Riportiamo dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 14/06/2013, a pag. 15, l'articolo di Fabio Bianchi dal titolo " C'è lo Shabbat. Lo chef cucina il giorno prima".
Come sempre la Gazzetta dello Sport pubblica articoli interessanti e, soprattutto, corretti, quando si tratta di Israele.
Tutto l'opposto di Tuttosport, quotidiano specializzato in articoli pieni di pregiudizi volgari che IC monitorizza con puntualità.
HERZLIYA (Israele) Il cibo al tempo d'Israele. Un problema, per l'Under 21. Che non è certo caduta dal pero e sapeva che avrebbe dovuto attenersi alle regole kosher, le norme alimentari della religione ebraica stabilite nella Torah. Niente carne di maiale, ossia niente prosciutto crudo, piatto fisso dei calciatori. E nessun mix tra formaggio e carne («Non cuocere il capretto nel latte della madre»). La truppa azzurra non ha portato nulla con sé. D'altronde la preziosa Sabrina Filacchione, delle squadre nazionali, che cura i rapporti con Uefa e organizzazioni locali, ha ricevuto una lettera che proibiva l'introduzione di alimenti non controllati. Ma qualche sorpresa c'è stata comunque. Cambiano abitudini Eccone una. Nell'hotel internazionale Sharon di Herzliyya, città battezzata col nome di Theodor Herzl, padre del sionismo moderno, c'è un delegato del rabbino che controlla ogni giorno la preparazione. Lo chef dell'Under Enzo Belladonna sorride: «Una volta è venuto a controllare se usavo lo stesso coltello per tagliare formaggi e carne. Non si può. Ma in fondo non abbiamo avuto grandi difficoltà.
E bastato cambiare abitudini. Reparti separati tra i cibi: formaggio e carne non posso metterli sulla stessa tavola. E la dieta, prosciutto a parte, è la stessa: pasta, pomodori, verdure e carne di manzo. Più pizza dopo la gara. I giocatori ne vanno pazzi, dicono che la faccio benissimo».
Belladonna minimizza ma l'Under ha giocato una volta di sabato, proprio con Israele. E giocherà anche domani la semifinale con l'Olanda. Cioè durante lo Shabbat, festa del riposo che comincia con il tramonto di venerdì e finisce con la totale oscurità al sabato. In queste ore è vietato «lavorare», al punto che non si può premere il pulsante dell'ascensore (negli hotel ce n'è uno apposta che si ferma a tutti i piani) o accendere i fornelli. Dice Belladonna: «Qui abbiamo raggiunto un piccolo compromesso: io preparo prima i piatti e loro mi concedono di accendere il forno per scaldarli». D'altronde l'italiano è o non è principe nell'arte di arrangiarsi?
Per inviare la propria opinione alla Gazzetta dello Sport, cliccare sull'e-mail sottostante