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La Stampa Rassegna Stampa
13.06.2013 Siria: al Qaeda tra i ribelli ammazza quanto Assad
commento di Claudio Gallo

Testata: La Stampa
Data: 13 giugno 2013
Pagina: 14
Autore: Claudio Gallo
Titolo: «Se sono i ribelli a uccidere i civili siriani»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/06/2013, a pag. 14, l'articolo di Claudio Gallo dal titolo "Se sono i ribelli a uccidere i civili siriani".

Walter Lippmann decano dei giornalisti americani del ‘900 sosteneva con scetticismo l’esistenza di una quasi-realtà fatta di opinioni che la maggior parte delle persone prende per la realtà tout-court. Alla fine giunse a pensare che della realtà potesse occuparsi soltanto un ristretto numero di tecnici in grado, con coscienza di causa, di indirizzare la massa prigioniera «delle immagini nella loro testa». Per questo Chomsky lo indica come il padre della moderna propaganda mediatica. Che c’entra tutto questo con la Siria? C’entra. Prendiamo il massacro di ieri avvenuto nel villaggio siriano di Hatla, vicino al confine con l’Iraq. I fatti sono descritti dall’«Osservatorio siriano per i diritti umani», un’associazione vicina ai ribelli che da Londra denuncia e conta le vittime della guerra. Combattenti salafiti, cioè estremisti sunniti, probabilmente stranieri, hanno ucciso almeno sessanta persone, sparando su militanti, donne e bambini, distruggendo la moschea. La denuncia fa onore all’Osservatorio e mostra il disagio che tra i ribelli «democratici», apparentemente in minoranza sul campo, serpeggia nei confronti degli islamisti, alcuni dei quali, come il Fronte Al Nusra, si rifanno direttamente ad Al Qaeda. Qui ritorna Lippmann: siccome l’occidente ha deciso di sostenere i ribelli, ecco la tentazione di raccontare un quasi-mondo dove i nostri sono i buoni e gli altri i cattivi. Mentre, come ricorda Cicerone, nelle guerre civili ci sono soltanto cattivi. Il che ovviamente non elimina il giudizio politico. La «mitica» «Bbc» relegava ieri la notizia della strage alla sezione Medio Oriente del suo sito. Se il massacro l’avessero fatta i cattivi, c’è da scommettere che avrebbe guadagnato la prima pagina. Nel quasi-mondo, dove tutto è definito e chiaro, non c’è bisogno di compassione nei confronti del nemico perché la sua malvagità l’ha escluso dall’umanità. Nel quasimondo i milioni del Qatar ai salafiti contribuiscono alla vittoria della giusta causa, ma nel mondo reale contribuiscono a rafforzare vicino a casa nostra gruppi che odiano l’occidente e la sua religione della democrazia. Se nel regno delle cose ultime soltanto la fede può salvare, nella nostra società solo lo scetticismo ci permette di rimanere lucidi e umani.

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