Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 06/06/2013, a pag. 17, l'articolo di Paolo Mastrolilli dal titolo "Arrivano le amazzoni di Obama".
Susan Rice Chris Stevens morto
Affidare la Sicurezza Nazionale degli USA a Susan Rice dopo che ha totalmente frainteso la natura dell'attentato (costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens e a tre suoi collaboratori) al consolato americano in Libia è una scelta irresponsabile.
Ecco il pezzo:
Le donne riprendono una posizione dominante, nella politica estera della seconda amministrazione Obama, e potrebbero spingerlo ad appoggiare con più convinzione gli interventi in difesa dei diritti umani. È vero infatti che hanno perso il dipartimento di Stato, dopo l’uscita di Hillary Clinton, ma in cambio Susan Rice diventa consigliere per la sicurezza nazionale e Samantha Power prende il suo posto come ambasciatore all’Onu.
La Rice era favorita per sostituire Hillary, ma la sua nomina era saltata dopo l’attentato al consolato di Bengasi. Susan, basandosi sui briefing di intelligence ricevuti, era andata in tv a sostenere che l’attacco era nato dalla protesta spontanea provocata da un video contro Maometto. I repubblicani non gliel’avevano perdonata, rendendo impossibile la sua conferma al Senato, e quindi Obama aveva nominato John Kerry. Il presidente però non l’ha abbandonata, e ora l’ha scelta per prendere il posto di Tom Donilon come consigliere per la sicurezza nazionale, una carica che non richiede il via libera parlamentare.
Questa nomina rappresenta una sfida al Gop, proprio mentre il rappresentante di Al Qaeda Abdallah Dhu-alBajadin fa girare la voce che il piano iniziale a Bengasi prevedeva il rapimento di Chris Stevens, ma poi l’ambasciatore era stato ucciso con una iniezione letale dopo che la cattura era fallita. Nello stesso tempo la scelta segnala un possibile cambiamento di linea della Casa Bianca, se viene sommata a quella di Samantha Power come nuovo ambasciatore all’Onu. La Power, che durante la campagna presidenziale del 2008 aveva fatto infuriare Hillary Clinton definendola «un mostro», ha costruito la sua carriera come giornalista impegnata a difesa dei diritti umani. È una stretta alleata della Rice, e insieme avevano convinto Obama a sostenere l’intervento della Nato per rovesciare Gheddafi. Sulla Siria finora hanno preso entrambe posizioni prudenti, ma non è escluso che la loro presenza al fianco del presidente spinga la Casa Bianca a essere più determinata. Il principale impatto strategico di Donilon era stato il «pivot» verso l’Asia, cioè la maggiore attenzione per l’area del Pacifico, che probabilmente continuerà. La Rice però aveva cominciato l’attività diplomatica occupandosi di Africa, quando Bill Clinton decise di non intervenire in Ruanda, e porterà una sensibilità nuova a Washington.
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