Benjamin Murmelstein - rabbino, studioso, dirigente all'epoca della Shoah - nel 1938 a Vienna ritenne che il rabbino non poteva essere il primo a scappare e accettò l'incarico di organizzare l'emigrazione che era il compito più importante. Riuscì a far emigrare verso la salvezza 120000 persone, due terzi circa della popolazione ebraica di Vienna. Dovrebbe bastare a rendergli merito. Poi si ritrovò a Terezin, insieme ad altri due che parimenti avevano perso ogni occasione per mettersi al sicuro. A Kippur 1944 dovette assumere la responsabilità del Ghetto e assistere alla grande ondata di deportazioni. Poi si ritrovò con una popolazione molto anziana e pochi uomini validi. Riuscì comunque a mettere in ordine il Ghetto cosi che Eichmann si convinse a permettere la visita della Croce Rossa Internazionale il 6 aprile 1945. I delegati recepirono il grido disperato di aiuto lanciato da Murmelstein a gravissimo rischio personale e agirono di conseguenza. Il 5 maggio 1945 il Ghetto con circa 20000 sopravvissuti v enne preso in consegna dalla Croce Rossa Internazionale. Murmelstein venne accusato da coloro che avevano validi motivi per eliminare un testimone scomodo delle loro malefatte ma dopo 18 mesi di istruttoria prosciolto dal Giudice Istruttore del Tribunale del Popolo competente. Come sperimentato dolorosamente, questa sentenza non venne rispettata dall'establishment.