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La Stampa Rassegna Stampa
12.06.2013 Shoah: ritrovato il diario di Alfred Rosenberg, ideologo del Terzo Reich
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 12 giugno 2013
Pagina: 31
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Nel diario di Rosenberg le ultime verità sul nazismo»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/06/2013, a pag. 31, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Nel diario di Rosenberg le ultime verità sul nazismo".


Maurizio Molinari       Alfred Rosenberg con Hitler

Il diario di Alfred Rosenberg, l’ideologo del Terzo Reich, è stato ritrovato e promette di rivelare particolari inediti dei rapporti tra i più stretti collaboratori di Adolf Hitler, come pure sul saccheggio delle opere d’arte in Europa e sullo sterminio degli ebrei. Il ritrovamento è frutto di dieci anni di sforzi congiunti da parte del Museo dell’Olocausto di Washington e dell’Fbi. Il sospetto degli archivisti era che il diario, usato come fonte di prova durante il processo di Norimberga ma poi scomparso, fosse stato portato negli Stati Uniti da Robert Kempner, che all’epoca fu uno dei procuratori militari. Alla morte di Kempner, nel 1993, il Museo dell’Olocausto aveva iniziato una lunga e delicata trattativa con i figli, ma quando questi nel 1999 accettarono di consegnare i documenti dell’archivio del padre si scoprì che mancavano migliaia di pagine, tra le quali quelle del diario. Le indagini passarono allora all’Fbi, che è riuscita a recuperarlo nella residenza dell’accademico Herbert Richardson nell’Upstate New York, vicino a Buffalo.

Era stata l’ex segretaria di Kempner a portare a Richardson 150 mila pagine di documenti, incluso il diario. Il Museo dell’Olocausto farà dal Delaware l’annuncio formale del ritrovamento, ma da quanto trapela è già possibile affermare che vi sono «elementi complementari e in parte contraddittori» relativi a come Hitler e i suoi più stretti collaboratori - a cominciare da Heinrich Himmler - reagirono alla decisione di Rudolf Hess di volare in Gran Bretagna nel 1941 nel vano tentativo di raggiungere un accordo di pace con Londra.

Nel complesso si tratta di circa 400 pagine di appunti, scritte a mano dalla primavera del 1936 all’inverno del 1944 su pagine di libri e fogli di carta intestata al partito nazista. Le maggiori novità si annunciano su due temi in particolare: il saccheggio sistematico delle proprietà culturali, religiose e artistiche ebraiche in Europa, che l’ideologo guidava in prima persona con la task force «Reichsleiter Rosenberg», e lo sterminio sistematico degli ebrei nei territori dell’Europa Orientale e dell’Urss occupati dall’esercito tedesco e affidati da Hitler proprio a Rosenberg con il titolo di «ministro del Reich per i Territori Occupati Orientali». Durante il processo di Norimberga alcuni di questi appunti furono decisivi per arrivare a ricostruire la teoria e il metodo dello sterminio degli ebrei, formulando l’accusa di crimini contro l’umanità nei confronti dei gerarchi del Reich e dello stesso ideologo, che venne giustiziato con l’impiccagione nell’ottobre del 1946.

Nato nell’odierna Tallin, in Estonia, nel 1893, Rosenberg fu a fianco a Hitler sin dal 1933 elaborando le teorie razziali che hanno segnato l’ideologia del nazismo come la «scala tra le razze» che aveva in cima i tedeschi «popolo superiore» e in fondo i «sottouomini» ebrei e neri. Fu sempre lui a teorizzare il bisogno della Germania di essere circondata da un Lebensraum , uno spazio vitale di territori occupati a sua protezione, come anche a elaborare la dottrina pseudo-religiosa della «cristianità positiva» che vedeva nella fede nazista il superamento del cristianesimo, trovando l’entusiasmo di gerarchi come Martin Bormann.

Protagonista degli sforzi della propaganda nazionalsocialista, l’ideologo nazista fu anche al centro della conferenza di Wannsee che nel 1942 portò a elaborare la «soluzione finale», ovvero lo sterminio di tutti gli ebrei. Ma a Rosenberg non bastava la loro eliminazione fisica: credeva nella necessità di cancellare ogni traccia delle loro proprietà culturali, così come nella lotta senza quartiere a un’arte moderna che considerava «degenerata». Da qui l’importanza del diario, che potrebbe ora consentire di ricostruire un reticolo di sequestri, furti e saccheggi capace di portare a scoprire la sorte di numerose opere d’arte europee scomparse nel nulla dopo la fine della seconda guerra mondiale.

In merito allo sterminio nei territori dell’Est, il Museo dell’Olocausto conta di poter adoperare gli appunti per risalire a luoghi di singoli eccidi e fosse comuni che ancora mancano per completare la mappa del genocidio. «La documentazione rintracciata - recita il commento scritto del Museo dell’Olocausto - è di considerevole importanza per lo studio dell’era nazista, inclusa la storia dell’Olocausto», perché «i contenuti indicano che il materiale getta nuova luce su una quantità di importanti questioni inerenti alle politiche del Terzo Reich», e dunque «il diario di Rosenberg sarà una importante fonte di informazioni per gli storici destinata a completare, e in parte a contraddire, documenti già noti».

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