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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
12.06.2013 Siria: Assad dittatore sanguinario, non si può dialogare con lui
commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 12 giugno 2013
Pagina: 17
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Assad sta vincendo e noi lo corteggiamo pure»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 12/06/2013, a pag. 17, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "Assad sta vincendo e noi lo corteggiamo pure".


Fiamma Nirenstein                  Bashar al Assad

Al tempo della Guerra Fredda due grandi schieramenti attraversavano i confini geografici: l’una e l’altra parte combattevano accanitamente quella che sentivano come la battaglia più importante per le sorti del mondo. Oggi intorno alla questione siriana e in genere islamico-mediorentale una sola parte combatte con decisione, ed è quella dei cattivi: infatti sta vincendo. Siamo sempre stati convinti che alla fine vincano i buoni, ci hanno abituato così i film americani. Non è più vero. I bad guys stanno vincendo e non con le armi che piacciono a noi, le parole, non con la prossima conferenza di Ginevra, non con i discorsi di Obama o i balbettamenti dell’UE: vincono intimidendo, bruciando, scannando, esplodendo. Una prova ne è la tracotante dichiarazione di Assad al quotidiano libanese Al Akhbar secondo la quale “i Paesi occidentali”, dice lui, gli propongono sotto il tavolo grandi business nel campo delle costruzioni e dell’estrazione del petrolio e del gas, dato che ce ne dovrebbe essere parecchio lungo le coste. “Persino la Banca Mondiale” -ha detto Assad- “che si muove eseguendo ordini americani, mi ha proposto un generoso affare: 21 miliardi in prestito a tassi agevolati, e ha espresso il desiderio di finanziare i progetti di ricostruzione”. Ma Assad, dopo aver distrutto il suo Paese, si muove a modo suo: ci sono già contratti con i cinesi, ha detto, e per quel che riguarda il petrolio il diritto è stato garantito ai russi… E a chi altrimenti? Assad ha anche annunciato una fiera e continua “resistenza” come quella degli Hezbollah contro Israele. Il rais siriano è ringalluzzito da quando i suoi, Hezbollah in testa, hanno preso la città di Qusair. La città così vicino a casa loro che la radio trasmette le stazioni libanesi e non siriane, è caduta di fatto nelle mani degli uomini di Nasrallah, che impedendo il saccheggio nel disastro compiuto, conservano il loro mito di guerrieri islamisti integri. Ormai anche loro sono circondati dall’aura di una bizzarra, deforme vittoria. E questo fa paura. Lo si vede anche dal fatto che nelle stesse ore il nuovo governo bulgaro, dopo che quello precedente aveva certificato la partecipazione degli Hezbollah all’attentato di Burgas (un autobus di turisti israeliani esploso, 5 morti, 32 feriti) spingendo così l’Europa a capire finalmente il rischio del terrore Hezbollah-iraniano anche da noi, si è rimangiata la posizione del governo precedente: le indagini non danno risultati certi, hanno detto tremuli, e la già tentennante Unione Europea, in cui solo Inghilterra, Francia e Germania si battono perché l’organizzazione sia posta per la parte militare nella lista terrorista, si sta tirando indietro. Mettere gli Hezbollah nella lista è l’ultimo segno di vita che l’Europa potrebbe dare. Sarebbe un segnale che il fronte Siria- Iran-Hezbollah non può impunemente seguitare a fare migliaia di morti col terrorismo, come fu per le truppe americane e francesi nell’83, come a Buenos Aires per la Comunità ebraica, come per Rafik Hariri e tanti altri a Beirut, e a Parigi, a Cipro, in Israele... Adesso che gli Hezbollah siedono al banchetto di Assad, che a sua volta ha preso l’autostrada russo-cinese-iraniana, il loro fronte diventerà sempre più forte, il terrorismo si estenderà, ondate di profughi terrorizzate destabilizzeranno il Medio Oriente. E’ interessante che i sei membri di GCC, i Paesi del Golfo, abbiano invece deciso di condannare gli Hezbollah, e il Bahrain l’abbia messo nella lista delle organizzazioni terroriste. Ed è strano che Putin non si renda conto che per contrastare l’egemonia americano-europea, già agonizzante, sta dando forza a un fronte determinato a conquistare il mondo fino a casa sua. La conferenza di Ginevra non riuscirà a ristabilire il buon senso. Assad resterà con un pezzo della costa (Tartus), un corridoio per Damasco, la via verso il Libano e l’Iran, e l’odio di gran parte del suo Paese; la guerra continuerà; l’Iran e gli Hezbollah, come la regina di Alice nel Paese delle meraviglie, si guarderanno intorno e indicheranno una qualunque latitudine dicendo: “Tagliategli la testa”. Questo è il mondo che ci si prepara, mentre Assad ha detto che consegnerà il Golan, quieto da 40 anni, ai gruppi di guerriglia contro Israele. Questo è il quadro, e Obama e l’Europa porteranno la responsabilità di averlo saputo senza reagire.
www.fiammanirenstein.com  

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