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Gentile Ministro, con riferimento alle dichiarazioni dell' On. Manlio Di Stefano alla Camera in merito ai campionati Under 21 in programma tra pochi giorni in Israele, poiché lei è stata direttamente chiamata in causa con queste parole: "Quindi, mi rivolgo al Ministro Idem, il nostro Ministro dello sport, chiedendo che il 5 giugno non rimanga in silenzio ma esprima la nostra solidarietà al popolo palestinese che non può godere della libertà di questi eventi come tutti gli altri popoli liberi", le chiedo, come cittadina italiana residente in Israele, che visse i momenti drammatici della guerra dei sei giorni, quale sia stata la sua risposta alle falsità contenute in quell'intervento. Cecilia Nizza -Gerusalemme ******************************************** Egregio Onorevole Ministro, di recente, i Campionati europei Under 21 di calcio, che quest’anno si svolgeranno in Israele a partire dal 5 giungo, sono stati considerati, da qualche suo collega parlamentare, un’ennesima occasione per lasciarsi andare ad affermazioni anti israeliane in netto contrasto con tutte le politiche di vari governi italiani che hanno sempre considerato Israele come uno stato amico. Mi riferisco all’intervento dell’On. Manlio De Stefano del 21 maggio scorso, nel quale egli dichiarava, tra l’altro “…il 5 giugno è una data particolare perché è la data in cui Israele attaccò e occupò la Cisgiordania, Gaza, le alture del Golan e parte del Sinai. Quindi rappresenta una giornata di conquista per Israele e probabilmente l’inizio della sofferenza per molte altre popolazioni”. A parte il fatto che la data di inizio della manifestazione è stata decisa dall’UEFA e non da Israele, le suddette dichiarazioni anti israeliane lasciano esterrefatti per la loro palese infondatezza storica. Infatti, andando a rileggere gli avvenimenti che precedettero e seguirono il conflitto noto come “guerra dei sei giorni”, appare del tutto evidente che il contesto storico dello stesso fu quello di un’escalation di minacce e di veri e propri atti di guerra nei confronti dello Stato di Israele. Il 17 maggio 1967, mentre Nasser ammassava truppe nel Sinai, Radio Cairo affermava che “l’Egitto, con tutte le sue risorse umane, economiche e scientifiche, è pronto a lanciarsi in una guerra totale che porterà con sé la distruzione di Israele”. Due giorni dopo, il 19 maggio, la “Forza d’Urgenza” dell’ONU dislocata nella striscia di Gaza e nel Sinai veniva obbligata dall’Egitto a ritirarsi. Il 23 maggio l’Egitto chiudeva gli stretti di Tiran, compiendo quello che, secondo il diritto internazionale, è un vero e proprio atto di guerra. E’ evidente che un tale susseguirsi di atti ostili ingenerasse in Israele il timore di un attacco che, date le dimensioni dello Stato ebraico (circa 20.000 kmq, quanto una media regione italiana), avrebbe potuto portare davvero alla cancellazione di Israele. E l’atteggiamento di ostilità nei confronti di Israele venne confermato, alcuni mesi dopo durante la conferenza tenutasi a Khartoum nell’agosto del 1967, quando gli Stati arabi affermarono i famosi “tre no”: “no alla pace con Israele, no a negoziati con Israele, no al riconoscimento di Israele”. Questo breve sunto è giusto per sottolineare la lacunosità della ricostruzione fatta dall’On. De Stefano su una questione estremamente delicata sia per i rapporti diplomatici con un Paese amico dell’Italia, quale è Israele, sia per le implicazioni di sicurezza interna, dal momento che come Ella ben sa, troppe volte la questione israelo-palestinese ha fomentato e fatto riaffiorare un mai sopito sentimento antisemita che, purtroppo, è ancora presente nella società israeliana in un po’ tutte le forze politiche, di destra, di sinistra e di centro. Cosa dire, poi circa l’affermazione dell’On. De Stefano sul fatto che “Gli israeliani in questo momento stanno praticando discriminazione e violenza anche in ambito sportivo perché si stanno distruggendo stadi, stanno facendo ostruzionismo agli eventi che prendono in considerazione il lato palestinese”? Un’accusa tanto vaga quanto falsa, che non tiene conto del fatto che nella stessa nazionale Under 21 di Israele giocano atleti arabi (quindi anche Palestinesi), a dimostrazione di ciò che chiunque conosca Israele sa, cioè che i cittadini israeliani godono tutti gli stessi diritti. Anzi, le minoranze usufruiscono di qualche diritto in più come, ad esempio l’esenzione dall’obbligo del servizio di leva. Certo, il discorso non vale per quei Palestinesi che non sono cittadini israeliani, come, d’altra parte accade ovunque nel mondo. In conclusione, credo che dichiarazioni come quelle dell’On. De Stefano, pur nel legittimo esercizio della libertà di espressione, non contribuiscano a favorire la pace ed il dialogo tra le parti in conflitto e possano indebolire il ruolo dell’Italia come possibile mediatore nella questione israelo-palestinese. Distinti saluti, ************************************************* On. Ministro Josefa Idem Mi permetto di scriverle due righe riguardo l’inaccettabile intervento di alcuni deputati del M5S come l’On. Manilio Di Stefano. Il mio discorso e tutto fuorché` politico. Credo che lo sport oggi è l’unico mezzo per avvicinare le genti. La dimostrazione è la nostra scuola calcio in Israele dove giocano e si allenano insieme ragazzini ebrei, arabi, israeliani , cristiani, drusi , mussulmani, italiani e francesi. Questo progetto partecipa a tornei nazionali ed internazionali grazie anche a Israele che promuove lo sport e l’educazione al rispetto del prossimo sui campi di calcio. Purtroppo presso i Palestinesi non esistono squadre miste di ebrei e arabi, e non per mancanza di mezzi, fondi o di libertà poiché` hanno una loro autonomia. Bisogna volerle le cose e continuare a denigrare Israele come fa l’On. Di Stefano è puro antisemitismo o antisionismo , che è la stessa cosa oggi. La prego di spendere 60 secondi del suo prezioso tempo per vedere nel nostro sito cosa noi facciamo per i bambini arabi , israeliani e palestinesi. Samuele Giannetti Segretario e Vice Presidente Roma Club Gerusalemme |
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