Formula1 a Gerusalemme. Ovviamente i palestinesi protestano cronaca di Fabio Scuto
Testata: La Repubblica Data: 13 giugno 2013 Pagina: 16 Autore: Fabio Scuto Titolo: «I bolidi della F1 a Gerusalemme, ma la corsa fa infuriare i palestinesi»
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 13/06/2013, a pag. 16, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo "I bolidi della F1 a Gerusalemme, ma la corsa fa infuriare i palestinesi".
Fabio Scuto Nir Barkat, sindaco di Gerusalemme
GERUSALEMME — Le Mura di Gerusalemme, che pure ne hanno viste tante nella loro millenaria storia, si apprestano ad essere lo scenario certamente di uno spettacolo unico. I bolidi della Formula 1 saranno da oggi e per due giorni i padroni incontrastati di un circuito di due chilometri che tocca i punti più famosi e turistici della Città santa per il “Peace Road Show”, un’iniziativa fortemente voluta dal sindaco della città Nir Barkat – appassionato d’auto ed ex pilota – convinto che sia un ottimo investimento per l’immagine cittadina. Di parere opposto alcuni giornali palestinesi che bollano l’iniziativa come illegale, denunciando che l’iniziativa vìola convenzioni e norme internazionali che considerano Gerusalemme una città occupata e per questo non è riconosciuta come la capitale di Israele quando venne dichiarata tale nel 1980. Santa per le tre grandi religioni monoteiste, Gerusalemme è anche il luogo dove tutto ciò che si svolge attorno al “miglio santo” che le antiche Mura – patrimonio universale dell’Unesco - racchiudono, suscita immediate polemiche. In mezzo gli abitanti della Città santa, che vedono da oggi chiuse buona parte delle strade “downtown” per le prossime 48 ore, si apprestano a affrontare l’emergenza in una città sempre assediata dal traffico, ma che curiosamente non ha una polizia per la viabilità. Alla manifestazione sponsorizzata dal gruppo internazionale Kaspersky specializzato nella protezione on line (e sponsor della Ferrari) partecipano oltre alla Ferrari F60 guidata da Giancarlo Fisichella, la Gt Challenge 458 guidata da Daniele Mancinelli e una Audi Dtm con al volante Vitantonio Liuzzi. Ci saranno anche Valentina Albanese alla guida di una Mercedes, e altre Ferrari – due GT Challenge - pilotate da italiani. Coinvolta anche la Ducati con Max Biaggi che guiderà un modello Supermotard. Ma ci saranno anche altri modelli speciali, i prototipi da corsa costruiti dagli studenti della Ben Gurion University. Per la prima volta i bolidi rossi della Ferrari, della Mercedes e di altre case automobilistiche sfrecceranno per strade abitualmente assediate dal traffico, partendo dalla vecchia stazione ferroviaria ottomana appena restaurata, scendendo lungo la Sultan Pool, per lambire le mura della Città vecchia. Il sindaco respinge al mittente le critiche palestinesi, specie quelle di Khalid Qedwa, presidente dell’Automobilclub palestinese e del ministro dell’Informazione palestinese che sostiene di aver scritto una lettera aperta alla Ferrari, che però a Maranello - assicurano gli uomini del Cavallino rampante - non è mai arrivata. «Vogliono far credere che a Gerusalemme va tutto bene», dicono i promotori palestinesi della Campagna internazionale per il boicottaggio (Bds). Ma Barkat non ha dubbi. «Questa manifestazione mostrerà al mondo come Gerusalemme possa combinare storia e modernità», dice il primo cittadino di Gerusalemme, che per arrivare all’evento ha dovuto superare forti critiche anche nella sua giunta, specie dai suoi due vice e dal consiglio degli ultra-ortodossi, per i costi lievitati a oltre 3 milioni di euro (in gran parte coperti dallo sponsor). «Sono felice di poter vedere le macchine di F1 per la città, ma lei ha idea in quale caos di traffico ci troveremo da oggi?», commenta uno dei tassisti davanti ai grandi alberghi del centro, «saranno 48 ore di passione».
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