Perché tagliano la gola alle loro vittime ?
Commento di Mordechai Kedar
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Mordechai Kedar Islam, religione di pace: decapitate chi insulta l'islam
Che cosa hanno in comune Daniel Pearl, Nick Berg, il soldato inglese decapitato in strada a Londra, gli ebrei di Hebron trucidati nel 1929 e la famiglia Fogel a Itamar ? A tutti hanno tagliato la gola.
Non li hanno solo uccisi, ma lo hanno fatto con un atto che mirava a dissanguarli con il taglio della carotide. Gli assassini erano tutti musulmani. Si deve poi aggiungere un elenco senza fine di donne uccise nello stesso modo, dai loro padri o fratelli per avere "infangato l'onore della famiglia". Viene spontanea una domanda: qual'è origine di questa macellazione umana ?
La risposta è immediata, macellare le vittime è una pratica abituale, praticata in molte famiglie musulmane. Fin da piccoli i bambini vedono i loro padri quando macellano le pecore nelle feste comandate, eventi importanti, nei quali tutta la famiglia è riunita durante la Eid al-Adha, la "Festa del Sacrificio", che vede nella macellazione un aspetto del rituale festivo.
Oggi, nelle società moderne, la macellazione degli animali avviene nei mattatoi, luoghi lonfani dalla vista della gente, che si limita poi a mangiarne la carne una volta dissanguata, e pronta per essere cucinata. In questo modo non è visibile la morte dell'animale, il sangue che scorre insieme alle grida dell'animale. In Occidente, molti addetti alla macellazione nei mattatoi diventano vegetariani.
Nelle socità islamiche invece, la macellazione avviene nella case private, davanti ai bambini, in quanto fa parte della vita quotidiana. Non desta problemi la vista del macellaio nè il sangue che fuoriesce dal collo dell'animale, nessuno prova orrore per le urla e le sofferenze. In molti casi i bambini immobilizzano la pecora mentre le viene tagliata la gola, assistono con partecipazione mentre il coltello entra con dolore nel suo corpo. L'essere presenti e partecipare li immunizza da qual che vedono. Quando saranno grandi, condurranno loro il rito del sacrificio, avranno nelle loro mani il coltello e tutto si svolgerà davanti ad altri bambini.
L'assenza di emozioni durante la macellazione consente a un musulmano di praticarla in qualunque momento lo ritenga opportuno, non solo verso gli animali. L'uccisione della pecora durante la "Festa del Sacrificio" è accompagnata dalla preghiera " nel nome di Allah, misericoloso e compassionevole", come quella delle donne accusate di condotta immorale avviene in una sorta di cerimonia-esecuzione. Il macellaio si sente investito da un comportamento importante e significativo, agisce seguendo un esempio che ha ricevuto sin dalla infanzia.
Nelle società occidentali queste uccisioni vengono giudicate atti di barbarie, ma in quelle musulmane sono viste come corrette e degne di lode se avvengono nel giusto contesto. Per questo, sgozzare un ebreo, un cristiano o chiunque venga visto come un nemico non è considerato una anomalia nelle società tradizionali islamiche. Nel gergo contemporaneo tutto questo viene definito " differenza culturale".
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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