Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Turchia: Erdogan schiaccia la rivolta laica cronaca di Monica Ricci Sargentini
Testata: Corriere della Sera Data: 16 giugno 2013 Pagina: 15 Autore: Monica Ricci Sargentini Titolo: «Erdogan chiude la partita, sgomberato il parco Gezi»
Erdogan schiaccia la rivolta laica. Riprendiamo l'ottima corrispondenza di Monica Ricci Sargentini dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/06/2013, a pag.15. con il titolo " Erdogan chiude la partita, sgomberato il parco Gezi"
Monica Ricci Sargentini
DAL NOSTRO INVIATO ISTANBUL — Sembrava il solito giorno di festa ieri a piazza Taksim. La polizia sonnecchiava all'ombra del Centro culturale Atatürk mentre davanti ai suoi occhi alcuni ragazzi si mettevano a giocare a pallone. Nel parco le donne improvvisavano una catena umana, un gruppo di nostalgici intonava Bella Ciao, i bambini correvano felici ridendo, i venditori ambulanti vendevano magliette con la scritta «Tayyip vattene» e negli stand si distribuiva cibo gratis. Nessuno si aspettava un attacco di sabato. Invece alle otto di sera si è scatenato l'inferno. Gli agenti si sono infilati le maschere antigas e hanno cominciato ad urlare nei megafoni di abbandonare l'area immediatamente. All'improvviso una donna si è piantata di fronte ai poliziotti e ha urlato: «Fermatevi, vi ho partorito io!». Ma loro l'hanno messa da parte e hanno dato ordine agli idranti di partire in un silenzio quasi spettrale. Dal parco i giovani guardavano e gridavano: «La resistenza è iniziata ora, Taksim è per sempre». Poi si sono sentiti i lacrimogeni scoppiare e l'area verde è diventata una nuvola di fumo. È iniziato così l'attacco al piccolo bosco di 600 alberi che i ragazzi avevano giurato di proteggere a rischio della vita. In pochi minuti la cittadella autogestita si è trasformata in una terra desolata. I poliziotti hanno tirato fuori i manganelli e hanno distrutto tutto. Hanno buttato in aria le barelle dei pronto soccorso, gettato per terra il cibo e le scorte preparate con cura, divelto la tendopoli e la biblioteca. I giovani non hanno opposto alcuna resistenza come avevano annunciato. Ma se nel parco ieri notte si vedevano solo i netturbini al lavoro per pulire, nel resto della città infuriava la battaglia. In risposta all'attacco della polizia migliaia di manifestanti hanno cercato di raggiungere piazza Taksim anche attraversando il ponte sul Bosforo che collega la parte asiatica con quella europea. Duri gli scontri su viale Istiklal, la zona nota per lo shopping, e ad Akaretler, un quartiere animato da caffè e negozi. «Chiunque entri in Piazza Taksim sarà trattato come un terrorista», ha affermato il ministro turco per gli Affari europei Egemen Bagis nel tentativo di scoraggiare la gente. La polizia ha anche preso d'assalto l'Hotel Divan, proprio di fronte a Gezi Park, che era stato molto solidale con i giovani sin dall'inizio della rivolta, il 28 maggio. Incuranti dei bambini e dei turisti presenti gli agenti hanno tirato i gas lacrimogeni anche nei piani superiori dell'albergo per stanare i manifestanti che cercavano una via di fuga. Il segretario generale della Camera dei medici turca, Ali Cerkezoglu, ha dichiarato che sono stati attaccati anche i volontari dei soccorsi medici. E due dottori avrebbero anche parlato di sostanze chimiche presenti nell'acqua che viene spruzzata dagli idranti. Dopo le aperture di Erdogan, ieri mattina Solidarietà a Taksim, la piattaforma che riunisce le 116 associazioni della rivolta, aveva annunciato che non avrebbe lasciato il parco: «Continueremo a sorvegliare gli alberi, la nostra libertà e il nostro futuro». Nel pomeriggio il premier da Ankara, davanti a decine di migliaia di persone, aveva lanciato l'ennesimo ultimatum: «Liberate il parco o le forze di sicurezza sapranno come farlo». Ma se il premier sperava di mettere fine ai 19 giorni di protesta semplicemente sgomberando il piccolo parco, i suoi conti non sono affatto riusciti. Ieri notte le strade si riempivano di gente anche ad Ankara, a Smirne e in altre città del Paese. Sui social network venivano diffuse le immagini dei feriti, tra cui anche bambini di 5 o 6 anni. Il capo dell'opposizione, Kemal Kiliçdaroglu, ha definito l'assalto della polizia un «crimine contro l'umanità». «Chiediamo a chiunque si ritenga un essere umano di venire a fermare questa violenza» ha scritto su twitter la piattaforma Solidarietà a Taksim che ha convocato una manifestazione per oggi pomeriggio nella storica piazza proprio mentre il partito di Erdogan terrà un comizio alla periferia di Istanbul. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante