Presentando l'articolo di Meotti su IL FOGLIO relativo al film di Lanzmann basato sulle interviste condotte a Roma con mio Padre usate la locuzione "... una figura tuttora circondata da molte ambiguità per il suo comportamento durante la Shoah." Questa locuzione è lesivo della memoria di mio Padre, rabbino, studioso, personalità dirigente all'epoca della Shoah, che nel 1938, invece di cogliere le opportunità di mettersi al sicuro, ha accettato l'incarico di organizzare l'emigrazione degli ebrei di Vienna; dal 1938 al 1941 il suo ufficio ha svolto con successo circa 120000 - centoventimila - pratiche di emigrazione e fra crescenti difficoltà. A Terezin è riuscito a creare le condizioni per cui i nazisti concessero la visita della Croce Rossa Internazionale. In quella occasione riuscì con grave rischio personale a lanciare una richiesta di aiuto, prontamente recepita dai Delegati. Dopo la guerra il regime di Benes dispose il suo arresto. Venne prosciolto dal Giudice Istruttore del Tribunale del Popolo di Litomerice - il Procuratore di Stato non aveva neanche presentato atto di accusa - perché FATTO NON SUSSISTE. Ciò è noto, notorio, chiaro e in nessun modo ambiguo. Malgrado ciò continuano le calunnie e i "distinguo" da coloro che o all'epoca stavano al sicuro, o volevano eliminare uno scomodo testimone di proprie malefatte oppure non sanno nulla di QUELLE TENEBRI. Attendo Vostra notizia circa la pubblicazione della presente.
Wolf Murmelstein
Nella sua lettera ci chiede la pubblicazione "Ad ogni effetto di legge, come da Legge sulla Stampa: "la pubblichiamo, come abbiamo fatto con la precedente. Lei però dovrebbe rivolgere le sue critiche al Foglio, giornale dal quale abbiamo tratto l'articolo in questione.
IC redazione