1948, infatti non accettarono mai l’esistenza di Israele. “ Un fattore base separa I comunisti dai trotzkisti e da altre componenti dell’estrema sinistra francese, e riguarda la relazione con la Seconda Guerra Mondiale e la Shoah. I comunisti rimangono affezionati alla loro posizione storica, essenzialmente anti-nazista, e che passa sotto silenzio i due anni tra il Patto tedesco-sovietico (Agosto 1939) e l’attacco tedesco all’Unione Sovietica (Giugno 1941). “ I trotzkisti si comportano in modo del tutto differente. Rimangono fedeli al principio di neutralità, adottato durante la Seconda Guerra Mondiale, proclamano che il proletariato non avrebbe dovuto schierarsi nella titanica guerra fra due forze egualmente detestabili: l’imperialismo tedesco e quello anglo-americano. “ Dopo la fine della Guerra, i trozkisti continuarono a non interessarsi alla Shoah. Questo risulta dal fatto che fino agli anni’80, gran parte dei leader trotzkisti erano ebrei, anche se cercavano di nascondere la loro identità adottando nomi tipicamente non ebraici, anche se poi era risaputo che lo erano. Non menzionarono mai la Shoah, sperando così di nascondere la loro origine e apparire degli autentici militanti internazionalisti. Malgrado ciò, ignorare la Shoah,divenne sopra ogni altra considerazione, un aspetto ideologico. Dopo che Auschwitz distrusse l’affermazione trozkista che i due imperialismi che si combattevano nella Seconda Guerra Mondiale erano “ equivalenti”, non restava loro altra alternativa se non sradicare Auschwitz dalla loro memoria politica collettiva. “ Se conviene politicamente, l’estrema sinistra francese è pronta a introdurre la Shoah fra i propri temi e nelle campagne politiche-elettorali. Lo fece quando nel 1984 il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen ebbe i primi successi con la campagna anti-immigrati. Per mobilitare la pubblica opinione contro Le Pen, alcuni intellettuali richiamarono il genocidio contro gli ebrei, ritenendolo finalmente degno di pubblica utilità. Divenne un fattore importante, perché protesse arabi e musulmani dagli attacchi del movimento dell’ estrema destra francese. Va però ricordato il richiamo alla Shoah da parte dei militanti di sinistra durante la prima intifada e,soprattutto, la seconda. Epstein conclude: “ in entrambi i casi, le sofferenze degli ebrei sono diventate uno strumento della strategia dell’estrema sinistra, attrarre, reclutare e mobilitare gli arabi/musulmani francesi.” Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni. |
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