domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
05.06.2013 Quando la religione si impadronisce dei valori laici di una società
Egitto, Fratelli Musulmani censurano il balletto. Opera House del Cairo in sciopero

Testata: La Repubblica
Data: 05 giugno 2013
Pagina: 14
Autore: Fabio Scuto
Titolo: «Il Cairo, sciopero alla prima dell’Aida contro il pugno dei Fratelli musulmani»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 05/06/2013, a pag. 14, l'articolo di Fabio Scuto dal titolo "Il Cairo, sciopero alla prima dell’Aida contro il pugno dei Fratelli musulmani".


Fabio Scuto                     Opera House del Cairo

GERUSALEMME — Una scena così non s’era mai vista, nemmeno all’Opera House del Cairo, adagiata sulla bella isola di Zamalek nel Nilo, unico teatro lirico del Medio Oriente. Il sipario sulla ribalta della prima dell’Aida non s’apre, il maestro non dirige, gli orchestrali non suonano, i cantanti restano silenziosi. Il pubblico invece applaude, in piedi. È iniziato con questa benedizione lo sciopero dei dipendenti dell’Opera House contro il ministro della cultura del governo islamista, Alaa Abdel Aziz, che ha licenziato in tronco la direttrice del Teatro Ines Abdel-Dayem. Da quella sera tutte le rappresentazioni dell’Opera House sono state cancellate per la prima volta da quando venne fondata nel 1869, per celebrare l’apertura del Canale di Suez. Ismail Pascià, kedivè dell’epoca — voleva che Giuseppe Verdi scrivesse un’opera lirica appositamente, il maestro rifiutò — venne rappresentato il “Nabucco” allora — ma l’anno successivo scrisse per l’Opera House del Cairo “L’Aida”, che venne per la prima volta rappresentata proprio nella capitale egiziana. A fianco degli “scioperanti” in questi giorni è sceso in piazza tutto il mondo dell’opposizione ma anche gli islamici moderati. E’ stato il giovane e talentuoso maestro egiziano Nayer Nagui l’altra sera quando è salito sul podio a spiegare al pubblico, c’era il pieno in ogni ordine di posti, che «il governo islamista del presidente Morsi vuole subordinare tutte le infrastrutture culturali all’ideologia religiosa della Fratellanza» e la signora Abdel-Dayem — alla guida del teatro per soli 15 mesi — era solo l’ultima vittima delle purghe islamiche contro l’Arte e la Cultura. Così come è avvenuto nella stampa — sono stati cambiati tutti gli 80 direttori dei giornali di proprietà statale — e nella tv, la Fratellanza sta cercando di mettere le mani sulla Cultura. Ma le “morbose attenzioni” degli islamisti sull’Opera House non sono finite, anche se il nuovo sovrintendente promette che tutte le produzioni verranno riprese. Alla direzione del Teatro è stata notificata la richiesta di annullare le prossime rappresentazioni del Balletto dai leader del partito salafita “Al Nour”. Perché il balletto «è l’arte del nudo», suscita licenziosità e pensieri lascivi. In ogni caso, la danza è contro la Sharia. Anche il Balletto come l’Opera ha una lunga tradizione in Egitto, fin dai tempi dei Faraoni. Da quando nel 1966 è stata fondata la “Cairo Opera Ballet Company” si è sempre esibita, anche quando nel 1971 andò bruciato il vecchio teatro costruito dall’architetto italiano Pietro Avoscani. Finora, perché adesso i nuovi leader religiosi hanno deciso di ridefinire ciò che è Cultura in Egitto. La vittoria dei salafiti e dei Fratelli Musulmani dopo la caduta di Mubarak ha risvegliato il desiderio di una “rivoluzione culturale” islamica. Su quali sono, lo ha spiegato bene lo sceicco Yussuf Qaradawi, il più importante teologo islamico per i Fratelli musulmani: alle donne è permesso ballare solo davanti ad altre donne o davanti ai familiari; gli uomini sono autorizzati a ballare in occasione di eventi celebrativi, ma non con le donne. Per i salafiti poi, la danza è totalmente inammissibile.

Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sull'e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT