ho letto con curiosità i pezzi di Ugo Volli dalla Cisgiordania ma mi sono rimasti alcuni dubbi sulla posizione che esprime.
Premetto che io, a differenza del Prof. Volli sono convinto che, all'interno del conflitto attuale tra Israele e Palestina dalla parte della ragione siano i palestinesi, mentre volli chiaramente sostiene la tesi opposta. Io sono per la soluzione dei due stati (con lo stato palestinese che sia esteso su tutti i territori al dilà della linea verde, esclusi scambi paritari concordati dalle parti) ma mi rendo conto che più passa il tempo più la cosa si riveli impossibile.
Nella sua cartolina dalla cisgiordania Volli racconta due cose interessanti, la prima è che i villaggi e le città sono completamente intrecciate nella zona C e che non solo non ci sarebbe apartheid ma gli studenti arabi vanno nelle università israeliane etc. Dunque la soluzione dei due stati sarebbe ormai superata dai fatti secondo Volli. Potrei anche essere d'accordo, quanto meno in linea prospettica se non c'è un cambiamento radicale, che le cose stiano così. Quello che non capisco sono le conclusioni che Volli suggerisce. Se infatti i due popoli sono troppo intrecciati per "dividersi" sulla base di due stati nazionali è evidente che allora gli arabi devono diventare di per ciò stesso cittadini a pieno titolo dell'unico stato presente. Questo sarebbe in pratica la fine del carattere ebraico di Israele, il che dubito molto sia il fine di Volli. dunque? quale dovrebbe essere la condizione di tale convivenza? Sarò grato al Professore se vorrà rispondermi.
superpollicino@hotmail.com
risponde Ugo Volli:
Gentile lettore,
l'Anp dice di essere già uno stato, ed è stata riconosciuta come tale da diversi enti internazionali. Dunque non si tratta di istituire uno stato, ma di stabilire che confini ha.
Ora l'Anp controlla a tutti i fini pratici le zone A e B, che può vedere sulla mappa del mio intervento di domenica. Quel che vorrebbe l'Anp è aggiungere a questi confini anche la zona C, dove i palestinesi sono alcune decine di migliaia (già cittadini dell'Autorità Palestinese e dipendenti da essa per le questioni pratiche come documenti, tasse, sanità) e gli israeliani 600 mila.
Ci sono delle voci in Israele per concedere a questi palestinesi la cittadinanza israeliana, se la vogliono. Ma certamente questo non cambierebbe la demografia.
Per quanto riguarda i palestinesi delle zone A e B, in genere hanno la cittadinanza giordana (anche il loro presidente Mahammad Abbas ce l'ha) e anche quella palestinese.
Israele non ha nessuna intenzione di annetterseli.
Se hanno democrazia o non l'hanno, non dipende da Israele ma dalla loro organizzazione politica: il presidente Muhammad Abbas è scaduto nel 2009 ed è ancora là, il parlamento nel 2010 e non è stato rinnovato - ma non per proibizioni israeliane, semplicemente perché i potenti palestinesi non hanno voglia di correre il rischio di essere rimandati a casa dagli elettori.
Quel che io credo non si possa fare insomma è una delimitazione compatta di due stati, una linea di confine dove di là ci siano solo arabi e di qua solo israeliani (anche perché in Israele gli arabi ci sono già) non una divisione politica fra i due popoli e le loro entità statali.
Basterebbe accettare che la presenza di ebrei al di là della linea verde, come ci sono arabi al di qua, per rendere un accomodamento molto più facile, sulla base dell'attuale distribuzione della popolazione, con votazione e istituzioni separate e territori in parte condivisi.
Un'ultima considerazione poi va fatta sui "due stati".
I palestinesi allo stato ne hanno tre: i territori dell'Anp, riconosciuti come stato da molti, Gaza, che è uno stato indipendente de facto, non riconoscendo le istituzioni dell'Anp, e la Giordania, che ha larga maggioranza di palestinesi e fu ritagliata dal Mandato britannico proprio come sede della popolazione araba del Mandato. Attualmente sono palestinesi la regina, il primo ministro e la maggioranza del parlamento, oltre che della popolazione.
Come vede, bisognerebbe parlare non di due stati per due popoli, ma di quattro stati per due popoli, nella bizzarra proporzione di 3 a 1, che certo non ha voluto Israele.
Ugo Volli